Il quotidiano comunista contro la scomparsa della nakba dai libri israeliani Attendiamo un articolo in difesa della nakba vaticana
Testata: Il Manifesto Data: 20 ottobre 2009 Pagina: 7 Autore: la redazione del Manifesto Titolo: «Via dalle scuole il libro che parla dei palestinesi»
Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 20/10/2009, a pag. 7, l'articolo dal titolo " Via dalle scuole il libro che parla dei palestinesi ".
Nakba, catastrofe, è il termine arabo per definire la nascita di Israele, per questo motivo è stato eliminato dai libri di testo israeliani. Dal quotidiano comunista, così attento alle catastrofi, ci aspettiamo in futuro un articolo compassionevole sulla nakba vaticana, quella avvenuta quando l'Italia, con l'Unità, ha privato il Vaticano dei suoi stati. Ma almeno quelli c'erano, mentre quello palestinese non è mai esistito. Aspettiamo fiduciosi. Ecco l'articolo:
Il ministero dell’Educazione israeliano ha deciso di ritirare dai licei le copie di un manuale di storia - diffuso perlopiù nelle scuole arabo-israeliane - che, a proposito della guerra del 1948 cita anche la di nakba ossia il termine arabo (letteralmente catastrofe) utilizzato dai palestinesi per indicare l’esodo di oltre 750.000 palestinesi che per le conseguenze dirette e indirette del conflitto divennero profughi. Secondo il quotidiano Ha’aretz il libro - che riportava una doppia versione della guerra del ’48, quella israeliana da una parte e quella araba dall’altra - è stato preso di mira soprattutto per un riferimento esplicito alla «pulizia etnica» attribuita alle forze israeliane ai danni dei palestinesi. L’ex ministro dell’Educazione Yuli Tamir, esponente del precedente governo israeliano centrista, aveva accettato che i testi di storia per i licei destinati ai cittadini araba proponessero entrambe le versioni. Ma l’attuale esecutivo di ultradestra non è della stessa opinione: giudicando inaccettabile che cittadini israeliani, a qualsiasi etnia appartengano, possano considerare una catastrofe la nascita dello Stato sionista.
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