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Ugo Volli
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In uno Stato democratico è possibile rispettare la libertà di stampa e smentire le menzogne, la lezione è questa 04/11/2009

 Donald Bostrom, "cronista" di Aftonbladet

Sapete chi si rivede? Donald Bostrom... non vi dice niente? Ma sì, è il "cronista" (fra molte virgolette) del celebre articolo sul giornale svedese Aftonbladet, quello che i soldati israeliani strappano il cuore ai palestinesi per usarli nei trapianti... collegati ai "criminali ebrei" che trafficano con gli organi nel New Jersey...  Vi ricordate, il ministro degli esteri Bildt per il governo svedese aveva rifiutato di condannare la calunnia "per rispetto alla libertà di stampa" e ne era nato una crisi diplomatica.
Be', sapete dove è spuntato fuori Bostrom? In Israele... invitato a un convegno annuale sui mass media a Dimona. C'è stata polemica nella società israeliana, il ministro competente per territorio (Silvan Shalom responsabile di Negev e Galilea) ha cancellato la sua partecipazione, il Centro Wiesental ha ammonito sui pericoli di normalizzare la calunnia del sangue, alcuni manifestanti hanno pacificamente protestato all'aeroporto e alla conferenza. Tutto qui. Magari questa è una lezione sulla libertà di stampa, che in Israele è vera e forte. Immaginatevi con che tranquillità sarebbe andato in Turchia uno che avesse scritto con clamore cose vere sul genocidio armeno, o anche  in Italia uno che avesse raccontato le atrocità dell'esercito italiano in Etiopia o quelle in Slovenia e Croazia, poi ripagate con le foibe... Pensate a Pansa, tanto per fare un nome. Bostrom no, gli hanno anche dato un paio di guardie del corpo, per farlo sentire più sicuro.
E però il "giornalista" svedese non è stato lasciato concionare senza risposta. Alla conferenza e nelle interviste che ha dato si è trovato di fronte giornalisti veri preparati e aggressivi, che hanno messo in evidenza la totale mancanza di fonti, le contraddizioni e le falsità del suo testo. Insomma, è stato smontato per benino. In uno stato davvero democratico è possibile rispettare la libertà di stampa e smentire le menzogne, la lezione è questa.
Tutto bene, dunque? Ma sì. E però resta però l'amaro in bocca. La calunnia contro Israele e contro gli ebrei è uno sport diffuso, dai tempi antichi. Pian piano, con molta fatica e molti intoppi, la calunnia viene smentita e la verità si afferma. Magari dopo secoli. Il Vaticano da trenta o quarant'anni ha riconosciuto che non siamo il popolo deicida, come diceva da duemila anni - ma non tutti i cattolici l'hanno assimilato. Una quindicina di anni fa ha addirittura riconosciuto Israele, anche se al di là di tante belle parole il riflesso filoarabo riemerge sempre nella sua politica. I "Protocolli dei Savi di Sion" sono stati dimostrati falsi innumerevoli volte, ma ancora molti ci credono, a destra, a sinistra e naturalmente nei paesi islamici. Su Israele la fabbrica delle calunnie, di cui Bostrom è solo uno dei tanti operai, è sempre al lavoro. Israele è oggi l'ebreo degli stati, segnato con la stella gialla, sottoposto a incessanti operazioni di delegittimazione e di degradazione simbolica. Ebrei rinnegati appoggiano con entusiasmo questa degradazione in Israele, in America, in Italia. I Bostrom, i Goldstone circolano liberamente, in Israele o all'estero;  i loro protettori e amici, i Bildt, i D'Alema, sono candidati a governare l'Europa. Noi ci sforziamo continuamente di inghiottire le malignità, di discuterle con la forza delle parole, di difendere la nostra vita e la nostra dignità. Ma, bisogna dirlo, facciamo fatica. E come scrisse Bertolt Brecht in una poesia, quando devi urlare per difenderti, la voce spesso si fa stridula e sgradevole, perdi la misura, ti senti dire che esageri. Mentre i Bostrom nelle loro belle case e i D'Alema nelle loro belle barche si sentono rilassati e buoni. Che volete, però, alla faccia dei Bostrom e degli Arafat e anche dei Bildt, am Israel chai, il popolo ebraico vive. E lo stato di Israele con lui.

Ugo Volli


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