I cinque libri di Isacco Blumenfeld Angel Wagenstein
Baldini Castaldi Dalai Euro 19
Radu Mihaileanu, il regista di Train de vie, ha detto: “Una cosa farebbe davvero imbestialire Hitler, vedere che siamo vivi e che il nostro umorismo non è stato cancellato dalla sua barbarie”. Puro spirito yiddish, lo stesso del bulgaro Angel Wagenstein, 87 anni, nel suo ultimo romanzo: una battuta dopo l’altra, poesia, personaggi geniali tracciati da quattro pennellate, per raccontare l’attraversamento acrobatico del Novecento di un ebreo est-europeo. Una serie di capriole di confini e nazionalità, dalla Grande Guerra (come soldato dell’impero austro-asburgico), su su lungo i pogrom e il Secondo conflitto mondiale (da polacco), la Shoah (quando, virtualmente cittadino del III Reich, perde la famiglia), il comunismo (ormai quasi sovietico) e dei suoi gulag. Del resto ogni ebreo ashkenazi di allora può narrare una vita paradossale, se è sopravvissuto. Isacco, il protagonista, alla fine, solo, sceglie Vienna. E’ anziano. Quando va a letto pensa al vecchio Shtetl, al postino Awramczyk, a rabbi Bendavid, rivede i figli ballare il Kazacok, e con l’amata Sara vola sul suo paesino, proprio come in una tela di Marc chagall.
Susanna Nirenstein
R2 Cult – La Repubblica