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La Repubblica Rassegna Stampa
09.11.2009 Israele avvisa i suoi cittadini dell'arrivo di razzi con il cellulare
Grazie alla nuova tecnologia sarà possibile avvisare solo la gente in reale pericolo, senza diffondere il panico

Testata: La Repubblica
Data: 09 novembre 2009
Pagina: 16
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «Israele, l´allerta per i missili nemici arriverà sul cellulare con un sms»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 09/11/2009, a pag. 16, l'articolo di Alberto Stabile dal titolo " Israele, l´allerta per i missili nemici arriverà sul cellulare con un sms ".

Israele è dal giorno della sua nascita nel mirino dei paesi arabi limitrofi. Negli ultimi anni l'utilizzo di missili contro la popolazione israeliana è stato massiccio e incessante. Stabile scrive : " A tutto si fa l´abitudine, purtroppo, anche alle sirene d´allarme in tempo di guerra. E questa, come dire?, pigrizia, pare abbia ridotto tanto da far scattare un ulteriore allarme la reattività della popolazione civile israeliana ". L'utilizzo del termine "pigrizia" è fuori luogo. La nuova tecnologia sviluppata dal governo israeliano per avvisare la popolazione degli attacchi esterni è nata dalla necessità di ottimizzare risorse e tempi. Con il nuovo sistema sarà possibile avvisare le persone in reale pericolo, in modo da non diffondere il panico. Non è una contromisura per la presunta "pigrizia" degli israeliani quando sentono una sirena dall'arme. Da come scrive si deduce che Stabile non si è mai trovato a dover sentire il suono della sirena che preavvisa un attacco.
Ecco l'articolo:


Razzi contro Israele

GERUSALEMME - A tutto si fa l´abitudine, purtroppo, anche alle sirene d´allarme in tempo di guerra. E questa, come dire?, pigrizia, pare abbia ridotto tanto da far scattare un ulteriore allarme la reattività della popolazione civile israeliana negli ultimi due conflitti, l´operazione "Piombo fuso" a Gaza e la seconda guerra del Libano. Ragion per cui il Comando del Fronte Interno, vale a dire la Difesa Civile, sta pensando di sviluppare un sistema di allerta antimissile che sarà ricevuto da ogni singolo telefonino, via sms, oppure, attraverso un bip, o una vibrazione o per mezzo di una luce intermittente. E sarà questo il segnale che è giunto il momento di correre in un rifugio.
Intervistato dal Jerusalem Post, il capo del Dipartimento Popolazione del cosiddetto Home Front Command, ha spiegato come funzionerà il nuovo sistema che dovrebbe essere pronto entro due anni. «Il sensore dei razzi - ha detto il colonnello Chilik Soffer al giornale - creerà un´ellissi virtuale, con l´indicazione certa della zona d´impatto dell´ordigno, a quel punto tutti i telefoni di quell´area riceveranno l´allarme».
Allo stato attuale sono le vecchie sirene ad avvertire i cittadini di un centro abitato a rischio di bombardamento dell´arrivo di un razzo, o di un missile. Ma le vecchie sirene, pur facendo il loro dovere, non sempre inducono la gente ad un comportamento conseguente. Una sorta di assuefazione? Forse. Per esempio, s´è scoperto che il 90 per cento delle vittime civili israeliane (43) durante la seconda guerra del Libano, combattuta per 34 giorni tra luglio e agosto del 2006, e dell´Operazione Piombo fuso (3) contro le milizie di Hamas a Gaza (tra la fine di dicembre del 2008 e metà gennaio del 2009), sono state colpite mentre si trovavano all´aperto, lontano da edifici e, a maggior ragione, dai rifugi.
Altro dato rilevante emerso dalle analisi effettuate dal Fronte Interno: in occasione della grande esercitazione condotta la scorsa primavera-estate su tutto il territorio nazionale e per diversi giorni, esercitazione che configurava un attacco missilistico da Est, oggi considerato, visto la tensione ricorrente con l´Iran, un´ipotesi probabile, soltanto dal 46 al 60 per cento della popolazione ha risposto al suono delle sirene simulando l´evacuazione in una zona protetta.
Ora, partendo, dall´assunto secondo cui, per dirla con il colonnello Soffer, «più specifico è l´allarme più pronta sarà la popolazione», s´è deciso di studiare un sistema che, oltre a restringere l´allerta ad una zona ben precisa, quella dove verosimilmente andrà a cadere l´ordigno, sia in grado di raggiungere ogni e qualsiasi cittadino dotato di telefonino. Resta il fatto, però, che quando, come nel caso di Sderot, o di altri centri del Negev sottoposti allo stillicidio dei Kassam lanciati da Gaza, la distanza del razzo dal suo obbiettivo è solo di pochi chilometri, anche il tempo accordato per raggiungere un rifugio o una qualsiasi protezione, è molto stretto. Sms e vibrazioni serviranno a poco senza un adeguato sistema militare antimissile.

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