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La Stampa Rassegna Stampa
19.11.2009 Napolitano favorevole all'ingresso della Turchia in Europa
Noi pure,a patto che il processo di islamizzazione venga cancellato

Testata: La Stampa
Data: 19 novembre 2009
Pagina: 13
Autore: Antonella Rampino
Titolo: «Napolitano : ' Turchia un ponte per il dialogo con l'islam moderato '»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 19/11/2009, a pag. 13, l'articolo di Antonella Rampino dal titolo " Napolitano : ' Turchia un ponte per il dialogo con l'islam moderato ' ".

Il presidente Napolitano è favorevole all'ingresso della Turchia in Ue. Se le sue parole sono rivolte alla Turchia laica, condividiamo. Basta cacciare il governo Erdogan, responsabile dell'islamizzazione della Turchia. Vice versa, la Turchia non è la benvenuta in Europa, dal momento che i suoi valori sono totalmente all'opposto rispetto a quelli delle democrazie occidentali.
Ecco l'articolo:

 
Giorgio Napolitano

L'ingresso della Turchia a pieno titolo, come stato membro dell'Unione? «E' ormai un problema di credibilità per la stessa Europa». Sono davvero lontane le polemiche italiane, per il Presidente della Repubblica impegnato in una visita di Stato che avviene «in un momento cruciale dell'integrazione europea», e non senza un presidenziale sprone al governo di Ankara affinché affronti «energicamente e subito» la criticità di Cipro, un fronte di cui però dovrebbe farsi carico la stessa Ue, firmando il trattato di Ankara.
Pensa, Napolitano, anzitutto a un'Europa potenza, quella di cui parlò anche Valery Giscard d'Estaing, un'Europa che, con la Turchia, svolge un ruolo-ponte con l'Islam «evolvendo in senso moderato del mondo musulmano». Ricorda che solo in Italia vivono un milione di musulmani», di cui auspica la piena integrazione. E sembra un destino segnato, in questa visita di Stato: le parole presidenziali trascorrono poche ore prima del violento attacco di Bossi agli immigrati che «devono tornarsene tutti a casa», proprio come il giorno prima Napolitano s'era trovato a difendere il parlamentarismo italiano anticipando una polemica filo-presidenzialista innescata, ore dopo, dalla presa di posizione del presidente del Senato Schifani.
Ma delle eco di Roma Napolitano non parla, la linea è quella di sempre, «non commentare per preservare le prerogative del Quirinale», fanno sapere i suoi più stretti collaboratori. Che smentiscono con stupore le voci rimbalzate ad Ankara, «nessuno di noi è stato al telefono tutta la notte con Palazzo Chigi, come hanno scritto alcune agenzie di stampa». E nessuna irritazione quirinalizia, aggiungono: non solo la presa di posizione del presidente del Senato Schifani è valutata come «essenzialmente politica», soprattutto gli scenari di elezioni anticipate - a oggi peraltro smentiti da Berlusconi - vedrebbero comunque i presidenti del Parlamento consultati, così come recita la Costituzione.
Appena approdato ad Ankara, Giorgio Napolitano ha visto dispiegarsi sui quotidiani, dall'Herald Tribune fino al turco Hurriyet, la nuova questione ottomana, ovvero la Turchia che si volge più ad Oriente che ad Occidente, raccogliendo i consensi di Ahmadinejad, impostando partnership militari con la Siria. E dunque, non solo negli incontri bilaterali col premier Erdogan prima e poi col capo dello Stato Abdullah Gul, ma anche nella lectio magistralis all'università di Ankara ribadisce con forza che «l'ingresso della Turchia come stato membro è un valore aggiunto per l'Europa, un suo rafforzamento sulla scena mondiale». E l'Europa sui negoziati avviati nel 2005, e che «non è detto che vadano a buon fine», «si gioca la propria credibilità, credo di poterlo dire apertamente e responsabilmente».

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