Israele è cattivo, i palestinesi poveri oppressi 19/11/2009
Adesso non la vogliono più. L'indipendenza, voglio dire. I palestinesi non vogliono più l'indipendenza, anzi non l'hanno mai voluta, è una menzogna israeliana. Cioè, sì che la vogliono, ma non la vogliono più proclamare prossimamente da soli, specialmente dopo che perfino l'Unione Europea e gli USA han detto loro che non era il caso, che devono trattare e non fare propaganda. Dunque, hanno deciso che non intendono proclamarla, non si sono mai sognati di farlo, figuriamoci. Propaganda israeliana, loro non fanno di queste cose. Però... però adesso vogliono che l'Onu decida lui che quando sulla base di trattative si deciderà di costituire uno stato palestinese, questo dovrà avere i confini del '49. Il che significa che Israele non può accettare e che dunque non ci sarà mai la pace. O, se preferite, che la sola premessa della pace sarebbe una sconfitta militare di Israele. E' impossibile che venga da loro, dunque quel che cercano sono alleati per fare la guerra a Israele: non facilissimi da trovare in questo momento. In realtà è un altro pretesto per non trattare davvero, avendo l'aria di aver ragione. Propaganda. Il fatto è questo: una volta la guerra si combatteva con le armi, in questo momento si combatte soprattutto con la propaganda (e i tribunali, che sono diventati una parte della propaganda, con l'aiuto di Goldstone). Quando la guerra si combatteva con le armi (attentati suicidi inclusi) gli arabi dicevano: vogliamo ammazzare tutti gli israeliani, distruggere il loro stato, cacciarli via dalla terra. Noi siamo terribili, inseorabili e crudeli. Adesso dicono: gli israeliani vogliono ammazzarci tutti, distruggere il nostro stato, cacciarci via dalla terra. Loro sono terribili, inesorabili e crudeli. Peccato che la prima cosa fosse vera (ed è ancora vera) e la seconda no, non foss'altro che per il semplice fatto che è impossibile (come potrebbero sette milioni di israeliani ammazzare o anche cacciar via 300 milioni di arabi?). Pura menzogna, che però non regge da sola, perché Israele è uno stato democratico, aperto, con una giustizia e una stampa molto libere e un'opinione pubblica che avrebbe soprattutto voglia di starsene a lavorare in pace, pensando alle vacenze. Dunque si tratta di inventarsi ogni giorno qualcosa per sostenere la menzogna: oggi le stragi di civili a Gaza, domani il complotto degli archeologi per far crollare la moschea di Al Aqsa, dopodomani la fondazione di nuove "colonie", fra tre giorni le dimissioni di Abu Mazen, fra quattro l'indipendenza, fra cinque l'assalto di estremisti ebrei al monte del tempio, fra sei i confini decisi dall'Onu. La giudeizzazione di Gerusalemme, il furto dell'acqua, gli organi rubati ai cadaveri, la fame di Gaza. E chi più ne ha, più ne metta. C'è una macchina propagandistica incredibile in moto, che sforna una palla al giorno. Sostenuta, beninteso, dagli antisionisti di tutto il mondo, inclusi parecchi volonterosi israeliani (della sinistra, di Haaretz, dell'autonominata intellighenzia ecc.) e parecchi ebrei nel mondo (di nuovo, l'autonominata intellighenzia di sinistra...) Non è facile, ci vuole fantasia, le palle primo o poi scoppiano, ma non importa. Tanto, non occorre neanche smentire, parecchia gente si beve quel che le propinano, tanto il messaggio fondamentale è sempre lo stesso, Israele è cattivo, i palestinesi poveri oppressi.