Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 02/11/2009, a pag. 18, l'articolo di Enrico Franceschini dal titolo " La strana morte dello scienziato atomico inglese ".
AIEA, Agenzia per l´Energia Atomica
LONDRA - Uno scienziato che cade da un grattacielo, un suicidio che potrebbe essere un omicidio, i negoziati per la non proliferazione delle armi nucleari, l´Iran, l´America, l´Onu e la città di Vienna, con i suoi caffè, i suoi misteri, le sue ombre.
Gli ingredienti del giallo ci sono tutti, ma stavolta si tratta di una storia vera: un fatto di cronaca nera, questo sembrava all´inizio, una tragedia privata e personale, che ora potrebbe trasformarsi in un intrigo internazionale. Al centro c´è Timothy Hampton, uno scienziato nucleare britannico, esperto di non proliferazione delle armi atomiche. La scorsa settimana è morto precipitando dal diciassettesimo piano del grattacielo delle Nazioni Unite, nella capitale austriaca. Hampton lavorava nell´edificio accanto, sede dell´Agenzia per l´Energia Atomica, impegnata nei giorni scorsi a definire una bozza di possibile accordo tra l´Iran e l´Occidente sul controverso programma nucleare iraniano: un programma a fini civili, secondo quanto ha sempre sostenuto Teheran; un piano per fabbricare una bomba atomica, secondo quanto temono le forze occidentali e Israele.
Anche Hampton, secondo alcune indiscrezioni, era coinvolto nella trattativa, in particolare occupandosi del monitoraggio di esperimenti nucleari in Iran, sebbene in un secondo tempo un portavoce dell´Onu lo abbia smentito.
La prima autopsia ha definito la sua morte come accidentale o volontaria: insomma, si sarebbe gettato dal grattacielo per togliersi la vita.
Ma la moglie dello scienziato, Kathrin Yen, anche lei un´esperta di armi nucleari come ispettrice dell´Agenzia per l´Energia Atomica, non ci ha creduto. Ha affidato a un altro medico legale una seconda autopsia, che utilizzando nuove tecniche di indagine avrebbe rilevato traumi nella gola di Hampton non visibili a occhio nudo. È a questo punto che il medico ha avanzato l´ipotesi di un omicidio. A confermare i dubbi sulla versione ufficiale c´è la difficoltà, fino ad ora, di trovare un movente per il suicidio. Hampton non era un depresso, non aveva manie suicide, dicono quelli che lo conoscevano, anche se era un tipo introverso e amava lavorare da solo fino a tarda notte. Una fonte vicina alla famiglia ha detto al quotidiano Daily Mail di Londra che aveva «cambiato vita varie volte», senza specificare di cosa si trattasse. E a infittire il mistero c´è il fatto che un altro scienziato dell´Agenzia Atomica, un americano, è morto lo scorso anno, sempre a Vienna, in circostanze analoghe. Lo hanno ritrovato in fondo alla tromba delle scale. Anche allora il decesso fu catalogato come un suicidio.
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