Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/10/2009, a pag. 21, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Il generale italiano gradito a Gerusalemme. E Madrid si infuria ".
Generale Graziano
GERUSALEMME — Una telefonata, una richiesta. Forse una promessa. E il semplice avvicendamento di Claudio Graziano, il generale italiano che in Libano comanda i caschi blu dell’Unifil, diventa un pasticcio diplomatico. Con Israele che ne chiede «discretamente » la proroga per altri sei mesi. Con Stati Uniti e Onu che altrettanto discretamente gradirebbero. Col premier libanese Saad Hariri che, in via riservata pure lui, non disdegna. Con la Spagna, cui spetta quel posto, che pubblicamente s’infuria. E in mezzo l’Italia, che s’è impegnata pubblicamente a cederlo, a cercare di contenere una nuova crisi fra alleati.
La rivelazione è della stampa israeliana. Qualche giorno fa, il premier Bibi Netanyahu ha chiamato in gran segreto Silvio Berlusconi, per evitare che il generale Graziano molli l’incarico al collega spagnolo Alberto Asarta. Motivo ufficiale: «La delicata situazione in Libano». Motivo probabile: i rapporti complicati con Zapatero. Non si sa che cos’abbia risposto il premier italiano anche se in settembre, alla Maddalena, con lo stesso Zapatero aveva annunciato l'avvicendamento: la Spagna ha solo 1.100 soldati, ma la rotazione ha già dato il comando alla Francia (1.480 soldati) e all’Italia (2.500). Qualcosa dev’essersi mosso, però, se ancora ieri il ministro della Difesa, La Russa, ripeteva che «tutti ci chiedono di prorogare di qualche mese la missione».
La trattativa nascosta non è piaciuta a Madrid, già scottata dalle polemiche con Roma sull’Afghanistan e sul comando del settore Ovest: affidato agli spagnoli, nonostante abbiano laggiù meno della metà dei soldati italiani e, pare, s’impegnino molto meno nei combattimenti. L’ambasciatore spagnolo ha chiesto chiarimenti al viceministro degli Esteri israeliano, che a sua volta ha detto di cadere dalle nuvole: non sapeva nulla della telefonata.
Un giornale, El Pais , parla d’«un ricatto» italiano all’Onu: la proroga a Graziano, in cambio della permanenza di tutto il contingente. Alla fine è Franco Frattini a placare: «La scadenza per noi resta quella di febbraio — promette il ministro degli Esteri —. La Spagna ha desideri molto forti che non intendiamo contrastare » .
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