domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
07.11.2009 Al Qaeda pronta a colpire in Italia
La cronaca di Alberto Custodero, Marco Preve

Testata: La Repubblica
Data: 07 novembre 2009
Pagina: 13
Autore: Alberto Custosdero-Marco Preve
Titolo: «L'allarme di Maroni: Cellule di Al Qaeda pronte a colpire in Italia-Chiuso il conto 'scomodo' dell'imam»

Sull'allarme terrorismo in Italia, riprendiamo due articoli da REPUBBLICA, il primo nell'edizione di oggi, 07/11/2009,  a pag, 13,di Alberto Custodero, il secondo dall'edizione di Genova del 28/10/2009, sui movimenti finanziari che alimentano i conti correnti dei terroristi.

Alberto Custodero - " L'allarme di Maroni: Cellule di Al Qaeda pronte a colpire in Italia "

ROMA - L´Italia come obiettivo per attentati. E non più "dormitorio" per cellule in sonno. E Paese nel quale reclutare aspiranti mujaheddin, raccogliere fondi per finanziare la jihad e fabbricare documenti falsi per terroristi latitanti. La nuova strategia di Al Qaeda è stata illustrata ieri alla Stampa Estera dal ministro dell´Interno Roberto Maroni. Lo spunto di questo nuovo allarme terrorismo islamista non viene da qualche recente informativa dell´Aisi, l´intelligence interna, o dell´Aise, gli 007 stranieri.
Il titolare del Viminale ha deciso di fare il punto sul cambiamento della politica della "rete" del terrore che fa riferimento a Osama Bin Laden a quasi un mese dall´attentato - per fortuna quasi del tutto fallito - alla caserma Santa Barbara di Milano, il 12 ottobre scorso, messo a segno da un libico da anni integrato nella nostra società con un ordigno fatto in casa. «Pensiamo che ci possano essere cellule in Italia che si formano, finanziano e addestrano per fare attentati da noi», ha dichiarato Maroni. Dopo l´attentato di Milano, ha spiegato, «il quadro è cambiato». E di questa «evoluzione» che lo «preoccupa», il ministro ne ha parlato l´altro giorno al G6 di Londra. La vicenda del kamikaze libico, per Maroni, «segna una svolta nella presenza di queste attività in Italia». Fino all´attentato di Milano, continua Maroni, «in Italia le cellule raccoglievano fondi e facevano reclutamento per azioni da compiere all´estero». Secondo il ministro dell´Interno, in Italia «non siamo ancora al fenomeno dell´homegrown terrorist», i cosiddetti terroristi nativi, come avvenuto in Gran Bretagna e in Spagna, «ma - dice - ci siamo molto vicini».
Per Maroni, «non siamo ancora al fenomeno dell´homegrown terrorist, come in Gran Bretagna e in Spagna, ma ci siamo molto vicini». A questo proposito, il ministro tira una stoccata alla proposta di legge sulla riduzione dei tempi (da 10 a 5 anni), per la cittadinanza agli stranieri, sostenuta da Gianfranco Fini e portata avanti dal suo fedelissimo Fabio Granata insieme ad Andrea Sarubbi del Pd. «Se fosse stata già in vigore la legge che riduce i tempi per la cittadinanza - ha detto Maroni - l´attentatore libico di Milano sarebbe stato un cittadino italiano». Analizzando poi il fenomeno di Al Qaeda in Italia, il titolare del Viminale sostiene che «la "rete" di Bin Laden non c´è nel nostro Paese, ma esistono cellule che vi fanno riferimento e in qualche modo hanno ottenuto l´autorizzazione da Al Qaeda. È una sorta di franchising, un fenomeno che stiamo ancora investigando». Non va dimenticato a tal proposito che nel luglio del 2007 a Perugia fu scoperta nella moschea di Ponte Felcino una "scuola di terrorismo" gestita da un imam marocchino che svolgeva ai giovani candidati alla "guerra santa" lezioni su come produrre ordigni fai da te mischiando vari prodotti chimici, partendo dal fertilizzante usato dal libico a Milano.
Sull´allarme terrorismo di Maroni il Copasir ha «chiesto un´informativa scritta» al capo del coordinamento dell´intelligence, Gianni De Gennaro, mentre il responsabile sicurezza del Pd, Marco Minniti, ha invitato il ministro dell´Interno «a riferire in Parlamento».

Marco Preve- " Chiuso il conto 'scomodo' dell'imam "

I suoi legali: "È un islamico moderato contro i terroristi. Pregò anche per Quattrocchi"
L'architetto Hannoun è indagato per soldi sospetti ai palestinesi: Bnl lo scarica

Da oltre sette anni attende che la procura di Genova chiuda in qualche modo l´inchiesta che lo coinvolge, ma se i tempi della giustizia sono lunghi, quelli del credito sono assai più ridotti. La Bnl, Banca Nazionale del Lavoro Paribas, nei giorni scorsi ha chiuso i tre conti correnti che aveva aperto presso al sua sede Mohammad Hannoun, 47 anni, architetto di origine palestinese da 26 in Italia. Nella lettera con cui avvisano il cliente della risoluzione del contratto non c´è nessuna spiegazione, ma è logico supporre che la decisione abbia in qualche modo a che fare con la vicenda giudiziaria iniziata nel 2002.
I suoi legali, Gianfranco Pagano e Dario Rossi stanno valutando eventuali azioni contro Bnl, anche se la legge consente tanto al cliente che all´istituto il diritto di risoluzione. Hannoun, uno degli imam più noti di Genova, già presidente del Centro Culturale Islamico, è tuttora indagato per presunti finanziamenti a gruppi terroristici (associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell´ordine democratico, articolo 270 bis del codice penale) per il suo ruolo di presidente dell´Abspp (Associazione benefica di solidarietà al popolo palestinese) oggi diventata Associazione Palestinesi italiani (Api), con sedi a Genova e Milano, che da anni raccoglie fondi destinati ad aiutare la popolazione palestinese. Soldi destinati in particolare a scuola e sanità secondo l´associazione. Ma, per gli inquirenti e la polizia israeliana, pure ad Hamas (che nel frattempo è diventata la forza politica che gli elettori palestinesi hanno voluto alla guida della loro nazione) che li avrebbe utilizzati anche per l´acquisto di armi destinate ad attentati contro Israele. Hannoun chiese di essere interrogato, smentì sempre queste tesi, sottolineando di appartenere all´islam moderato, e nel 2004 guidò pregò nella moschea di Sampierdarena per la morte di Fabrizio Quattrocchi, il bodyguard trucidato in Iraq dagli integralisti.
Nel frattempo l´inchiesta è finita ma il fascicolo è in attesa di essere definito (il gip respinse una richiesta d´arresto dei pm) e ora è arrivata la chiusura dei conti sui quali transitava circa un milione di euro l´anno. Hannoun è pronto a trasferire i soldi dell´associazione in altre banche (che però potrebbero prendere analoghe decisioni), ma, prima, i suoi legali vogliono capire se si tratta di azioni sollecitate dalla procura o addirittura dai servizi segreti.
(28 ottobre 2009)
 
Per inviare a Repubblica la propria opinione, cliccare sull'e-mail sottostante.

rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT