Gentile Redazione,
qui la recensione di Mereghetti, critico cinematografico del Corriere della Sera:
http://www.leiweb.it/people-e-news/cinema-e-tv/09_a_capitalism-michael-moore-cinema.shtml
e qui la mia mail a Mereghetti:
All'interno della rubrica 'Visti per voi' su Io Donna (rivista settimanale del Corriere della Sera) del 31 ottobre, Paolo Mereghetti, di cui solitamente apprezzo le recensioni cinematografiche, conclude la critica sul film Lebanon con questa frase:
'... un film duro, stroncato (non del tutto a torto) dai libanesi perche' non sa di autocritica, ma di autoassolvimento. ...'
Sarei tentata di dire (non del tutto a torto ...) che anche Mereghetti e' caduto su un pregiudizio molto comune: il film e' israeliano e gli israeliani, quand'anche producono film belli e fatti bene, si autocriticano spesso. Oppure, mai abbastanza.
Ricordo solo a Mereghetti, molto velocemente, che il '16 settembre falangisti cristiani (libanesi) entrano nei campi di Sabra e Chatila e dopo un breve scontro a fuoco, si abbandonano al massacro della popolazione civile. In Israele viene istituita una commissione d´inchiesta, la commissione Kahn, che accuserà il governo per non aver previsto e impedito il massacro. Contrariamente a quanto creduto e sostenuto da molti la commissione non attribuisce ad Ariel Sharon la responsabilità di aver architettato la strage.' (dal sito ufficiale dell'Associazione Italia-Israele).
E, comunque, inviterei serenamente Mereghetti a rivedere Lebanon: vedrebbe che non si tratta affatto di un film di autoassolvimento.
Molto cordialmente
Franca Cecchinato