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Il Foglio Rassegna Stampa
17.11.2009 Ora la Spagna è contraria alla candidatura di D'Alema
Cronaca del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 17 novembre 2009
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Sulla via per Bruxelles ora D’Alema incontra due stop non da poco»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 17/11/2009, a pag. 2, l'articolo dal titolo " Sulla via per Bruxelles ora D’Alema incontra due stop non da poco ".

 

Bruxelles. La candidatura di Massimo D’Alema al posto di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea ieri ha subito un doppio colpo. Tony Barber, il capo dell’ufficio del Financial Times nella capitale europea, che ben conosce gli umori dell’eurocrazia, sul suo blog ha bocciato “l’ascesa della stella D’Alema”. Contemporaneamente, la Spagna di José Luis Zapatero ha fatto sapere che i leader del Partito socialista europeo hanno cambiato idea sull’incarico che reclamano: non più il posto di alto rappresentante per D’Alema, ma quello di presidente stabile del Consiglio europeo a cui – dentro la famiglia socialista – aspirano l’ex premier britannico Tony Blair e l’ex presidente finlandese Martti Ahtisaari. Un ministro degli Esteri di un grande paese a guida socialista ha svelato i contorni dell’accordo tra i primi ministri del Pse, che escluderebbe comunque D’Alema dalla corsa. Nel caso in cui l’incarico di presidente del Consiglio europeo finisse ai popolari, i socialisti sarebbero pronti in seconda battuta ad accettare il posto di alto rappresentante, ma per un ministro degli Esteri attualmente in carica: il britannico David Miliband o lo spagnolo Miguel Angel Moratinos. I negoziati in vista del Vertice straordinario di giovedì sono in alto mare. Il premier svedese, Fredrik Reinfeldt, presidente di turno dell’Ue, “sta chiamando i suoi colleghi una, due, tre volte”, ha spiegato la ministra per gli Affari europei, Cecilia Malmstrom. “Ci sono ancora più nomi che posti – ha detto Malmstrom – ma la lista si sta accorciando”. Le ragioni per cui il Ft ritiene “poco edificante” la candidatura D’Alema sono diverse. Non tanto il passato comunista, che irrita i paesi dell’Est europeo: Barber ricorda di aver trascorso “cinque anni a Roma per coprire la politica italiana” e riconosce che D’Alema “non è un estremista”, semmai un “pragmatico”. Il vero problema – aldilà delle “capacità linguistiche” limitate e della manovre legate alla politica interna italiana, entrambe citate da Barber – sono “le sue opinioni degli Usa: D’Alema non è un anti-americano sfegatato, ma ha più di qualche traccia (…) dell’austero intellettuale di sinistra che gronda disprezzo culturale per gli Usa”. Secondo il capo del Ft a Bruxelles, “questo potrebbe essere un vero rischio per l’Ue. Se come capo della politica estera Ue (D’Alema) criticasse in pubblico gli Usa, l’influenza europea a Washington ne uscirebbe massacrata, e ci sarebbero recriminazioni tra i 27 paesi dell’Ue, rendendo ridicola l’idea stessa di una politica estera comune”. Per Barber la candidatura D’Alema è il frutto del vacuum lasciato da Francia, Germania e Regno Unito e delle manovre socialiste al Parlamento europeo. Ma “che fine ha fatto l’idea che i massimi incarichi europei dovrebbero andare ai migliori candidati?”. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ieri ha ribadito il sostegno del governo italiano alla candidatura D’Alema. A una riunione del Partito popolare europeo, ha evitato un veto polacco. “Su di lui noi abbiamo un atteggiamento totalmente positivo”, ha detto il ministro degli Affari europei di Varsavia, Mikolaj Dowgielewicz. Ma Frattini non ha escluso che alla fine il presidente del Consiglio europeo sia un socialista, e che il posto di Alto rappresentante possa finire a un popolare o a un liberale. Il Regno Unito “continuerà a riproporre la candidatura di Blair”, ha detto Frattini, nonostante ci siano “paesi che hanno espresso perplessità”. In mancanza di un consenso unanime tra i Ventisette, al vertice di giovedì la presidenza svedese è pronta a ricorrere al voto a maggioranza. Secondo alcuni analisti, paesi medi e piccoli sono pronti a formare una coalizione pro-Blair contro il dominio di Francia e Germania, che si è espresso con l’annuncio di una candidatura comune. Fonti della Farnesina hanno spiegato al Foglio che, con un socialista alla presidenza, il Cav. potrebbe avanzare il nome di Frattini per l’alto rappresentante. Ma il ministro degli Esteri ieri ha escluso la sua candidatura.

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