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Informazione Corretta Rassegna Stampa
22.11.2009 Sergio Itzak Minerbi risponde ad Arrigo Levi
E conferma le nostre osservazioni

Testata: Informazione Corretta
Data: 22 novembre 2009
Pagina: 1
Autore: Sergio I.Minerbi
Titolo: «Sergio Itzak Minerbi risponde ad Arrigo Levi»

Abbiamo pubblicato ieri il pezzo di Arrigo Levi (La Stampa, 21/11/2009), con le nostre osservazioni. Nell'analisi di Levi era citato l'ambasciatore Sergio Itzak Minerbi, il quale ci ha inviato questo commento che siamo lieti di pubblicare:
(nella foto a destra Sergio I.Minerbi)

 
Arrigo Levi

Leggo sempre con interesse quanto scrive Arrigo Levi e lo ritengo fondamentalmente un amico di Israele. Ma questa volta ha preso fischi per fiaschi. Netanyahu arrivato al potere qualche mese fa, ha fin dall’inizio proclamato di voler riprendere al più presto il negoziato con Abu Mazen. Questi però rifiuta recisamente e il suo Primo Ministro, Salam Fayad, lancia nel frattempo il progetto di una dichiarazione unilaterale palestinese sulla costituzione del nuovo stato dimentincando che una dichiaraziuone simile fu già fatta nel 1988 ad Algeri e non ebbe alcun conseguenza. Se Abu Mazen abbandona il negoziato non si può incolpare Israele e pretendere che le pressioni di Obama “hanno ricevuto una dura risposta”. Chiunque abbia visitato Gerusalemme negli ultimi venti anni poteva rendersi conto che gli Israeliani stavano costruendo a Ghilò:. Quindi la decisione di una commissione per la pianificazione che era probabilmente ignota a Netanyahu, non può offendere nessuno. Gonfiare a dismisura questo fatto non aiuta la pace. Alcuni osservatori sembrano dimenticare l’assioma che per fare la pace bisogna essere in due. Se dopo anni di negoziato i palestinesi tornano ad esigere il ritorno dei profughi alle loro case, ciò significa che non vogliono nessuna pace con Israele. Sono convinti di non dover fare nessuna concessione e se anche hanno perso tutte le guerre con Israele, pensano che con l’appoggio internazionale potranno imporre a Israele le loro condizioni. Purtroppo il mondo arabo non ammette Israele in nessun territorio, picccolo o grande che sia. Quando l’Egitto ha perso la partita di calcio contro l’Algeria, lo Sceicco Tantawi la più alta autorità religiosa egiziana, ha affermato che gli Israeliani avevano festeggiato tale perdita. Ciò è falso ma significa che nemmeno la firma di un trattato di pace e la restituzione di ogni centimetro quadrato di territorio egiziano, può rendere accettabile Israele. La pace è possibile ma è frutto di concessioni reciproche. Fino a che i Palestinesi e gli Arabi della regione non vorranno capire questa verità, sarà impossibile avanzare sul cammino della pace.
SERGIO I. MINERBI


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