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Da Ugo Volli, due risposte 12/12/2009

Cara IC,

sono un fan di Volli e delle sue cartoline, ma nelle ultime due ho visto una logica un po' difficile da capire.

mi riferisco all'articolo sui sondaggi che confermano che l'europa è pronta per eurabia e sul muro di gerusalemme.

penso sia vero e incontestabile che l'europa è sull'orlo di un'islamizzazione che la cancellerà, ma non capisco cosa c'entri questo con i risultati del sondaggio, i quali mostrano come molti europei nutrano profondi e radicati pregiudizi contro islamici ebrei e gay. è un po' come dire che siccome il 60% degli europei ce l'ha con i gay questo significa che stiamo per diventare gaylandia? insomma la logica dell'accostamento tra dati e affermazione non l'ho capita.

poi c'è l'articolo sulla spartizione di gerusalemme che viene paragonata a quella di berlino, il paragone è incongruo, perchè il muro di berlino separava artificiosamente lo stesso popolo, mentre il muro di gerusalemme separerebbe due popoli che non vogliono convivere, caso mai la critica che si può fare è, a mio avviso, che gerusalemme è oggi una città interamente ebraica dove vive una minoranza di palestinesi che sono tutelati e che sono cittadini come gli altri, e dunque il confine non può passare di la.

Gentile lettore,
sulla prima delle sua osservazioni non posso che darle ragione. Quel che io intendevo mostrare era che il sondaggio fosse ideologico, mettendo assieme pregiudizi (contro i gay, gli ebrei ecc.) e preoccupazioni di altra natura (sul problema dell'immigrazione, il carattere violento dell'islamismo ecc.) Il modo stesso in cui era concepito il sondaggio era eurarabo, perché una cosa è pensare che l'omosessualità è male, altra è preoccuparsi per gli effetti dell'immigrazione sulla disoccupazione o dei contenuti di conquista che caratterizzano il Corano. Mettere assieme queste cose dà l'idea del "pregiudizio" come un dato generale. Naturalmente certi dati, come la prevalenza di certi paesi (Ungheria, Polonia, Portogallo) in quesi tutti gli argomenti del sondaggio induce a pensare che ci siano effettivamente società più chiuse e diffidenti di altre. Ciò nondimeno, non solo un giudizio politico ma anche i dati stessi autorizzano a distinguere fra le questioni presentate come simili in conseguenza a una scelta ideologica "eurabiana" da parte degli organizzatori del sondaggio. Forse era un tema troppo comlesso per una cartolina e devo ammettere di non averlo sviluppato fino in fondo. I titoli poi, per loro natura, semplificano ulteriormente e quello cui lei si riferisce in effetti non chiariva l'argomentazione.

Per la sua seconda osservazione, non sono d'accordo. Gerusalemme è sempre stata una città unita e ha avuto di nuovo una maggioranza ebraica da metà dell'Ottocento.I quartieri nuovi, a est come a ovest sono stati fondati da ebrei. Nel 1948 le loro case sono state espropriate dalla Giordania che le ha date a un'immigrazione palestinese che gli occupanti giordani hanno favorito in tutti i modi. Buona parte dei casi in cui degli ebrei "occupano" delle case nei quartieri "arabi" di "Gerusalemme est" stanno semplicemente rientrando in possesso di queste proprietà. C'è poi una massiccia immigrazione araba ancora oggi, con la costruzione di numerose case abusive. Ciò nondimeno, oggi la città è unita, come lo è stata per tutta la sua storia, salvo l'intervallo dal '48 al '67, quando c'è stata sì un'occupazione, quella giordana. L'Unione Europe vuole restaurare lo status quo del '67, quello successivo alla pulizia etnica giordana. Si capisce l'interesse palestinese per questa soluzione, ma non certo la sua equità o la ragione per cui l'UE dovrebbe voler dividere una città, realizzando una seconda pulizia etnica degli ebrei.

Cordialemte

ugo volli


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