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Il Foglio Rassegna Stampa
12.11.2009 Come sarà leggere Anne Frank in arabo? Hezbollah bandisce il Diario
Cronaca di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 12 novembre 2009
Pagina: 2
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Come sarà leggere Anne Frank in arabo? Hezbollah bandisce il Diario»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 12/11/2009, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Come sarà leggere Anne Frank in arabo? Hezbollah bandisce il Diario ".

 
Giulio Meotti, Anna Frank

Roma. Beirut è la “capitale mondiale del libro” designata per il 2009 dall’Unesco. Ma vi si potrà leggere il Diario di Anne Frank soltanto in francese (per i cristiani) o in inglese. Nessuno stamperà il diario in farsi o in arabo, per gli sciiti e i sunniti. E tantomeno lo porterà nelle scuole. La traduzione e l’adozione nelle scuole libanesi del celebre Diario di Anne Frank avrebbe rappresentato un passo epocale nel paese dei cedri, che si vanta di essere uno dei paesi arabi “moderati”. In Libano sono a oggi banditi “La scelta di Sophie” di William Styron, “Schindler’s List” di Thomas Keneally, “From Beirut to Jerusalem” di Thomas Friedman, e poi Philip Roth, Saul Bellow e Isaac Singer. In pratica, tutto ciò che parla di ebrei e d’Israele. Così come i film di Jane Fonda, in quanto nel 1982 fece visita a Israele; “Exodus” con Paul Newman e la serie televisiva “The Nanny”, a causa della presenza dell’attrice newyorchese Fran Drescher. L’organizzazione islamica terroristica Hezbollah, al governo con undici ministri e oltre cento deputati, ha vinto la sua battaglia: Anne Frank non sarà letta dagli studenti musulmani. Da qualche settimana, su Al Manar, il canale di Hezbollah, era stata lanciata una campagna contro la casa editrice che ha pubblicato, in versione mediorientale, la storia della ragazza-simbolo della Shoah. Hezbollah si era rivolto alle autorità giudiziarie perché fossero perseguiti coloro che diffondono il libro. In particolare Aladdin Project, l’editore parigino conosciuto per l’impegno sulla memoria. Naim al Qalaani, del Comitato per il boicottaggio dei beni sionisti, aveva detto che la traduzione del Diario viola le leggi che impediscono rapporti con Israele, votate dopo la guerra del 2006 dal governo. Da anni la ragazza di Amsterdam è al centro di un abuso terrificante da parte dell’islamismo. Un’immagine di Anne Frank con la kefiah palestinese è stampata ad Amsterdam da gruppi musulmani e una casa di maglieria olandese ne ha tratto una popolare t-shirt. Fra le vignette premiate a Teheran dal regime, una mostra Anne Frank a letto con Hitler, che le dice: “Scrivi di questo nel tuo diario”. Un mese fa, Al Manar era riuscita a far ritirare dalle scuole libri di testo che descrivevano Hezbollah come un’organizzazione terroristica. Ora una scuola privata nella parte occidentale di Beirut rinuncia ad adottare il Diario. Un membro del corpo insegnante, Jimmy Shoufani, comunica che Anne Frank è già stata esclusa dal manuale “Interactive Reader Plus”. Pochissime le voci di dissenso rispetto a Hezbollah. Il noto saggista libanese Omar Nashabe ha detto che “Anne Frank non è israeliana, fa parte della letteratura mondiale”. Non a caso quest’offensiva di Hezbollah è stata scatenata mentre a Teheran, da cui partono gli ordini per il movimento libanese, il presidente Ahmadinejad ha chiamato al governo, con delega al ministero della Cultura, il “cervello” che sta dietro alla negazione della Shoah da parte del regime iraniano. Si tratta del professore di filosofia Mohammed Ali Ramin, per il quale gli ebrei sono colpevoli anche della propagazione del tifo e della peste. A settembre, omaggiando il negazionismo di Hamas, i rappresentanti dell’Onu a Gaza avevano cancellato riferimenti allo sterminio degli ebrei nei testi scolastici palestinesi. Il governo palestinese della West Bank, quello dei “moderati” di Fatah, ha invece smantellato l’orchestra “Violini per la pace” di Jenin perché aveva suonato in Israele di fronte a sopravvissuti all’Olocausto. Gli ascari del fondamentalismo giudicano inaccettabile che le paginette di Anne Frank, scritte sessant’anni fa in una soffitta di Amsterdam da una ragazzina destinata ai campi di sterminio, possano essere lette da qualsiasi arabofono. Il tabù dell’Olocausto è la grande peste culturale del mondo islamico.

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