Riportiamo dal sito della STAMPA, l'articolo dal titolo " Libertà di stampa: male la Francia, ancora peggio l'Italia " sulla classifica della libertà di stampa stilata da Reporters sans frontières.
Ci chiediamo come sia possibile che l'Italia, paese in cui la libertà di stampa c'è, sia al 49° posto della classifica, preceduta da "paradisi per giornalisti" come Ghana, Argentina, Namibia, Surinami. Visto il taglio della classifica, non c'è da stupirsi per il primo posto della Svezia, luogo nel quale, in nome della libertà di Stampa, è permesso pubblicare articoli calunniatori su Tzahal (sullo stesso argomento invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di ugo Volli di oggi).
A proposito di Israele, segnaliamo un dettaglio interessante. Nella classifica di Reporters san frontières, occupa due posizioni contemporaneamente: la 93° (ISRAEL - ISRAELI TERRITORY, preceduto da Emirati arabi, Georgia, Uganda, Kosovo, Togo, Tanzania) e la 150° (ISRAEL - EXTRA TERRITORIAL, preceduto da Egitto, Afghanistan, Iraq, Sudan !?!?!). Che cosa sono queste due entità? Israele si chiama Israele, deve occupare una posizione della classifica, non due. Non condividiamo il 93° posto dal momento che in Israele la libertà di stampa è totale. Comunque resta l'interrogativo su che cosa sia ISRAEL EXTRA TERRITORIAL. Non è la Cisgiordania amministrata dall'Anp dato che diamo per scontato che essa sia al 161° posto (PALESTINIAN TERRITORIES).
Nell'articolo, inoltre, si legge del balzo in avanti fatto dagli Usa (da 40 a 20). E' merito dell'insediamento di Obama e della sua campagna di boicottaggio contro la rete televisiva FOX, colpevole di essere troppo critica con lui?
In ogni caso anche gli Usa hanno due posizioni in classifica. La celebratissima 20 (USA) e la 108 (USA EXTRA TERRITORIAL). Come mai nell'articolo della Stampaper Israele è stato scelto di citare la posizione più bassa in classifica e non è successo lo stesso per gli Stati Uniti? E che cosa sono gli USA EXTRA TERRITORIAL?
Ecco il link per consultare la classifica di Reporters sans frontières:
http://www.rsf.org/en-classement1003-2009.html
Invitiamo i lettori di IC a scrivere a reporters sans frontières per chiedere spiegazioni circa la doppia posizione occupata da Israele nella classifica e per quella occupata dall'Italia. L'indirizzo e-mail è : silviabenedetti@hotmail.com
Ecco l'articolo del sito della Stampa:
PARIGI Reporters sans frontiers ha pubblicato oggi l’annuale rapporto sulla libertà di stampa nel mondo. Secondo la nuova classifica i dati più rilevanti quest’anno sono l’aumento della libertà di stampa negli Stati Uniti dopo l’insediamento di Obama (dal 40esimo posto al 20esimo) e il peggiorare della situazione in paesi come Iran (73esimo) e Israele (150esimo, ma fuori dai territori israeliani). Anche per l’Italia un responso negativo, col nostro paese che scende dalla 44esima posizione dell’anno scorso alla 49esima (ma nel 2007 era 35esimo). Il paese che quest’anno si piazza in testa alla classifica è la Danimarca, seguita da Finlandia e Irlanda. Ultimo classificato (su 175 parsi monitorati) l’Eritrea.
Presentando il rapporto, il presidente di Rsf, Jean-François Julliard, non ha celato la sua preoccupazione per quanto riguarda la situazione europea, dove diversi paesi, come Francia (43esima), Italia (49esima), Slovacchia (46esima), mostrano un progressivo restringersi degli spazi per la libertà di stampa. «E' inquietante constatare come, anno dopo anno, importanti democrazie europee come Francia, Italia, Slovacchia perdano progressivamente posizioni. L’Europa - ha affermato Julliard - dovrebbe essere d’esempio sul fronte delle libertà pubbliche. Come possiamo denunciare le varie violazioni nel mondo se non siamo irreprensibili noi stessi in prima persona?».
Per quanto riguarda questa perdita di posizioni, la situazione dell’Italia attesta in effetti un trend di progressivo peggioramento. Era 35esima nel 2007, 44esima l'anno seguente e 49esima nel 2009: una perdita di 14 posizioni in soli tre anni. Ma forse il dato più clamoroso del rapporto riguarda gli Stati Uniti, che in un anno recuperano venti posizioni in classifica a rispecchiare una dato di grande trasformazione nei rapporti tra potere politico e organi di informazione. Resta invece preoccupante la situazione per i giornalisti in Iraq e Afghanistan, dove i segnali di miglioramento continuano a essere decisamente troppo deboli.
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