Su REPUBBLICA di oggi, 29/11/2009, un servizio sul Sudan, dove una giovane cristiana è stata condannata a 50 frustate perchè portava una gonna lunga solo fino al ginocchio. Pena immediatamente applicata.
Interessante l'informazione che Lubna Hussein, una giornalista incorsa nella stessa punizione ( ma non eseguita) ha lasciato il Sudan, e sta per pubblicare in francese un libro sulla condizione della donna in quel paese. Speriamo lo leggano le nostre femministe, che della condizione delle donne nelle dittature arabe sembra non importargli molto.
Lubna Hussein (che forse oggi il velo non lo mette più
Nel Sudan dell´onnipotente Omar al Bashir una gonna lunga fino al ginocchio è un crimine da punire con pene corporali. Silva Kashif, sedicenne di Karthoum, è stata fermata qualche giorno fa da un poliziotto e condotta in tribunale con l´accusa di abbigliamento "indecente". Indossava gonna e camicetta, stava andando al mercato a comprare un po´ di verdura. In base alla sharia, la legge coranica, la ragazza è stata condannata a cinquanta frustate inflitte davanti al pubblico, al momento della sentenza, da un´ufficiale donna. «L´hanno trattata come una criminale» accusa ora la madre, Jenty Doro, annunciando che farà causa alla polizia sudanese. «Non siamo stati avvertiti del suo arresto - ha raccontato - quando ho saputo che mia figlia era stata frustata mi sono messa a piangere». L´avvocato della famiglia sostiene che la condanna rappresenta una violazione della legge perché Silva è minorenne e di religione cristiana.
Quasi tre mesi fa, un´altra donna sudanese era stata condannata per la sua "indecenza". La colpa di Lubna Hussein, un nota giornalista, era di aver portato pantaloni troppo stretti e "moderni". Nel suo caso la pena era stata convertita in una multa in denaro, pagata dall´ordine dei giornalisti locali. Lubna Hussein è poi fuggita dal Sudan, ha scritto un libro appena pubblicato in Francia e vuole battersi per i diritti di tutte le donne contro la sharia. L´applicazione della legge coranica, istituita subito dopo il colpo di stato del generale al Bashir ormai vent´anni fa, è tra le cause della guerra civile tra le fazioni del nord e quelle del sud del paese, a maggioranza cristiana.
Secondo molte associazioni dei diritti umani, le norme della sharia inserite nel codice penale sudanese, sono troppo vaghe e provocano spesso abusi. In base alla legge, chi «commette un atto indecente, un atto che viola la moralità pubblica o porta vestiti indecenti» può essere condannato ad un massimo di 40 frustate. Alcuni osservatori fanno notare che le pene "esemplari" legate alla sharia stanno aumentando con l´avvicinarsi delle elezioni parlamentari e presidenziali previste in aprile. I sudanesi dovrebbero poter votare per la prima volta tra diversi candidati. Ma l´opposizione sudanese ha già minacciato di boicottare le elezioni. Bashir, che è oggetto di un mandato di cattura internazionale per genocidio e crimini contro l´umanità da parte della Corte penale internazionale, non ha infatti ancora realizzato le riforme democratiche promesse. (a.g.)
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