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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.10.2009 La visita inutile di Re Abdallah a Roma
Essere intervistati da Repubblica porta sgarro ?

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 ottobre 2009
Pagina: 23
Autore: M.Ca.
Titolo: «Abdallah a Napolitano: Più impegno dell'Ue nel Medio Oriente»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 22/10/2009, a pag. 23, con il titolo " Abdallah a Napolitano: più impegno dell'Ue in Medio Oriente", una breve cronaca di M.Ca. a conclusione della visita del Re di Giordania.
Cronaca giustamente breve per un incontro quasi totalmente ignorato dalla stampa italiana, che si può ben riassumere nella titolazione del Corriere. "Più impegno della Ue in Medio Oriente" è la formula classica dietro la quale viene celato il nulla di fatto. Ha anche, secondo noi, contribuito al fallimento della visita la lunga intervista di Repubblica, una fotocopia della precedente del JORDAN TIMES, che ha dato del Re giordano una immagine simile a quella di qualunque capo Hamas. Che questo potesse piacere a Repubblica non dubitiamo, che non sia piaciuta ad altri non ci dispiace. Che Repubblica porti sgarro ?
Ecco il pezzo:

ROMA — Nella sua visita a Roma cominciata lunedì, pri­ma della partenza per Milano fissata per oggi, re Abdallah di Giordania è riuscito a dare un profilo non scontato a un sog­giorno che poteva anche risulta­re ordinario, considerati i buo­ni rapporti tra il suo Paese e l’Italia. L’erede di Hussein, 47 anni, ha trovato con Giorgio Na­politano una sintonia notevole e, seppure involontariamente, è stato in grado di richiamare la Camera a un contegno più so­brio.

A un europeista convinto co­me Napolitano, re Abdallah ha chiesto di fatto più Europa. Mo­narca di uno dei pochi Paesi ara­bi in pace con Israele, contraria­to dall’espandersi degli insedia­menti in Cisgiordania, ha insi­stito sulla necessità di un mag­gior peso dell’Unione europea nei tentativi di riavviare il pro­cesso di pace mediorientale.

Napolitano gli ha risposto, con interesse, da capo di uno Stato «amico di Israele» preoc­cupato per le «condizioni disu­mane » di tanti palestinesi a Ga­za.

All’Italia Abdallah ha racco­mandato di contribuire a supe­rare lo stallo sulla firma del trat­tato di associazione tra Siria e Ue. Bashar el Assad non è un vi­cino comodissimo per Amman. Ma Abdallah, capo di uno Stato giudicato non male nell’impie­go di fondi europei, sollecita rapporti più stretti tra Ue e Da­masco. Olanda, Belgio e Finlan­dia frenano quel trattato, forse utile a sganciare la Siria dal­l­’Iran.

Con il ricevimento offerto dal re e da Rania ieri all’hotel St. Regis per ricambiare quello di martedì al Quirinale, Abdal­lah da lunedì ha incontrato il presidente della Repubblica quattro volte. Oggi, per i saluti, sarà la quinta: un’intensità di contatti che ha potuto far passa­re in secondo piano la cancella­zione da parte di Silvio Berlu­sconi, in partenza per la Russia, della colazione prevista ieri. In mattinata i reali sono stati dal sindaco di Roma Gianni Ale­manno e dalla moglie Isabella Rauti. Un impatto sulla politica italiana di sicuro Abdallah l’ha avuto. La Camera martedì era un vulcano di urla per lo scon­tro sulla scuola tra centro-de­stra e centro-sinistra. Quando Gianfranco Fini ha informato che in tribuna c’era il re, i depu­tati, scattati in piedi, hanno ap­plaudito. E il re è diventato uno dei rari simboli condivisi.


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