Un film per irridere la Shoà Firmato Ahmadinejad - Dieudonné. Cronaca di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 08 dicembre 2009 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Un film 'per irridere la Shoah'. La coproduzione Ahmadinejad-Dieudonné»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 08/12/2009, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Un film 'per irridere la Shoah'. La coproduzione Ahmadinejad-Dieudonné".
Ahmadinejad - Dieudonné
Roma. Uno degli attori più popolari in Francia, Dieudonné M’bala, è volato a Teheran per incontrare il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Il noto attore e attivista islamico ha raccolto fondi per un nuovo film che dovrà “irridere l’Olocausto”. Il comico maghrebino Dieudonné è un pezzo importante della Francia musulmana e di sinistra, celeberrimo soprattutto per i proclami in prima serata tv. Come quando disse che “con la bandiera israeliana mi ci pulisco il culo”. I suoi monologhi a teatro fanno sempre il tutto esaurito, viene accolto da folle che gridano “viva Dieudonné, viva la libertà d’espressione”, e c’è già chi lo chiama il Malcolm X francese. Attore e imitatore, ha anche presentato una “Lista antisionista” alle ultime elezioni europee, assieme a nomi illustri della sinistra parigina, come l’ex comunista Alain Soral e la militante verde Ginette Skandrani. Nato nella periferia parigina da madre bretone e padre camerunense, Dieudonné ha recitato anche al fianco di Monica Bellucci nel kolossal francese Asterix e Obelix e i suoi dvd vanno a ruba nei grandi magazzini del centro di Parigi. “Abbiamo ricevuto un budget rilevante che ci consentirà di fare film all’altezza di quelli di Hollywood, il braccio armato della cultura sionista”, ha dichiarato Dieudonné. L’accordo fra il comico e agitatore musulmano e il presidente iraniano sancisce il primo investimento dell’Iran nella cultura europea al fine di promuovere l’agenda negazionista e genocida. Già lo scorso marzo una schiera di attori di Hollywood andò a Teheran, capitanata dall’attrice Annette Bening, candidata all’Oscar per American Beauty, per condurre seminari “sull’arte del far cinema”. Il film di Dieudonné si chiamerà “Holocaust Pineapple” e “ridicolizzerà la natura dell’Olocausto”, in quanto “la commedia e l’ilarità sono un’arma efficace quando parliamo di critica dell’Olocausto”. Con Ahmadinejad e con il suo consigliere artistico Javad Shamaqdari, Dieudonné ha parlato dell’uso di “cinema e cultura nella liberazione delle nazioni”: “Qui a Teheran sono stato un membro della giuria del Teheran International Short Film Festival e ho visto novanta cortometraggi, tutti di eccellente qualità”, ha detto Dieudonné. “L’Iran e il Venezuela” di Hugo Chávez, dice sempre l’attore francese, “sono paesi dove la libertà d’espressione esiste davvero”. La presenza di Shamaqdari al fianco dell’attore musulmano fa capire quanto il progetto sia preso sul serio dall’Iran. Shamaqdari è infatti l’uomo “che ha costruito” Ahmadinejad alle elezioni del 2005, presentandolo come l’amico dei poveri. “Ahmadinejad è più amato in Iran di quanto lo sia Nicolas Sarkozy in Francia”, ha assicurato Dieudonné, definendo il presidente iraniano “un grande resistente” vittima di un “linciaggio mediatico”. L’islamista francese Dieudonné, che a Teheran è andato con il fondamentalista islamico Yahia Gouasmi, capo del Centro Zahra affiliato agli Hezbollah, è celebre anche perché si vanta di aver “strappato dal libro di storia di mia figlia le pagine sull’Olocausto”, e per aver definito le celebrazioni della Shoah “una pornografia della memoria” e il sionismo “l’Aids del giudaismo”, nonché per aver bollato il Crif (Consiglio delle istituzioni ebraiche) come “una comunità piagnucolosa” e Israele come “il più infernale progetto politico di tutti i tempi”. Ahmadinejad utilizza il cinema come arma culturale. Un anno fa il canale di stato iraniano ha portato sul piccolo schermo il film che legge la vita di Gesù dal punto di vista dei musulmani. Non il figlio di Dio, ma un profeta, interpretato da un attore che prima lavorava per l’Agenzia atomica iraniana. Nel film Gesù scampa alla morte, sale al cielo e al suo posto sulla croce ci finisce, guarda caso, Giuda. L’ebreo traditore.
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