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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.11.2009 Teheran,Damasco,Gaza: ecco il percorso del terrorismo
Documentato nell'analisi di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 novembre 2009
Pagina: 18
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Esplosione a Damasco in una base segreta. Salta un razzo: 9 morti»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 21/11/2009, a pag.18, con il titolo "Esplosione a Damasco in una base segreta. Salta un razzo: 9 morti " una accurata analisi di Guido Olimpio sulle continue attività del terrorismo palestinese, che documenta in termini precisi il percorso delle alleanze degli stati canaglia. Dall'Iran alla Siria, le armi giungono fino a Gaza per gli arsenali di Hamas. Armi la cui gittata consente di raggiungere Tel Aviv.
Ecco il pezzo:


Da sin. Assad, Ahmadinejad, guerriglieri di Hamas

WASHINGTON — Primi giorni di novembre. In una base vicino a Damasco sono arrivati dei nuovi razzi di pro­duzione iraniana. Ordigni che possono essere trasferiti «in pezzi» in modo da facili­tarne il passaggio nei tunnel di Gaza. Le armi, infatti, sono identiche a quelle fornite a Hamas. E nella base è in cor­so il training per piccoli grup­pi di miliziani palestinesi. Si addestrano a scomporre e ri­comporre i razzi sotto la gui­da di alcuni ufficiali dei pa­sdaran iraniani. Durante una delle esercitazioni qualcosa va storto, uno dei missili esplode. Molte le vittime: 5 elementi di Hamas, due pa­sdaran e due ufficiali dell’in­telligence militare siriana.

L’incidente, se trapela, può creare imbarazzo. Abd Al Fatah Kudisya, capo degli 007 siriani, e i dirigenti di Ha­mas manovrano per coprire la strage. Le vittime palestine­si sono tumulate a Mukha­yam Al Yarmuk, cimitero che accoglie i «martiri della Pale­stina ». Ai familiari viene rac­contata una versione di co­modo: «I 5 miliziani sono
morti in un incidente strada­le », è la spiegazione del parti­to. I feriti sono, invece, curati nell’ospedale militare di Da­masco. Le salme degli irania­ni sono rimpatriate e nessu­no fa domande. Restano i due ufficiali siriani. Il primo è un maggiore della minoran­za alawita (la stessa del presi­dente Assad) nato nella regio­ne di Idleb. Il secondo è un te­nente di stirpe curda origina­rio della cittadina di Raqqa, nel Nord-Est del Paese. Per i parenti dei due 007 i superio­ri confezionano una fine da patrioti: «Gli eroi sono cadu­ti durante un’operazione co­perta contro un gruppo isla­mista ». Onori e lacrime.

L’episodio è una conferma
degli sforzi di Hamas di do­tarsi di armi che possano rag­giungere il territorio israelia­no. Missili che possono ave­re un impatto politico e psico­logico. Un piano sostenuto dai due fornitori ufficiali, la Siria e l’Iran. In particolare quest’ultimo Paese ha modifi­cato i razzi per poterli con­trabbandare verso il territo­rio della striscia di Gaza.

Una filiera ben organizzata che prevede complessi trasfe­rimenti dei carichi bellici. Mercantili portano le armi in Sudan, da qui proseguono verso l’Egitto e, con l’assisten­za delle tribù beduine, arriva­no poi al confine con l’area palestinese. Un network di 300 gallerie — il loro nume­ro però sembra essere sceso negli ultimi mesi — permet­te di farli arrivare dall’altra parte.

Difficoltà logistiche, liti con i contrabbandieri, inter­dizione degli israeliani rendo­no difficili i traffici ma non li impediscono. Lo dimostra un evento recente. Poche set­timane fa i palestinesi hanno testato un nuovo ordigno con una gittata di 60 chilome­tri, dunque in grado di colpi­re anche Tel Aviv. Un incre­mento significativo rispetto
alle armi in dotazione reso possibile dalla collaborazio­ne di Teheran che ha fornito il razzo. Fonti francesi hanno poi rivelato che i guerriglieri di Hezbollah hanno «consi­gliato » Hamas su come rior­ganizzare le proprie forze ed usare al meglio i missili. Sug­gerimenti frutto dell’espe­rienza vissuta sul campo dai miliziani sciiti nella guerra contro Israele nell’estate 2006. Un conflitto dove l’Hezbollah è riuscito a tene­re sotto tiro, per settimane, la parte settentrionale dello Stato ebraico. E in questo quadro i razzi si sono rivelati uno strumento di propagan­da formidabile. Israele ha in­flitto danni pesanti al nemi­co ma fino a un’ora dal cessa­te il fuoco gli Hezbollah sono stati in grado di sparare le lo­ro katyusha.

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