Gentile redazione di Informazione Corretta,
mi sono preso la briga di rispondere alle "10 domande sul sionismo" avanzate dal Forum Palestina e che saranno oggetto dell'omonimo convegno che si terrà a Roma il 28 Novembre.
http://www.boicottaisraele.it/files/index.php?c3:o83:e1
Sto valutando la mia partecipazione, per presentare le mie 10 risposte che vi riporto in basso (e anche in allegato) e che vi autorizzo a pubblicare, se le trovate interessanti.
Cordiali Saluti,
Luca Wulzer
1) Il sionismo nasce nell’Ottocento come movimento politico finalizzato all’affermazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno stato ebraico in una parte dell'antica terra di Israele.
Il sionismo è un movimento laico, figlio del suo secolo, ma allo stesso tempo affonda le radici nell’antichità, nel ricordo mai sopito dell’antica patria perduta.
Ogni anno la preghiera pasquale scandita da milioni di ebrei dispersi per i quattro continenti è stata “l’anno prossimo a Gerusalemme”. Una preghiera e un sogno. Il sogno per eccellenza, per riscoprire l’orgoglio di possedere dei beni, coltivare una terra e per fuggire da sofferenze, discriminazioni, persecuzioni.
L’ Ottocento si caratterizza per una moltitudine di eventi e fenomeni storici, ed è superficiale limitare l’interesse al colonialismo europeo. E’ piuttosto il secolo del socialismo e del riscatto nazionale di popoli oppressi, movimenti ai quali Il sionismo è assai debitore.
2) Il Sionismo non era l’unica opzione possibile, e in effetti non è stata l’unica sperimentata. Gli ebrei hanno percorso le strade dell'assimilazione, del socialismo, del comunismo, del bundismo, della rinnegamento pura e semplice delle proprie origini. Tra tutte le vie, il sionismo non era la più agevole ma la più nobile. L’unica scelta che avrebbe garantito un futuro diverso allo sfortunato popolo ebraico. L’unica opzione che se si fosse concretizzata in tempo avrebbe scongiurato la più grande catastrofe mai abbattuta sul popolo ebraico: la Shoah.
3) Le conseguenze sono state molteplici. lA più evidente è stata quella di portare sotto i riflettori una derelitta e spopolata provincia dell'allora impero ottomano. L' improvviso benessere portato dagli immigrati ebrei ha avuto come conseguenza, una parallela immigrazione in Palestina di immigrati arabi dal Maghreb.
Un'altra conseguenza a lungo termine del sionismo è stata quella di permettere la concezione di uno stato arabo palestinese. Può sembrare assurdo oggi fino agli anni '60 pochi all'interno del mondo arabo e islamico sentivano l'esigenza di uno stato arabo palestinese indipendente, che in effetti non è mai esistito storicamente. La storia non si fa con in sé ma è assai probabile che senza sionismo, non sarebbe sorto nemmeno uno stato chiamato “Palestina”, il cui territorio sarebbe stato spartito tra Siria, Giordania e Egitto.
4) La prima domanda è poco chiara e parte da un presupposto falso. Se proprio bisogna trovare un denominatore comune per le elite dei paesi occidentali è piuttosto il neoterzomondismo, l’ideologia che difende a tutti i costi il multiculturalismo anche nei suoi aspetti più biechi, e che si presenta come difensore della religione islamica e dell’ideologia islamista, considerati ambedue al di sopra di ogni critica. Questo neoterzomondismo è capace di unire l’èlite comunista e socialista, parte rilevante del mondo cattolico di destra e di sinistra, fascisti e neo fascisti, islamici ed islamisti, progressisti e conservatori.
Se invece la domanda ammicca, senza avere il coraggio di dirlo apertamente al presunto strapotere di lobby e gruppi di pressioni ebraici e sionisti, è necessario ricordare che nei paesi liberali e democratici è consentito ancora, a gruppi di interesse, nel rispetto della legge, di unirsi e di operare nella difesa di interessi e idee comuni.
E’ rilevante piuttosto sottolineare che oggigiorno gruppi di influenza che difendono la libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico sono in minoranza rispetto alle lobby arabe, filoarabe e neoterzomondiste.
Anche la seconda domanda parte dal presupposto fallace che ci sia un movimento neocolonialista coordinato e organizzato, al fine di sottomettere i paesi in via di sviluppo. Nel mondo reale non c’è traccia di questo fenomeno storico, e in ogni caso non si vedrebbe il nesso con l’ideologia che difende e promuove la libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico (il sionismo).
5)Quello che chiamate sionismo reale, presumo si possa tradurre con l’espressione “diritto di Israele a esistere in quanto stato ebraico, ebraico non solo come religione ma come lingua e cultura, e pretesa degli israeliani di difendere questo diritto”.
Questo diritto è al centro delle discussioni e dei pensieri dei suoi negatori di professione.
Se non fosse per l’ossessione maniacale con cui gli antiisraeliani delegittimano l’esistenza stessa di Israele, tale diritto influenzerebbe “le scelte strategiche dei paesi dell’Europa, dell’Africa, dell’America Latina e degli Stati Uniti” , quanto quello dei greci, degli egiziani, degli armeni, dei coreani, dei cubani, di tutti quei popoli a cui nessuno si sogna di mettere in discussione il diritto a vivere nella propria patria.
6)Assolutamente si. L’antisionismo è una forma di antisemitismo, più sottile ma non meno perniciosa degli antisemitismi storici: l’antigiudaismo cristiano e islamico, l’antisemitismo biologico, l’antiebraismo su basi economiche di stampo socialista.
7) Israele e il popolo ebraico hanno ancora molti amici genuini in Italia, così come ci sono ancora molte persone che difendono ideali di giustizia, solidarietà e libertà. Purtroppo gli estimatori di Israele, così come gli estimatori autentici del libero pensiero sono in minoranza rispetto al mare variegato degli odiatori di professione, che divisi su tutto, ritrovano miracolosamente l’armonia nel nome dell’odio e dell’antipatia per Israele.
Il vero unico rischio è che questi ultimi egemonizzino la vita politica e culturale e italiano soffocando ogni forma di dissenso.
8) Un’unica domanda racchiude questione completamente diversi che sarebbe stato meglio trattare separatamente. Il negazionismo è messo all’indice in alcuni paesi europei, ma è l’ideologia ufficiale di tutti gli stati islamici.
Non esiste un unico monopolio dell’orrore. E’ probabile che la vera domanda che voleva uscire dalla bocca dell’accusatore, strozzata in gola per un residuo di pudore, era “Non ne avete parlato un po’ troppo di questo Olocausto? Sono morti milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale, ma perché non parlate dei migliaia di arabi e palestinesi morti negli ultimi sessanta anni?”
La storia umana abbonda di massacri, ma ciò che rende unica la Shoah, ancora più che le sue enormi dimensioni, è la sua gratuità. Gli ebrei non facevano esplodere bombe nei mercati, non rivendicavano autonomia o indipendenza. Erano cittadini leali e laboriosi degli stati a cui appartenevano. Furono sempre discriminati, perseguiti e alla fine annientati solo per il loro essere "ebrei". I diversi massacri storici, come quelli dei nativi americani da parte dei colonizzatori europei, delle tribù ebraiche della penisola Arabica e dei cristiani del Nord Africa da parte di Maometto e dei suoi seguaci, la distruzione di Cartagine da parte dei romani, furono feroci e spietati, ma citando Corrado Augias: << Furono (come tutti gli altri) massacri di conquista, rientravano nella brama di dominio innata nella specie umana.>>. La Shoah è stato invece uno sterminio scientifico e irrazionale allo stesso tempo. Un abominio senza precedenti.
E' difficile spiegare, se non con la malafede, come si possa accomunare nella stessa definizione un milione di bambini morti ammazzati ad Auschwitz, con qualche centinaio di bambini palestinesi morti, in cinquanta anni di guerra arabo israeliana.
9)Il boicottaggio è considerato dagli odiatori di Israele una normale forma di pressione internazionale. Normale per gli antisemiti boicottare gli ebrei come è normale per i pesci nuotare negli oceani, e per gli uccelli librare in volo.
Concordato che sia normale, bisogna chiedersi se sia giusto e se sia morale.
10)Una minaccia, infatti è utilizzata in quanto tale dalla leadership palestinese “moderata” e dalle elite di sinistra e neoterzomondisti