Burqa vietato a Varallo Sesia Cronaca di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 26 novembre 2009 Pagina: 37 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Burqa vietato. Paese tappezzato di cartelli in arabo»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 26/11/2009, a pag. 37, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Burqa vietato. Paese tappezzato di cartelli in arabo ".
Se non capiscono che burqa, burqini e niqab sono vietati, glielo si mostra con un disegnino. Tanto per favorire l’incontro delle culture, purché nel rispetto della legalità, a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, il messaggio appare inlingua italianae anchein traduzione araba. Indossare indumenti che impediscano il riconoscimento è vietato da un’ordinanza comunale, che prevede anche 500 euro di multa per i trasgressori. L’ignoranza delle leggi non è una scusa, ma allo scopo di evitare che qualcuna faccia finta di non saperlo, arrivano i cartelli stradali a ricordarlo. Le immagini mostrano il classico simbolo del divieto stradale (un cerchio rossocon unabarra diagonale) e unaX rossa sovrapposta a disegni degli indumenti del fondamentalismo islamico. Cosa significhi la dominazione dell’islam, a Varallo Sesia lo sanno bene. Nel secolo XV dovettero costruire addirittura un Sacro Monte per replicare il pellegrinaggio in Terrasanta, reso impossibile a causa della nuova conquista di Costantinopoli, e più tardi di Gerusalemme, da parte dei musulmani. Se l’apparato iconografico servì allora, può tornare utile anche adesso. Così il sindaco Gianluca Bonanno, deputato della Lega Nord, non nuovo ai “provvedimenti creativi”, ha fatto montare da alcunigiorni la segnaletica anti-burqa. Dalla prossima settimana saranno integrati da segnali ancora più grandi e visibili, in corso di progettazione. I cartelli ricordano inoltre che è vietata l'attività di “vù cumpra”e mendicanti, ma permettono gli hijab, i veli islamici che lasciano scoperto il viso. L'ultimo era stato la nascita dell’as - sessorato alla Dieta, con un premio in denaro (fino a 150 euro) al cittadino che dimostra di perdere peso e soprattutto di riuscire a mantenere il risultato ottenuto a distanza di tempo. «Oltre a fare ordinanze, che anche altri hanno fatto, trovo molto più immediato e comprensibile se si installano i cartelli», spiega Buonanno al’agenzia Apcom: «Non siamo contro qualcuno, ma per una vera integrazione. Qui ci sono delle regole e vanno rispettate, vogliamo rispetto e legalità. Viviamo abbastanza bene da noi, ma prevenire è meglio che curare». In programma, c’è anche una nuova «iniziativa prevista dal decreto sicurezza ». Dalla prossima settimana,annuncia Buonanno «proporremo a ogni extracomunitario maggiorenne della città una sorta di contratto personale, nel quale ci si impegna a rispettare le nostre tradizioni, usi e costumi, dal crocifisso al presepe a scuola. La firma è naturalmente libera, ma chi non lo fa poi non venga a chiedere aiuti per mense e scuolabus. Significa che l'integrazione non ti interessa». Tanto per far capire, soprattutto agli immigrazionisti, che la cittadinanza presuppone anche un elemento culturale, non soltanto un riconoscimento giuridico o burocratico.
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