Caro Volli,
Della visita del Papa in Israele, oltre al pianto fatto sotto il muro
(che non era del pianto), mi ha colpito l'immagine di vedere Benedetto
XVI che indossò la kefiah.
Vorrei porle una domanda, anzi due:
1. Il Papa è successore di Pietro; ma Pietro quando andava in sinagoga
e al Tempio a pregare non metteva il tallit?
2. "Gesù è ebreo e lo è per sempre"(1). Se le cose stanno così anche
Gesù quando andava in sinagoga o nel Tempio metteva il tallit.
C'è qualcuno degli eminenti che può chiarire ai cristiani credenti se
Gesù era ebreo e quindi di consegeunza si comportava come tale o era
già palestinese, come lo dicono gli arabi?
Un cordiale Shalom
Dario Bazec
(1). III. Radici ebraiche del cristianesimo, § 1, sta in "Ebrei ed
ebraismo nella predicazione e nella catechesi della chiesa cattolica -
Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo - Sussidi per una
corretta interpretazione" f.to Card. Giovanni Willebrands.
Gentile signor Bazec,
ai tempi di Gesù i palestinesi non c'erano: per quanto ne sappiamo le tribù arabe facevano un po' i pastori un po' i banditi in fondo alla penisola araba. Il nome Palestina non era usato, si parlava di Eretz Israel. La regione fu chiamata Palestina dai romani quando cercarono di fare la pulizia etnica degli ebrei dopo la distruzione di Gerusalemme, nel '70. I Filistei non c'entrrano per nulla, erano una popolazione indoeuropea, probabilmente legata ai famosi "popoli del mare", che a quel tempo era da tempo uscita dalla scena della storia. Infine che Gesù fosse un ebreo e devoto si deduce da tanti dettagli degli stessi Vangeli: la sua affermazione "non sono venuto a cambiare neanche una iota (una jud?) nella Torah, ma ad attuarla", le citazioni bibliche e talmudiche di cui i suoi discorsi sono pieni, la stessa celebrazione del seder che è ciò che oggi si chiama "Ultima cena". Quel che le ho scritto non sono ipotesi fantasiose, ma fatti storici accertati da tutti gli studiosi, anche e soprattutto di parte cristiana. Cordialmente
Ugo Volli