Yvette Szczupak-Thomas , Un diamante grezzo 30/11/2009
Un diamante grezzo Yvette Szczupak-Thomas Traduzione di Francesco Bruno Ponte delle Grazie Euro 18
Pubblicato postumo in Francia nel 2008 lo straordinario mémoir di Yvette Szczupak-Thomas ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica grazie ad uno stile intenso capace di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine. La storia di Yvette è un’odissea che attraversa tutto il Novecento e la sua vita, un alternarsi di situazioni drammatiche a momenti di tenue speranza, è al centro dei complessi accadimenti che hanno segnato il secolo scorso. “Un diamante grezzo” è l’autobiografia di Yvette Szczupak-Thomas nata in Borgogna nel 1929 e trasferitasi in Israele nel 1950 dopo la conversione all’ebraismo: è in questo paese, che percepisce come il luogo del suo “altrove”, che morirà nel 2003 nella città di Gerusalemme. Abbandonata dai genitori, ancora piccolissima viene affidata alle cure di mamma Blanche e papà Edgar, una coppia che vive nel piccolo paese di Vaux e qui conoscerà l’amore e il calore di una famiglia per la prima e unica volta nella sua esistenza. Dopo la morte dei genitori naturali Yvette viene mandata presso una fattoria a Fougilet dove subisce soprusi e angherie di ogni sorta, trovando la forza di resistere grazie ai preziosi insegnamenti di mamma Blanche: “Non dimenticare mai che nessuno può sporcarti, sminuirti, umiliarti, se non tu stessa”. Le peregrinazioni di Yvette non sono finite: dopo uno strano incidente a seguito del quale viene ricoverata in ospedale, per sua fortuna, è destinata ad un’altra coppia, Gustave e Fraise. Sono persone umili che però si affezionano alla bambina dedicandole attenzioni e affetto e con il loro aiuto Yvette ritrova un po’ di serenità e di fiducia nel futuro. Lo scenario della vicenda è quello della seconda guerra mondiale: siamo nel 1941 quando la Francia e Parigi sono sotto occupazione nazista. Pochi mesi dopo una coppia di parigini in vacanza in quei luoghi si reca alla fattoria di mamma Fraise per acquistare del cibo e casualmente fa la conoscenza di Yvette. I coniugi Zervos vedendola disegnare intuiscono in lei un talento seppur ancora “grezzo” e ne chiedono l’adozione. La vita della giovane orfana cambia radicalmente: catapultata dalla provincia ad una vorticosa bohème Yvette viene introdotta nel circolo di intellettuali e artisti come Pablo Ricasso, René Char, Paul Eluard. Christian Zervos, oltre ad essere l’editore degli storici Cahiers d’art, è un famoso collezionista d’arte e la moglie Yvonne una originale organizzatrice di eventi culturali; Yvette che finalmente viene apprezzata per il suo talento, può disegnare e studiare e nonostante le attenzioni ambigue del padre adottivo sviluppa un carattere forte e un temperamento energico. Gli anni della guerra e dell’occupazione nazista lasciano nell’anima di Yvette una profonda empatia con le vittime dell’Olocausto. In occasione di un viaggio in Israele nel 1949 in compagnia di Sacha Szczupak, che diventerà suo marito, arriva per Yvette una sorta di “illuminazione”. Sente di aver finalmente trovato ciò che cercava da sempre e che ora non dovrà cercare più. Dopo il suo ritorno a Parigi decide di lasciare definitivamente la Francia nel 1954 e, con l’aiuto della figlia di Chagall, arriverà nel paese – la sua patria dell’anima - dove trascorrerà il resto della vita dedicandosi alla pittura, alla scultura e alla poesia. “Un diamante grezzo” è un racconto commovente ma al contempo lucido come cristallo, dirompente nelle emozioni che suscita e nelle immagini che evoca. Non si può che restare affascinati da questo libro, un mémoir di intensa bellezza che non possiede la struttura del romanzo classico ma grazie alla forza bruciante dei sentimenti che esprime incanta il lettore lasciandolo senza parole.