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La Stampa Rassegna Stampa
18.11.2009 Nuovi appartamenti a Gerusalemme
I quotidiani italiani accusano a torto Israele di espandere le colonie

Testata: La Stampa
Data: 18 novembre 2009
Pagina: 16
Autore: La redazione della Stampa
Titolo: «Gli Usa 'costernati'. Israele tornerà a costruire nelle colonie»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/11/2009, a pag. 16, la breve dal titolo " Gli Usa «costernati». Israele tornerà a costruire nelle colonie ".

La notizia è stata pubblicata su diversi quotidiani sotto forma di breve ( Corriere della Sera, La Repubblica, Il Manifesto), dal sito internet del Giornale e in un lancio Ansa.
Il fatto che il municipio di Gerusalemme abbia deciso di costruire nuovi appartamenti non ci sembra una notizia di grande rilievo. I quotidiani scrivono erroneamente che si tratta di espansione delle colonie. Gerusalemme è capitale unica e indivisibile di Israele. Ghilo è un suo quartiere, non è un insediamento, nè una colonia. Perciò non è ben chiaro come mai gli Stati Uniti siano "costernati" per la notizia. E' normale che si costruiscano nuove abitazioni in una città e Gerusalemme non è diversa dalle altre.
Se gli arabi nel 1967 non avessero scatenato e perso una guerra contro Israele, quella zona di Gerusalemme sarebbe ancora parte della Cisgiordania.
Notiamo che la STAMPA continua ad utilizzare una fotografia che, tempo fa, avevamo dimostrato essere un falso, la stella di davide è chiaramente una sovrapposizione ad un'altra immagine. questa foto è una delle tante che girano su internet.
Ecco la fotografia, seguita dalla breve della Stampa


Via libera alla costruzione di 900 nuovi alloggi nell’insediamento ebraico di Ghilo, a Gerusalemme est. L’autorizzazione è stata formalizzata poche ore dopo che la Radio militare aveva svelato il fallimento delle pressioni esercitate sul premier Benyamin Netanyahu dall’emissario Usa per il Medio Oriente, George Mitchell, per bloccare nuovi insediamenti (foto). Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha detto che gli Usa sono «costernati» dalla decisione.

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