Copia di una e-mail inviata al Direttore della Stampa:
Egregio Direttore, l'articolo a firma di Barbara Spinelli, a commento del discorso del Presidente Obama, è riuscito a parlare ancora una volta dell'odiato Israele. In effetti nulla c'entrava, ma l'atavico sentimento ostile nei confronti dello Stato degli ebrei è stato troppo forte, e così, anche ieri, ha finito per prendere lucciole per lanterne. Scrive infatti: "Se si affronta l¹Iran e la sua aspirazione all¹atomica, non si può continuare nell¹attuale finzione, e nascondere a se stessi come fa Obama che all¹origine di tanti terremoti medio orientali c¹è un non detto, che nessuno osa scoperchiare: l¹esistenza in quella parte del mondo di una potenza atomica lo Stato d¹Israele che non si dichiara tale e però incita un¹intera regione al risentimento costante e al riarmo". Non è immaginabile che la Spinelli non sappia cogliere la differenza tra una ipotetica atomica nelle mani di governi democratici e desiderosi solo di salvaguardare la vita dei loro cittadini, ed una nelle mani di dittatori che dichiarano regolarmente di voler cancellare dalle carte geografiche un altro stato (Israele appunto). Ma ora la Spinelli dimostra anche di ignorare la realtà: è chiaro a tutti che gli stati mediorientali si stanno riarmando per il pericolo di dover soccombere ad un Iran che vuole diventare la grande potenza del mondo islamico. E' quasi ufficiale che accordi sottobanco sono stati presi tra paesi "nemici", cioé tra Israele e alcuni stati arabi non sciiti, per organizzare una difesa comune. Imputare quindi all'atomica israeliana, e non al pericolo iraniano, il riarmo dei paesi arabi è un non senso. Non credo che per una testata con le tradizioni de La Stampa la pubblicazione di simili parole possa essere un buon servizio reso ai lettori. Distinti saluti