Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/11/2009, a pag. 17, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Arrestato il colono che uccideva i palestinesi ".
Questa notizia appartiene alla cronaca nera, non le avremmo dato spazio più di tanto. Atti criminali simili avvengono in tutto il mondo. La riprendiamo per completezza di informazione, soprattutto perchè il nostro sito non esclude alcuna informazione spiacevole o meno che arriva da Israele. Ecco l'articolo:
Yaakov Teitel
GERUSALEMME — Jack arrivò dalla Florida e, prima cosa, si chiamò per sempre Yaakov. Aveva un diploma e, seconda cosa, smise di lavorare.
Piantò una casetta nell'insediamento illegale di Shvut Rachel. Trovò una moglie insegnante di danza, Rivka, ultraortodossa come lui e come lui tornata (da Manchester) alla Terra dei Padri. Fece quattro figli in serie. Sorridente. Fanatico quanto bastava. Unico difetto, spiega il cognato, «il suo ebraico era pessimo».
Yaakov Teitel raccontava poco dei suoi 27 anni vissuti da Jack americano, figlio d'un dentista veterano del Vietnam. E non raccontava tutto della sua nuova vita da Yaakov israeliano, colono per dieci anni. Ora s'è capito perché: «Teitel era un serial killer — dice Micky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana —. Un terrorista ebreo che prendeva di mira gente d'ogni tipo. Arabi, pacifisti. E' risultato pesantemente coinvolto in atti terroristici di diverso livello».
Teitel, uno di noi. Che viveva come tanti e ammazzava come pochi. L'arresto e la confessione del colono-terrorista macina ore di tg. Un pazzo isolato o un pezzo d'organizzazione? Yaakov è stato preso in ottobre. Stava attaccando manifesti contro i gay, dopo gli attentati omofobi di Tel Aviv. Lo tenevano d'occhio, l'avevano interrogato anni fa per l'assassinio d'un palestinese a Hebron. Allora aveva detto, ma non abbastanza: rilasciato, gli avevano pure concesso il porto d'armi. Stavolta, l'interrogatorio è stato più deciso. E il settler , più preciso. L'orgoglio d'una confessione: sì, fu lui a far fuori quel palestinese nel '97. E sempre lui a uccidere un tassista arabo a Gerusalemme, mesi prima. Era venuto dall'America apposta, «emissario di Dio», per vendicare le vittime dei kamikaze. E fu allora che programmò di ripartire per poi tornare. E restare. E ammazzare. Nel giardino di casa gli hanno trovato sei fucili, tre pistole, caricatori. Appena poteva, colpiva: bombe, bottiglie di succo avvelenato nei supermarket palestinesi, attentati ai Gay Pride o agli ebrei convertiti al cristianesimo, bombe destinate a Peace Now o al professor Zeev Sternell, impegnato contro le colonie... Ora sono stati riaperti i fascicoli su altri sei palestinesi uccisi.
Nell'estrema destra negano di conoscerlo. Però i servizi sono convinti che, così indisturbato, avesse appoggi: «Cellule dormienti nei Territori». «E' solo uno squilibrato, un cane sciolto», respingono processi nelle colonie: «Ci sono 300mila ebrei in Giudea e Samaria — dice Emily Amroussi, l'ex portavoce —: Teitel, lo conoscevano in 40. Perché mai dovremmo fare un esame di coscienza?». «Perché l'ideologia dei Teitel è nutrita dai gruppi d'estrema destra — risponde Nitzan Horowitz, della sinistra Meretz —. I coloni mettono in pericolo la nostra democrazia». Gli episodi si moltiplicano: qualche giorno fa, un estremista ebreo (pare armato) è stato bloccato mentre tentava d'entrare alla Spianata delle Moschee.
Difficile dire se sia finita qui. «Una cosa la so — commenta il professor Sternell, vittima mancata di Teitel —. L'hanno preso. Ed è un gran giorno per la democrazia d'Israele».
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