Egregio Direttore, sul numero uscito il giorno 4 us, Sergio Romano si è espresso in termini che dispiace trovare su una testata con una lunga tradizione come Panorama. Parlando della complessa trattativa per la liberazione di Shalit, egli scrive testualmente: "straordinariamente asimmetrico, in questo caso, è il prezzo che ciascuno dei due contraenti è disposto a pagare. Le ragioni sono molte: ... e soprattutto l’innato sentimento che un israeliano valga molto più di un palestinese". Non è ammissibile che si dimentichi la lacerazione di tutto un popolo di fronte ad una trattativa che E' IMPOSTA da Hamas, e SUBITA da Israele, e che ci si lasci andare ad una dichiarazione nella quale io credo di vedere una chiara forma di antisemitismo, seppure volutamente celato. Altre sono poi le ragioni per le quali le parole di Romano non sono condivisibili. Ne cito in particolare due: Barghouti non potrà risolvere il conflitto tra Fatah e Hamas, a differenza di quanto scritto, e lo dimostra la semplice lettura dello statuto di Hamas, che non può essere ignorato da chi vuole commentare le vicende del conflitto. E nessun politico israeliano può preferire la mancanza di un interlocutore forte; è una dichiarazione di Romano che, neppure spiegata, lascia il lettore nella totale incomprensione della realtà. Io, personalmente, la spiego con la volontà di dare comunque sempre le colpe di tutto ai governanti israeliani. Ho ritenuto importante segnalare alla sua personale attenzione la gravissima affermazione dell'ex ambasciatore, e mi auguro che simili parole non vengano più pubblicate sul settimanale da Lei diretto. Distinti saluti