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Ugo Volli
Cartoline
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La disinformazione di B'Tzelem, ecco come funziona 29/11/2009

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" La disinformazione di B'Tzelem, ecco come funziona"

Parlando di Medio Oriente dobbiamo fare continuamente i conti con i teorici delle due "narrative" (che è un brutto modo americano di dire "storie"). Ci sarebbe la "narrativa" cristiana e quella islamica sulle Crociate, la "narrativa" francese e quella tedesca, quella italiana e quella austriaca sui loro conflitti. E naturalmente quella israeliana e quella palestinese sul Medio Oriente. Le "narrative" sarebbero in fondo solo storie e secondo questo modo di vedere non importa, o peggio è sbagliato cercare di capire come stanno i fatti, chi ha ragione e chi ha torto. Gli israeliani (in realtà non solo loro, anche i cristiani, i romani e i greci e gli egiziani dell'epoca, i ritrovamenti archeologici, ecc. ecc.) parlano di una Gerusalemme capitale ebraica da millenni, i palestinesi dicono che "Gerusalemme è sempre stata islamica" e "che non c'è mai stato un tempio lì". Non importa quel che è vero, sono due narrative e basta, non rompetevi la testa a cercare la verità, prendete posizione a seconda della vostra ideologia, o simpatia, o dei rapporti di forza.
Naturalmente la "narrativa" palestinese non è vera, ma quella è solo storia antica, potremmo anche pensare che non importi (neppure questo è vero, ma lasciamo stare). Ma il presente? Il conflitto in atto? Be', anche lì, pensano alcuni, è questione di "narrative". Per esempio lo pensa un'organizzazione israeliana così "umanitaria" da aver scelto come nome l'indicazione che la Bibbia dà della creazione dell'uomo: "B'tzelem", cioè "a immagine" (vi ricordate "l'immagine e somiglianza"?). Il senso è che siamo tutti figli di quella creazione e abbiamo tutti gli stessi diritti, siamo tutti uguali. Benissimo, come negarlo?
Il fatto è che per B'tzelem, come accadeva nella "Fattoria degli animali" di Orwell, c'è qualcuno che dev'essere più uguale degli altri, e sono i palestinesi. Per esempio se andate sulla sezione "archivio" del loro sito, trovate molte decine di episodi di pretese prepotenze israeliane a danni dei palestinesi, dai "coloni" che disturbano il raccolto delle olive ai soldati che "picchiano" i poveracci che occupano la spianata delle moschee tirando pietre sui turisti e i fedeli che pregano al Muro del Pianto (ma questi dettagli naturalmente mancano), agli altri che arrestano quelli che poverini erano andati a fare il bagno in mare, e peggio, molto peggio, assassini mirati, arresti arbitrari, azioni militari, violazione dei diritti umani, torture e quant'altro, tutto ai danni dei poveri palestinesi; ma non risulta un singolo episodio sui 170 e rotti riportati quest'anno in cui ci sia un palestinese che non dico commette qualche atto di violenza o di terrorismo, figuriamoci, ma neppure parcheggi in divieto di sosta o tiri un piccolo petardo in direzione di Sderot, naturalmente solo per fare una simpatica goliardata. E vabbe', loro evidentemente sono fatti a immagine di un immagine migliore, gli israeliani no. Questioni di "narrative" O se volete, le Ong come questa non sono molto obiettive, e per tale ragione, come vi ho raccontato, ricevano abbondanti finanziamenti da Eurabia.
Questa "narrativa" diventa molto più interessante (e sviante)  se si prende in considerazione il comunicato che B'tzelem ha fatto per il ventesimo compleanno dell'organizzazione (parlando di se stessa in terza persona, come Napoleone). Ignoriamo gli aspetti cerimoniali e veniamo al sodo. Che è successo secondo B'tzelem negli ultimi vent'anni? Qual è la loro "narrativa"? Eccola (http://www.btselem.org/English/Press_Releases/20091122.asp): "Una prospettiva ventennale fa venire il cuore pesante, dice il direttore esecutivo Jessica Montell, specialmente per la continua violazione del diritto alla vita di palestinesi e israeliani causata dal conflitto." Dunque un "conflitto", non si capisce bene come ne perché ne causato da chi, viola questo diritto alla vita, rattristando la povera Jessica: che strano, eh? Un conflitto, così, impersonale, senza autore... ecco uno strano modello di narrativa. Ma vediamo più da vicino i dati forniti nello stesso comunicato stampa.
"Le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso negli ultimi 20 anni in Israele e nei Territori Occupati 7.398 palestinesi, di cui almeno 1537 minori. L'anno col più alto numero di morti palestinesi è stato il 2009, con 1033 morti [...] La maggior parte di loro sono stati uccisi a Gaza durante l'Operazione Piombo fuso. Il 1999 fu quello col minor numero di vittime (8 morti) [...] Durante gli ultimi vent'anni i Palestinesi hanno ammazzato 1483 israeliani, di cui 139 minorenni. Di questo numero, 488 erano membri delle forze di sicurezza e 995 civili, uccisi da attacchi palestinesi in Israele e nei territori occupati. L'anno col massimo numero di vittime israeliane è stato il 2002, con 420 morti [...]. Il 1999 è stato anche l'anno con il minor numero di vittime israeliane, che furono 4."
Vi piace questa prosa? Avete capito che è successo da quelle parti? Se non conoscete già un po' di storia non capite niente. Il '99 è stato (quasi) perché c'era stato Oslo e sembrava che si stesse arrivando alla pace. Ma subito dopo, fra Camp David e Taba Arafat decise che non gli bastavano le proposte israeliane e pensò di riuscire a forzare la partita attaccando massicciamente Israele col terrorismo. Probabilmente aveva interpretato la volontà israeliana di arrivare alla pace come debolezza e credette di poter abbattere con una spallata "l'entità sionista". Fu un grave errore, come sappiamo, che ebbe conseguenze molto gravi per i due popoli. Ma fu in seguito a tali attacchi terroristiche che il numero delle vittime israeliane in tre anni si moltiplicò per cento. Ed è di lì che riparte lo stillicidio degli atti terroristici, dei morti, delle azioni di autodifesa israeliane che colpiscono i terroristi e i loro fiancheggiatori per fermarli.
Di tutto questo B'tzelem non parla. Notate anche come in questa macabra classifica non si distingua terrorismo e guerra, bombe nei ristoranti e conflitti fra forze militari. Solo se uno riflette sul fatto che fra le vittime israeliane vi è il doppio di civili rispetto ai militari, si incomincia a capire. Lo stesso discorso vale per i morti di Gaza, dove non si racconta né dei razzi su Sderot, né della rottura ufficiale del "cessate il fuoco" annunciata da hamas qualche giorno prima che fosse lanciata l'offensiva.
 Insomma, B'tzelem conta i morti, ma non racconta i fatti. Produce una specie di "non-narrativa" per evitare di dire la semplice verità: che il "conflitto" che ha "violato il diritto alla vita" in Medio Oriente non è altro che il continuo attacco terroristico dei palestinesi a Israele, con le sue inevitabili reazioni difensive. Per tutto questo c'è un solo nome, ben diverso dall'immagine e somiglianza del divino: disinformazione, guerra propagandistica dalla parte dei palestinesi.

Ugo Volli


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