Il perfetto boicottatore di Israele: si nutre di latte di cammella e datteri, vive in una tenda del deserto e si cura con gli amuleti
Cari amici, voi sapete che io sono un po' scettico sul lavoro delle organizzazioni internazionali: tante chiacchiere e pochi fatti, spreco di denaro, costituzione di burocrazie infinite e piene di privilegi. Però... però ci sono le eccezioni.
Per esempio è senza dubbio utilissima la "Conference of the Liaison Officers to the Arab and Regional Offices on Boycotting Israel", un'organizzazione che lavora tantissimo ed è arrivata la settimana scorsa alla sua riunione numero 83. Pensate: ottantatre conferenze per boicottare Israele, dal 1951, dunque in forte anticipo rispetto all'inizio dell'"occupazione" israeliana del West Bank, avvenuta nel '67, dunque con qualche spirito profetico. Voi obietterete che anche l'esistenza stessa dell'entità sionista dal '48 costituisce un'occupazione e che dunque l'organizzazione del boicottaggio arrivò anzi in ritardo. Forse avete ragione, ma non importa.
Resta il fatto che dal 1951 esiste un'organizzazione che ha sede a Damasco e si riunisce nella capitale siriana una volta l'anno o più, solo per coordinare il boicottaggio contro Israele. Nessun altro paese al mondo è stato boicottato per quasi sessant'anni, tutta la sua esistenza: non è un grande privilegio? Al boicottaggio partecipano tutti i paesi arabi e anche molti stati islamici. Qualche pecorella ogni tanto si smarrisce, come l'Egitto e la Giordania, per qualche anno addirittura l'Arabia Saudita, che aveva subito la condizione di smettere il boicottaggio per poter entrare nell'organizzazione del commercio mondiale, la WTO; ma poi tornano, eccome se tornano. Tanto al WTO non ci badano... Pensate che anche l'Iraq sotto occupazione americana non ha mai tradito, e neppure i conflitti e le guerre interne al mondo islamico hanno mai incrinato l'unità del boicottaggio...
E al boicottaggio si aggiungono un sacco di occidentali nemici del loro mondo, come per esempio il fondo sovrano norvegese, i sindacati inglesi (evidentemente ammirati dell'equo trattamento che i lavoratori stranieri nei paesi del Golfo e per il record umanitario di stati boicottatori come il Sudan). Ci sono anche un sacco di ebrei rinnegati che fanno propaganda per il boicottaggio, a partire da Naomi Klein e Chomsky, veri e propri grandi calibri della propaganda di "disinvestimento, boicottaggio e sanzioni", dunque amici naturali dell'Islamic office for boycotting Israel, l'organizzazione permanente del boicottaggio. Non che possano partecipare ai lavori della conferenza e dell'ufficio, sono dimmhi, devono restare al loro posto; ma sono troppo buoni e come gli "utili idioti" dei tempi di Stalin, non chiedono nulla in cambio del loro entusiasmo idealistico.
Insomma la Conferenza è utilissima, è un'organizzazione internazionale che funziona, quasi come il Consiglio per i diritti umani dell'Onu, quello del rapporto Goldstone. O piuttosto è questo ad assomigliare alla conferenza, che è venuta prima ed è più prava ad esplicitare i suoi obiettivi. Tanti saluti e, mi raccomando: non mangiate pompelmi, non abbellitevi con i sali del mar morto, ma non usate anche i detersivi della Procter, i computer dell'Ibm e della Dell, i telefoni della Motorola, le ricerche in rete di Google, i navigatori satellitari, gli apparecchi medici avanzati, l'irrigazione a goccia. Per non parlare degli scrittori, dei cineasti, degli artisti. Della finanza. Eccetera eccetera. In generale, sappiate che tutta l'elettronica e l'alta tecnologia è sospetta. Tutto ciò che è moderno e occidentale non va bene. Non vi faccio l'elenco perché sarebbe troppo lungo. Ma se vi nutrite di latte di cammella e datteri, vi curate con gli amuleti e vivete in una tenda nel deserto, forse siete ragionevolmente sicuri del vostro boicottaggio. Tanti auguri, mandatemi un piccione viaggiatore per dirmi come va e se per caso avete capito per quale strana ragione i paesi arabi, anche quelli ricchi di soldi e di petrolio, sono in un certo senso arretrati.
Ugo Volli