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La Stampa Rassegna Stampa
13.11.2009 New York: sequestrato grattacielo della Alavi Foundation, società controllata dal regime iraniano
Obama rinnova le sanzioni contro l'Iran. Cronaca di Francesco Semprini, redazione della Stampa

Testata: La Stampa
Data: 13 novembre 2009
Pagina: 21
Autore: Francesco Semprini - La redazione della Stampa
Titolo: «Finanziamenti all'Iran. Sequestrato il grattacielo - Rinnovate fino al 2010»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/11/2009, a pag. 21, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo " Finanziamenti all'Iran. Sequestrato il grattacielo " e la breve dal titolo " Rinnovate fino al 2010 ". Ecco gli articoli:

Francesco Semprini : " Finanziamenti all'Iran. Sequestrato il grattacielo "

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Moschee, terreni, conti correnti e un intero grattacielo sulla Fifth Avenue di New York. Sono gli asset finiti nel mirino dei procuratori federali americani che ne hanno chiesto la confisca perché di proprietà di un’organizzazione islamica controllata dal governo di Teheran. Si tratta di beni del valore di 500 milioni di dollari, e nel caso di via libera da parte dei giudici rientrano nel più grande sequestro della storia americana nell’ambito di un’operazione di antiterrorismo. La richiesta dei magistrati giunge al termine di una lunga indagine condotta nelle attività della Alavi Foundation, un’associazione islamica proprietaria di numerosi asset negli Stati Uniti. Tra quelli finiti nel mirino dei federali ci sono centri islamici sciiti, ovvero moschee e scuole di New York City, Maryland, California e Houston in Texas, terreni in Virginia, conti correnti bancari e un palazzo di 36 piani nel cuore di Manhattan affittato a studi legali, finanziarie e aziende. Dietro la società di facciata Assa Corp, che si occupa della gestione si nasconderebbe secondo gli inquirenti la lunga mano di Teheran che opera negli Usa attraverso Alavi, I proventi degli affitti verrebbero girati così a Banca Melli, l’istituto di credito controllato da Teheran e accusato dal Tesoro Usa di finanziare illegalmente i programmi nucleari iraniani. A rendere ancora più torbido il quadro descritto nelle 97 pagine di dossier è il coinvolgimento di alti funzionari iraniani, tra cui il vice primo ministro e l’ambasciatore alle Nazioni Unite, Mohammad Khazaee. «Per due decenni le attività della Fondazione Alavi sono state dirette da alti funzionari della Repubblica e questo rappresenta una grave violazione delle leggi americane», spiega il procuratore Preet Bharara. Alla rappresentanza iraniana all’Onu vige il massimo riserbo ma il rischio è che un’operazione di questa portata non solo possa deteriorare ulteriormente le relazioni tra Washington e Teheran in unmomento molto particolare per via del dossier nucleare il sequestro dei tre escursionisti americani e i fatti di sangue di Fort Hood. Ma rischia inoltre di creare anche polemiche interne visto che il sequestro di centri religiosi potrebbe essere considerato una violazione del Primo Emendamento della Costituzione che prevede la libertà di pratica religiosa. Ecco perché le autorità stanno adottando la massima cautela: sino ad ora infatti non ci sono stati raid da parte dell’Fbi ma solo notifiche di indagine mentre le moschee e il grattacielo rimarranno comunque aperti e attivi sino a quando i giudici non decideranno se procedere al sequestro. Il palazzo, conosciuto come Piaget Building, si trova al numero 650, non lontano dal Rockefeller Center, ed è stato costruito negli anni Settanta grazie a un finanziamento dello Shah che prima della rivoluzione khomeinista lo gestiva tramite la Pahlavi Foundation, associazione noprofit utilizzata per promuovere le attività iraniane in Usa e sostituita nel 1979 dalla fondazione Alavi.

" Rinnovate fino al 2010 "

Barack Obama ha rinnovato una serie di sanzioni economiche nei confronti dell’Iran, una decisione presa «poichè i rapporti tra Washington e il governo guidato da Ahamdinejad (foto) non sono ancora tornati alla normalità» si legge in una nota della Casa Bianca. Il presidente americano ha informato il Congresso dell’intenzione di estendere le misure già in vigore contro l’Iran per un altro anno.

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