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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.11.2009 La sconfitta di El Alamein fu la salvezza per gli ebrei di Palestina
Ma nessuno, nè a destra nè a sinistra, lo ricorda

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 novembre 2009
Pagina: 28
Autore: Marco Gasperetti-Giovanni Belardinelli
Titolo: «El Alamein, dopo 67 anni, Livorno litiga sul ricordo-Quel sacrificio e i piromani della memoria»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 13/11/2009, a pag. 28, ci sono due articoli che riguardano la battaglia di El Alamein, che riportiamo. Siamo d'accordo con il commento di Belardinelli e con la cronaca di Gasperetti, meno sulla dichiarazione del sindaco (PD) Cosimi che tira in ballo una destra che non ci risulta abbia cambiato opinione, essendo El Alamein sempre stato ricordato per l'eroismo dei soldati italiani. Siamo meno d'accordo sulle dimenticanze, della destra e della sinistra, perchè se ad El Alamein i nostri soldati avessero vinto, insieme all'alleato tedesco, il risultato sarebbe stato lo sterminio degli ebrei in Palestina. Hitler, con l'alleato Gran Muftì di Gerusalemme, i cui soldati arabi palestinesi combattevano nelle unità naziste, l'aveva già programmato. Un pezzo di storia patria che viene sempre, diciamo sempre, dimenticato. Naturalmente questo nulla toglie all'eroismo dei soldati italiani e alle responsabilità del fascismo. Ma quella sconfitta, oltre a essere determinante per le sorti della guerra, fu la salvezza degli ebrei dell'yishuv, la Terra d'Israele non ancora Stato. Lo vogliamo ricordare soprattutto a coloro che pensano all'islam come estraneo alla Shoà.
Ecco gli articoli:

Mancò la fortuna, per fortuna- Amin el Husseini  con Hitler, e mentre passa in rassegna le truppe arabe a Berlino

Marco Gasperetti: " El Alamein, dopo 67 anni, Livorno litiga sul ricordo"

LIVORNO — Mai anniversa­rio della gloriosa battaglia di El Alamein, il 67˚ per l’esattezza, aveva provocato in città tante polemiche. E persino una spac­catura nella maggioranza di centro sinistra, con accuse di «nostalgiche vi­sioni » ai parà della Brigata Fol­gore che di quel capitolo di sto­ria furono eroici protagonisti. La commemorazio­ne, alla quale parteciperanno il presidente del Senato, Renato Schifani e il ministro della Dife­sa, Ignazio La Russa, si svolge­rà domani allo stadio comuna­le. Decisione che ha fatto arrab­biare anche gli ultrà di estrema sinistra del Livorno calcio che, durante una delle ultime parti­te, hanno srotolato uno stri­scione «Le vostre feste nelle vo­stre caserme. Giù le mani dal nostro stadio» e hanno promes­so nuove contestazioni.

Ad alimentare le polemiche, una lettera di tecnici e docenti di alcune scuole cittadine, nel­la quale si sconsiglia la presen­za di scolari e studenti alla ma­nifestazione.

Insomma, un vespaio, che ha fatto tornare alla mente anti­chi dissapori. E soprattutto gli scontri violentissimi degli anni Sessanta tra portuali e paraca­dutisti. Preistoria. La pace fu sancita e Livorno concesse il co­lore della sua bandiera, l’ama­ranto, ai parà che ancora ades­so lo onorano con il basco. Og­gi il rapporto tra città e Brigata è ottimo. Ed è anche per que­sto che le polemiche hanno sor­preso.

Non la pensa così però Lam­berto Giannini, capogruppo di Sinistra e Libertà nel consiglio comunale di Livorno. «Con un’interpellanza — spiega — ho chiesto che il Comune non partecipasse in alcun modo al­la celebrazione di un episodio
di guerra durante il quale l’eser­cito dell’Italia fascista si battè accanto a quello nazista per fer­mare gli alleati e ritardare la li­berazione degli ebrei, degli zin­gari e delle popolazioni nei la­ger di Hitler. Sono state invita­te anche le scuole per trasfor­mare l’iniziativa in una parata militare e questo è inammissi­bile » .

Decisa la replica del sindaco, Alessandro Cosimi (Pd): «La ce­rimonia ricorda il senso di do­vere e il sacrificio di giovani mi­litari. Queste polemiche servo­no solo alla destra per accampa­re alibi. Le forze armate sono patrimonio di tutti».

Patrizia Nesti, professoressa di Italiano alle superiori, e sin­dacalista Unicobas, è una delle firmatarie del documento con­tro la cerimonia. «Nessuna cen­sura — precisa — solo un pare­re ampia­mente condiviso. Questa ceri­monia enfatizza un episodio di eroismo fascista e dunque è di­seducativa » . Non mancano i difensori del­l’iniziativa. E tra questi la voce più autorevole è quella del­l’Anpi, l’associazione dei parti­giani. Giuseppe Fusario, presi­dente onorario della sezione li­vornese, ha combattuto da par­tigiano contro i nazisti a fianco della Folgore. «I parà furono protagonisti — dice — la loro caserma è intitolata a Paolo Vannucci, medaglia d’oro al va­lor militare della guerra di libe­razione, ma purtroppo questi fondamentali capitoli di storia sono troppo spesso dimentica­ti. L’anniversario di El Alamein non è apologia. Morirono mol­ti ragazzi, convinti di fare il lo­ro dovere. Ed è questo ciò che si vuole ricordare».

Giovanni Belardinelli: " Quel sacrificio e i piromani della memoria "

Si poteva pensare che le polemiche sulla celebra­zione di El Alamein ormai non avessero più ra­gion d’essere. Almeno da quando nel 2002, sessan­tesimo anniversario della battaglia, l’allora presi­dente della Repubblica Ciampi rese onore alle mi­gliaia di soldati italiani che lì erano caduti, quel­l’evento sembrava infatti entrato a far parte della nostra memoria collettiva senza suscitare più alcu­na particolare discussione.

In realtà, le polemiche livornesi non smentisco­no questa circostanza ma ci mostrano un fenome­no sul quale sarebbe bene riflettere, cioè l’esisten­za di quelli che potremmo chiamare dei veri e pro­pri piromani della memoria. A Livorno, infatti, da una parte vi sono persone, come il sindaco del Pd e il presidente della locale sezione dell’Anpi, che hanno fatto dichiarazioni ragionevolissime, appro­vando una iniziativa che celebra non la guerra fa­scista ma il senso del dovere e il sacrificio di mi­gliaia di nostri soldati. Ma, dall’altra, vi è anche chi (la sindacalista Unicobas, gli ultrà del Livorno calcio, l’esponente di Sinistra e Libertà citati nell' articolo qui a fianco) approfitta di simili ricorren­ze per riattizzare conflitti e polemiche che non esi­stono più.

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