Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/11/2009, a pag. 17, l'articolo di Giuliano Gallo dal titolo " La Russa rassicura Israele: non ridurremo le truppe in Libano ".
GERUSALEMME — Aerei senza pilota, robot di ultima generazione, «jammer», cioè disturbatori elettronici in grado di bloccare l’innesco di una bomba. In una base vicina al confine con la Striscia di Gaza, al riparo da telecamere e giornalisti, il ministro della Difesa è venuto a vedere gli ultimi gioielli della tecnologia militare israeliana che presto — compatibilmente con i magri bilanci della Difesa — l’Italia potrebbe comperare. «Siamo interessati a tutto quello che può essere di aiuto alla sicurezza dei nostri militari, in Afghanistan e ovunque nel mondo», spiega il ministro. L’industria italiana collabora da tempo con quella israeliana, specie nel campo dell’elettronica più sofisticata: un accordo del 16 giugno del 2003 regola la cooperazione fra i due Paesi siglato dall’ex ministro della Difesa Mofaz e da Berlusconi.
La Russa ha incontrato a Tel Aviv il suo collega Ehud Barak e a Gerusalemme il premier Benjamin Netanyahu. Con il primo per parlare, oltre che di armamenti, anche della missione italiana in Libano: poche settimane fa il governo israeliano ha fatto sapere informalmente che avrebbe gradito un prolungamento di altri sei mesi del comando italiano, affidato al generale Claudio Graziano. In passato c’erano state polemiche da parte israeliana per la gestione del generale italiano, ma nell’ottobre scorso il cambio di rotta di 180 gradi: troppa instabilità al confine, ma soprattutto poca fiducia negli spagnoli (che dovrebbero subentrare nel comando della missione Unifil). E dunque fate restare Graziano.
«Ho detto a Barak che è nostra intenzione far subentrare la Spagna — spiega ora La Russa —. Deciderà l’Onu il momento più opportuno, per noi anche immediatamente alla scadenza del mandato». Cambio dunque, ma senza riduzione di truppe come si era ventilato nei mesi scorsi da parte italiana. «Non ci sarà mai unilateralmente una diminuzione di truppe», assicura il ministro. Dopo una visita al museo dell’Olocausto, Yad Vashem, l’incontro con Netanyahu. No del ministro italiano (e ovviamente del premier) a una dichiarazione unilaterale di indipendenza palestinese, sì di Netanyahu «alla ripresa del processo di pace», garantisce La Russa al termine del colloquio. Proprio mentre le agenzie internazionali danno conto della «costernazione» degli Stati Uniti per la decisione di Israele di autorizzare nuovi insediamenti nei territori.
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