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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.11.2009 Caro Frattini, dai i numeri?
Contrariamente a ciò che credi, la Turchia è sempre più lontana dall'UE

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 novembre 2009
Pagina: 12
Autore: Franco Frattini - Ahmet Davutoglu
Titolo: «La 'rivoluzione silenziosa' turca nel cammino verso l’Europa»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/11/2009, a pag. 12, l'articolo di Franco Frattini e Ahmet Davutoglu, ministri degli Esteri italiano e turco, dal titolo " La 'rivoluzione silenziosa' turca nel cammino verso l’Europa ".

Frattini e Davutoglu scrivono: " Negli ultimi anni la Turchia ha messo a segno importanti riforme note come «rivoluzione silenziosa», conseguendo lodevoli progressi in campo democratico, riuscendo a discutere in modo trasparente tematiche un tempo considerate dei tabù. ". L'unica rivoluzione di Erdogan messa in atto dalla Turchia è quella islamica. Lo scrittore Pamuk è stato processato di recente per aver scritto in un suo libro alcune frasi considerate offensive nei confronti dell'islam. Un altro tabù rimasto tale è quello del genocidio degli armeni che la Turchia continua a negare di aver perpetrato.
Inoltre la Turchia sta allacciando rapporti sempre più stretti con l'Iran, Paese governato da un regime teocratico con un programma nucleare criminale. Contemporaneamente si allontana sempre di più da Israele, unica democrazia in Medio Oriente. La Turchia non condivide nessuno dei valori europei. Ecco l'articolo:

Caro Direttore, sulle rive del Bosforo inaugureremo oggi la mostra dedicata a «Venezia e Istanbul» e i lavori del VI Foro di dialogo italo-turco, due importanti iniziative che simboleggiano i cardini del partenariato strategico tra Italia e Turchia, le cui radici affondano nella comune appartenenza storica mediterranea e le cui potenzialità sono proiettate verso un futuro da costruire insieme.

I dipinti esposti al Museo Sabanci consentono di immergersi nella fitta rete di scambi che dal ’500 al ’900 hanno animato il dialogo e il continuo arricchimento reciproco tra Venezia e l’Impero Ottomano. La piena convergenza di posizioni di Italia e Turchia nell’attuale contesto regionale ed internazionale è l’odierno riflesso di questa storia condivisa. La comune collocazione geografica alimenta l’obiettivo della stabilizzazione del Mediterraneo, dei Balcani e della regione caucasica a cui i nostri due Paesi contribuiscono sia mediante iniziative politiche e diplomatiche bilaterali sia attraverso la partecipazione a tutte le principali operazioni di mantenimento della pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, della Nato, e dell’Unione Europea in teatri delicati quali la Bosnia e il Libano.

Il nostro partenariato strategico si rafforza grazie alla comunanza di visioni in seno agli organismi internazionali per il cui rinnovamento ci adoperiamo attivamente. Il principale esempio è l’impegno condiviso nel Gruppo Uniting for Consensus per una riforma del Consiglio di Sicurezza improntata ai principi di democraticità e inclusione, che rifletta un ordine internazionale fondato sul multilateralismo equo ed efficace. È un impegno importante che la Turchia, con il seggio attualmente detenuto al Consiglio di Sicurezza, e l’Italia, candidata per il biennio 2017-2018, intendono perseguire con determinazione.

Il fermo contrasto ad ogni forma di terrorismo costituisce l’architrave del comune impegno a favore del progresso della democrazia e dei diritti umani in tutto il mondo. Per questo motivo Italia e Turchia sono in prima linea nel processo di stabilizzazione e democratizzazione dell’Afghanistan, dove il convinto contributo alla missione Isaf va di pari passo alla cooperazione per la realizzazione di un compiuto stato di diritto e il rafforzamento delle istituzioni civili.

Analogamente i nostri due Paesi condividono l’obiettivo del mantenimento dell’integrità territoriale e della riconciliazione nazionale in Iraq.

Roma e Ankara condividono l’appello del Presidente Obama per una prospettiva di denuclearizzazione degli apparati militari, che possa dare corso a un nuovo capitolo delle relazioni internazionali. Di qui il sostegno alla visione statunitense di un mondo
denuclearizzato. In questa cornice di convergenza si inserisce il forte e continuo sostegno dell’Italia alla prospettiva europea della Turchia. Negli ultimi anni la Turchia ha messo a segno importanti riforme note come «rivoluzione silenziosa», conseguendo lodevoli progressi in campo democratico, riuscendo a discutere in modo trasparente tematiche un tempo considerate dei tabù.

Questi progressi sono stati riconosciuti dall’Ue che, giungendo al parere che la Turchia si fosse adeguata ai Criteri di Copenaghen, ha iniziato i negoziati di adesione in data 3 ottobre 2005. Purtroppo, i negoziati di adesione sono rallentati da parte di alcuni Paesi membri per motivi politici non prettamente pertinenti al processo stesso. In sintesi, l’Ue è un insieme di sistemi di diritto.

Questo sistema dovrebbe, in primo luogo, rispettare gli impegni assunti. Per questo motivo, per l’Italia rimane fermo il principio che, quando la Turchia avrà corrisposto ai criteri stabiliti nel quadro del processo di adesione, i Paesi membri dovranno mantenere l’impegno ad accoglierla a pieno titolo nell’Unione Europea.

L’ingresso della Turchia darà un apporto fondamentale per rafforzare il rilievo strategico dell’Unione Europea, potenziandone il profilo di attore globale, promotore di sicurezza e stabilità nel Mediterraneo e nel Medioriente, e di protagonista nel settore sempre più importante della sicurezza energetica. Siamo orgogliosi del livello di assoluta eccellenza raggiunto nei rapporti bilaterali, che si estendono dal piano politico ed economico all’industria della difesa, fino all’ambito culturale per ricomprendere il dialogo tra le società civili. È questo un settore cruciale che proietta il partenariato strategico
tra Italia e Turchia verso il futuro da costruire per le giovani generazioni. Il sesto Foro di dialogo italo-turco mira ad avvicinare autorevoli rappresentanti del mondo politico, istituzionale e culturale dei due Paesi, per gettare le basi dell’Europa del terzo millennio arricchita dall’incontro di tradizioni appartenenti a civiltà accomunate da una piattaforma di valori condivisi.

Per rafforzare questo dialogo e promuovere l’ulteriore sviluppo della conoscenza reciproca, il governo italiano annuncerà oggi, in occasione della visita di Stato in Turchia del Presidente Napolitano, l’iniziativa «Italia in Turchia 2010», un articolato programma di eventi di carattere culturale ed economico, volto a presentare le eccellenze del sistema Italia in diverse località della Turchia e che— per la parte relativa ad Istanbul — intende collegarsi alle iniziative previste nel quadro di «Istanbul Capitale della Cultura Europea 2010». In tale ambito, per il 2012, si prevede di realizzare anche una serie di eventi culturali ed economici dal titolo «Turchia in Italia».

Si tratta di una rassegna concepita nello spirito di grande amicizia tra i nostri Paesi e popoli, segno di un’attenzione reciproca del tutto speciale. Essa nasce altresì dalla consapevolezza che, per quanto eccellenti siano le relazioni bilaterali, esistano sempre margini per un loro ulteriore rafforzamento.

Su queste solide basi il secondo Vertice Intergovernativo, che sarà presieduto a Roma il prossimo 16 dicembre dal Presidente Berlusconi e dal Primo Ministro Erdogan, sarà l’occasione propizia per arricchire il nostro partenariato strategico.

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