lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.12.2009 Tony Blair: l'invasione dell'Iraq era legittima
Ne ha impiegato di tempo per dirlo

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 dicembre 2009
Pagina: 18
Autore: Fabio Cavalera
Titolo: «Blair: l'invasione dell'Iraq legittima anche senza prove»

" L'invasione dell'Iraq era legittima ", la dichiarazione di Tony Blair è su tutti i quotidiani oggi, 13/12/2009, e fa sensazione solo perchè è arrivata con un ritardo così lungo. L'avesse dichiarato subito, come aveva fatto Bush, si sarebbero evitate tante speculazioni. Aveva Saddam le armi di distruzione di massa ? Adesso pure Blair lo nega, anche se sostiene che bisognava toglierlo di mezzo. Ma se provassimo a chiederlo ai curdi iracheni, gasati in massa da Saddam, di dubbi non ce ne sarebbero mai stati. Che cos'è infatti l'uso dei gas ? Non sono un'arma di distruzione di massa ? Riprendiamo dal CORRIERE della SERA l'articolo di Fabio Cavalera, a pag. 18, dal titolo " Blair: l'invasione dell'Iraq legittima anche senza prove ":
Ecco l'articolo:

LONDRA — Con o senza le armi di distruzione di massa è stato comunque giusto an­dare in Iraq, fare la guerra e rimuovere Saddam Hussein. Tony Blair non ha dubbi e, da­vanti alle telecamere della Bbc , rivela le ragioni che lo convinsero ad appoggiare la scelta di marciare su Bagdad. Non fu tanto la certezza che il dittatore possedesse un arse­nale bellico «proibito» quan­to l’idea che i suoi obiettivi e le sue strategie mettessero in pericolo i delicati equilibri della regione. Abbatterlo fu, di conseguenza, l’opzione cor­retta.

Le parole dell’ex pre­mier britannico arrivano a sorpresa nel bel mezzo delle audizioni che la commissio­ne d’inchiesta presieduta da Sir John Chilcot ha avviato per chiarire le origini dell’in­vasione, le metodologie di at­tacco e i piani per la ricostru­zione. Tony Blair aveva finora taciuto rifiutando di spiegare il percorso seguito per spedi­re le sue truppe in Iraq.

Probabilmente il silenzio non sarebbe stato rotto se il quadro emerso dalle prime te­stimonianze, rese dai diplo­matici e dai responsabili dei servizi segreti davanti ai cin­que membri della commissio­ne
Chilcot, non avesse già aperto uno squarcio di verità sui contatti fra Londra e Washington, avvenuti nei me­si che anticiparono la guerra, e sui tempi nei quali maturò la volontà di procedere nono­stante le mediazioni proposte dall’Onu. Uno dei punti attor­no ai quali si è sempre dibat­tuto è il dossier del 24 settem­bre 2002 col quale Tony Blair informò il Parlamento della presenza di armi di distruzio­ne di massa e della fondata possibilità che Saddam Hus­sein riuscisse ad attivarle in 45 minuti. Era un’ipotesi fon­data o era una copertura per legittimare l’intervento an­glo- americano? L’ex numero uno di Downing Street aggira l’interrogativo e spiega che non fu quello il pensiero pre­valente, sebbene dalla memo­ria non fossero state cancella­te le bombe chimiche scarica­te da Hussein sulla popolazio­ne curda nel 1988, piuttosto «l’idea dominante era che Saddam rappresentava una minaccia per la regione».

Una prospettiva nuova, al­meno nelle parole ufficiali pronunciate da uno dei due strateghi dell’attacco: era, in definitiva, secondario che Saddam Hussein nascondes­se un arsenale, era invece pre­dominante la valutazione che
i disegni del dittatore e le po­tenzialità distruttive mirasse­ro a stravolgere gli assetti del­l’area. Per tale motivo, anche qualora fosse divenuta certa l’assenza di pericolosi deposi­ti bellici in territorio irache­no, Tony Blair avrebbe in ogni caso condiviso l’opera­zione: «Avrei continuato a pensare che fosse giusto rove­sciarlo, ovviamente avrem­mo impiegato argomentazio­ni differenti quanto alla natu­ra della minaccia».

Nessuna rilettura della sto­ria di questi anni. «Capisco i sentimenti della gente che era, ed è, contro la guerra per valide ragioni ma io, alla fine, dovevo prendere una decisio­ne. Non posso pensare che og­gi staremmo meglio se Sad­dam Hussein e i suoi due figli fossero ancora al potere».

L’intervista dà agli eventi dell’Iraq una cornice parzial­mente diversa: sgomberata la scena dalla bugia sulla presen­za di armi di distruzione di massa, per Tony Blair, la guer­ra fu giusta e necessaria per eliminare i rischi derivanti dalle mire egemoniche del raìs. Restano aperte alcune questioni: Quando fu proget­tata l’invasione? Si esploraro­no tutte le possibili sanzioni alternative? In gennaio Tony Blair parlerà davanti alla com­missione d’indagine e dovrà
dare altre risposte.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT