Sul CORRIERE della SERA di oggi, 13/11/2009, a pag. 28, ci sono due articoli che riguardano la battaglia di El Alamein, che riportiamo. Siamo d'accordo con il commento di Belardinelli e con la cronaca di Gasperetti, meno sulla dichiarazione del sindaco (PD) Cosimi che tira in ballo una destra che non ci risulta abbia cambiato opinione, essendo El Alamein sempre stato ricordato per l'eroismo dei soldati italiani. Siamo meno d'accordo sulle dimenticanze, della destra e della sinistra, perchè se ad El Alamein i nostri soldati avessero vinto, insieme all'alleato tedesco, il risultato sarebbe stato lo sterminio degli ebrei in Palestina. Hitler, con l'alleato Gran Muftì di Gerusalemme, i cui soldati arabi palestinesi combattevano nelle unità naziste, l'aveva già programmato. Un pezzo di storia patria che viene sempre, diciamo sempre, dimenticato. Naturalmente questo nulla toglie all'eroismo dei soldati italiani e alle responsabilità del fascismo. Ma quella sconfitta, oltre a essere determinante per le sorti della guerra, fu la salvezza degli ebrei dell'yishuv, la Terra d'Israele non ancora Stato. Lo vogliamo ricordare soprattutto a coloro che pensano all'islam come estraneo alla Shoà.
Ecco gli articoli:



Mancò la fortuna, per fortuna- Amin el Husseini con Hitler, e mentre passa in rassegna le truppe arabe a Berlino
Marco Gasperetti: " El Alamein, dopo 67 anni, Livorno litiga sul ricordo"
LIVORNO — Mai anniversario della gloriosa battaglia di El Alamein, il 67˚ per l’esattezza, aveva provocato in città tante polemiche. E persino una spaccatura nella maggioranza di centro sinistra, con accuse di «nostalgiche visioni » ai parà della Brigata Folgore che di quel capitolo di storia furono eroici protagonisti. La commemorazione, alla quale parteciperanno il presidente del Senato, Renato Schifani e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si svolgerà domani allo stadio comunale. Decisione che ha fatto arrabbiare anche gli ultrà di estrema sinistra del Livorno calcio che, durante una delle ultime partite, hanno srotolato uno striscione «Le vostre feste nelle vostre caserme. Giù le mani dal nostro stadio» e hanno promesso nuove contestazioni.
Ad alimentare le polemiche, una lettera di tecnici e docenti di alcune scuole cittadine, nella quale si sconsiglia la presenza di scolari e studenti alla manifestazione.
Insomma, un vespaio, che ha fatto tornare alla mente antichi dissapori. E soprattutto gli scontri violentissimi degli anni Sessanta tra portuali e paracadutisti. Preistoria. La pace fu sancita e Livorno concesse il colore della sua bandiera, l’amaranto, ai parà che ancora adesso lo onorano con il basco. Oggi il rapporto tra città e Brigata è ottimo. Ed è anche per questo che le polemiche hanno sorpreso.
Non la pensa così però Lamberto Giannini, capogruppo di Sinistra e Libertà nel consiglio comunale di Livorno. «Con un’interpellanza — spiega — ho chiesto che il Comune non partecipasse in alcun modo alla celebrazione di un episodio di guerra durante il quale l’esercito dell’Italia fascista si battè accanto a quello nazista per fermare gli alleati e ritardare la liberazione degli ebrei, degli zingari e delle popolazioni nei lager di Hitler. Sono state invitate anche le scuole per trasformare l’iniziativa in una parata militare e questo è inammissibile » .
Decisa la replica del sindaco, Alessandro Cosimi (Pd): «La cerimonia ricorda il senso di dovere e il sacrificio di giovani militari. Queste polemiche servono solo alla destra per accampare alibi. Le forze armate sono patrimonio di tutti».
Patrizia Nesti, professoressa di Italiano alle superiori, e sindacalista Unicobas, è una delle firmatarie del documento contro la cerimonia. «Nessuna censura — precisa — solo un parere ampiamente condiviso. Questa cerimonia enfatizza un episodio di eroismo fascista e dunque è diseducativa » . Non mancano i difensori dell’iniziativa. E tra questi la voce più autorevole è quella dell’Anpi, l’associazione dei partigiani. Giuseppe Fusario, presidente onorario della sezione livornese, ha combattuto da partigiano contro i nazisti a fianco della Folgore. «I parà furono protagonisti — dice — la loro caserma è intitolata a Paolo Vannucci, medaglia d’oro al valor militare della guerra di liberazione, ma purtroppo questi fondamentali capitoli di storia sono troppo spesso dimenticati. L’anniversario di El Alamein non è apologia. Morirono molti ragazzi, convinti di fare il loro dovere. Ed è questo ciò che si vuole ricordare».
Giovanni Belardinelli: " Quel sacrificio e i piromani della memoria "
Si poteva pensare che le polemiche sulla celebrazione di El Alamein ormai non avessero più ragion d’essere. Almeno da quando nel 2002, sessantesimo anniversario della battaglia, l’allora presidente della Repubblica Ciampi rese onore alle migliaia di soldati italiani che lì erano caduti, quell’evento sembrava infatti entrato a far parte della nostra memoria collettiva senza suscitare più alcuna particolare discussione.
In realtà, le polemiche livornesi non smentiscono questa circostanza ma ci mostrano un fenomeno sul quale sarebbe bene riflettere, cioè l’esistenza di quelli che potremmo chiamare dei veri e propri piromani della memoria. A Livorno, infatti, da una parte vi sono persone, come il sindaco del Pd e il presidente della locale sezione dell’Anpi, che hanno fatto dichiarazioni ragionevolissime, approvando una iniziativa che celebra non la guerra fascista ma il senso del dovere e il sacrificio di migliaia di nostri soldati. Ma, dall’altra, vi è anche chi (la sindacalista Unicobas, gli ultrà del Livorno calcio, l’esponente di Sinistra e Libertà citati nell' articolo qui a fianco) approfitta di simili ricorrenze per riattizzare conflitti e polemiche che non esistono più.
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