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La Repubblica Rassegna Stampa
22.10.2009 Il negazionista italiano che voleva finire sui giornali. Finalmente ce l'ha fatta
La cronaca di Marco Pasqua

Testata: La Repubblica
Data: 22 ottobre 2009
Pagina: 1
Autore: Marco Pasqua
Titolo: «L'olocausto è una leggenda, prof negazionista , shock alla Sapienza»

Finalmente ci è riuscito a farsi pubblicare le farneticazioni ignobili che scrive su internet. Alludiamo a tal Antonio Caracciolo, che per anni ha tentato, invano, di entrare in polemica con informazione corretta. Senza riuscisrci mai. Non discutiamo con i negazionisti. Oggi, finalmente ha avuto l'onore delle cronache, che tanto bramava. L'articolo è su REPUBBLICA di oggi, 22/10/2009, di Marco Pasqua, dal titolo " L'olocausto è una leggenda, prof negazionista , shock alla Sapienza". Che sia professore è ancora da dimostrare, ma anche lo fosse, non cambia nulla, sarebbe in buona compagnia. In altri paesi sarebbe già stato condannato da un tribunale, in Italia no. La legge c'è, è la Mancino, ma non è mai stata applicata. Finirà a tarallucci e vino anche questa volta. Ecco il pezzo:

 

Definisce l´Olocausto una «leggenda» sulla quale esistono «solo verità ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio». Una «leggenda» usata «per colpevolizzare moralmente i popoli vinti». Anche le camere a gas, «ammesso e non concesso che queste siano mai veramente esistite», sono una delle tante verità «da verificare».
Come «i sei milioni di morti nei campi di concentramento». È la Storia reinterpretata secondo i folli principi del negazionismo, e che sembra trovare terreno fertile nel pensiero e nei blog gestiti da Antonio Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto dell´università La Sapienza. Secondo il sito ufficiale del dipartimento di teoria dello Stato è ricercatore, anche se lui dice di essere "professore aggregato". Sentito telefonicamente Caracciolo non smentisce la propria difesa del negazionismo, anzi, ne fa una questione di principio affermando «il diritto dei negazionisti di poter esprimere le loro idee, senza finire in carcere». C´è da chiedersi, allora, se tra i suoi studenti o le persone che lo leggono qualcuno si sia mai ribellato. «Ho subito minacce, ricevuto insulti, ma non mi interessa. Vado avanti: sono pronto a discuterne con chiunque». E continua: «A chi mi dice che sono antisemita rispondo così: non ho mai capito il significato di questa parola». Lo scorso anno accademico, Caracciolo ha tenuto un corso di filosofia del diritto, nell´ambito del corso di laurea di II livello in Studi Europei. Oltre a salire in cattedra nel più grande ateneo d´Europa, si vanta di gestire ben 33 blog e si definisce coordinatore provinciale dei club di Forza Italia a Seminara (Reggio Calabria), avendone fondato uno nel 2003.
Sono due, in particolare, i siti sui quali questo ricercatore spiega perché si debba dare credito alle tesi negazioniste. In "Club Tiberino", parla a più riprese della Shoah, in paginate virtuali di offese alla memoria degli ebrei morti nei campi di concentramento. Pagine regolarmente citate e riprese dai siti della destra estrema. A proposito della Shoah, è disposto ad ammettere che «vi sia controversia storica sul numero dei morti di Auschwitz. Che siano sei milioni nessuno sembra più voglia seriamente sostenerlo. Che poi all´indubbia discriminazione e persecuzione di ebrei, zingari, omosessuali, disadattati, oppositori politici di ogni genere sia seguita in senso proprio anche la volontà di "sterminio" mediante "camere a gas" è cosa su cui io posso sospendere il giudizio in attesa di prove certe o in attesa di un mio personale ed informato convincimento». Scende in campo, a più riprese, in difesa del negazionista Robert Faurisson, che nel maggio del 2007 suscitò proteste e sdegno perché invitato a tenere una lezione presso l´università di Teramo. E nell´ambito di questa Storia liberamente reinterpretata, viene fornita anche una lettura delle leggi razziali, condita di elementi antisemiti: «Le leggi razziali furono cose di 70 anni fa che si collocano in un contesto di 70 anni fa. Molti italiani, la stragrande maggioranza, hanno meno di 70 anni e quasi tutti gli italiani di oggi non hanno nessuna memoria diretta di quegli anni. A trarne profitto sono gli ebrei di età avanzata che sono diventati una sorta di eroi nazionali. Vengono portati in giro nei convegni e nelle scuole per raccontare quello che ricordano o pensano di ricordare». Sempre secondo Caracciolo, gli ebrei trarrebbero profitto dalla figura di Erich Priebke, ex ufficiale delle SS, condannato all´ergastolo per l´eccidio delle Fosse Ardeatine: «Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perché io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito».

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