Gentile Battista, grazie per il suo articolo di oggi sul Corriere: la sua voce si alza e si distingue dal silenzio che circonda Israele. Io mi colloco, come scelta politica, nel centrosinistra, ma non capisco come mai nella maggior parte di quest'area non venga capito fino in fondo il dramma che ha vissuto Israele fin dal primo giorno della sua riconoscimento come Stato da parte dell'Onu; non venga compreso il legame che unisce la gente al suo esercito, composto da ragazzini e da riservisti con famiglia e lavoro; non veda il pericolo che corre quella nazione, piccola come il Piemonte, circondata da nazioni arabe che predicano, auspicano e organizzano la sua distruzione. Che non discuta di questa tremenda scelta a cui si trova di fronte: trattare la liberazione di 1400 prigionieri palestinesi in cambio di un unico, giovane soldato israeliano. Nel momento in cui dovesse succedere qualcosa ad Israele, come si comporterebbe la sinistra? Grazie per quel che lei scrive, molto cordialmente Franca Cecchinato