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Ugo Volli
Cartoline
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Cari amici, la regola d'oro è 'follow the money', seguite i soldi 26/11/2009

Cari amici, la regola d'oro è 'follow the money', seguite i soldi

Cari amici, vi ricordate le cartoline "follow the money" che vi ho scritto qualche mese fa? Quel che veniva fuori, seguendo il denaro, era che c'era una correlazione molto stretta fra l'elenco delle organizzazioni non governative impegnate nel Medio Oriente finanziate dall'Unione Europea o da governi come quello spagnolo e norvegese e l'atteggiamento "buono" di queste ONG. Insomma, se prendevano i soldi europei erano programmaticamente anti-israeliane, se erano anti-israeliane prendevano i soldi.
Adesso sui giornali israeliani si trova con rilievo un'altra notizia della stessa serie, ma con qualche implicazione in più. A New York ha sede una Alavi Foundation, collegata al governo iraniano, tant'è vero che nell'ambito alle sanzioni all'Iran le sono stati sequestrati beni per oltre 500 milioni di euro (mille dei vecchi miliardi di lire!). Bene, è saltato fuori che questa fondazione ha recentemente finanziato, e per centinaia di migliaia di dollari non  noccioline, due delle più importanti università americane, Columbia e la Rutgers. Che c'è di male? direte voi, il progresso della scienza è un obiettivo soprannazionale, regalare soldi per il sapere è un'ottima cosa, anche se sono soldi iraniani. Del resto lo diceva anche Vespasiano, no: non olent, i soldi non puzzano mai.
Be', si dà il caso che Columbia sia l'università che ha ospitato i discorsi propagandistici di Ahamdinedjad in occasione delle sue malgradite visite all'Onu. E' stata finanziata perché l'ha ospitato o l'ha ospitato perché è stata finaziata? Difficile dirlo. Resta la correlazione. E c'è di più. Si dà il caso che il prof. Amirahmadi,  presidente del dipartimento di Iranian studies ed ex capo del Center for Middle Eastern Studies, i centri che sempre a Columbia hanno fruito maggiormente dei finanziamenti, sia anche presidente dell'associazione no profit American-Iranian Council, quella che difende nella politica americana la legittimità di Hezbullah e di Hamas, e che se non sbaglio risulta fra i finanziatori della nuova lobby di estrema sinistra "pro-peace" "J Street", di cui avete sentito parlare. Anche qui, fa politica filo-iraniana perché prende i soldi, o li prende per la sua politica? Non importa, in realtà, è chiaro chi è la marionetta e chi il burattinaio.
 Qualcosa del genere è saltato fuori per tal prof. John Esposito, un accademico che ha scritto un libro molto citato da eurarabi e americanarabi, Who Speaks for Islam? What a Billion Muslims Really Think, dove si sostiene che non bisogna fare troppo caso agli estremisti nel mondo islamico, come al Qaida e gli altri terroristi, perché sono solo il 7 per cento dell'universo musulmano, mentre la stragrande maggioranza di loro vuole solo la pace e la democrazia. Miele per le orecchie di Obama, e da noi dei vari D'Al Ulema, degli svedesi politically correct e degli inglesi che amano la shaaria. Be', secondo il Jerusalem Post è capitato che il centro di ricerca di Esposiuto si sia preso un bell'assegno di 20 milioni di dollari (15 milioni di euro) dal principe saudita Al-Waleed bin Talal, una persona così amica della democrazia e dell'America che il sindaco Giuliani rifiutò, dopo l'11 settembre, un suo altro suo assegno benefico, perché sua altezza sosteneva nel contempo che gli attentati erano il giusto frutto della politica americana in Medio Oriente.
Lo stesso Al-Waleed bin Talal del resto, ha finanziato direttamente l'università di Oxford l'anno scorso per 8 milioni di sterline (10 milioni di euro): solo una piccola parte, peraltro dei 233 milioni di sterline (280 milioni di euro circa, lo stesso ordine di grandezza del "fondo di finanziamento ordinario" che le principali università italiane ricevono dal ministero) che secondo uno studio del Prof. Anthony Glees i sauditi hanno pompato nelle università britanniche.
Sapute queste cose, forse vi sorprendete di meno per le proposte di boicottaggio accademico contro Israele che partono dalle università anglosassoni e dall'atteggiamento anti-israeliano che vi regna quasi incontrastato. Anche per le opinioni dei miei colleghi professori universitari, puri servitori della verità che abitano in austere torri d'avorio, cari amici, la regola d'oro è "follow the money", seguite i soldi.

Ugo Volli


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