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Il nemico interno e i suoi amici 19/10/2009
quello che dice Angelo Pezzana é perfettamente vero ed è, a dir poco, scandaloso. Penso che nessun paese al mondo accetterebbe che i propri cittadini ( o almeno alcuni di essi) lavorassero ai fianchi fino allo sfinimento, come un pugile, per contribuire alla demolizione, non di un regime autoritario, ma del proprio paese, per minarne, alle radici, le ragioni della sua stessa esistenza. Voglio osare pensare, in termini ottimistici, che se Israele accetta e tollera la presenza di simili individui e concittadini ciò significa che Israele, e la società nel suo insieme, é veramente una grande e solida democrazia, che non ha paura e riuscirà a sopravvivere. E' grave, e dovremmo vergognarcene, che qui in Europa e in particolare nel nostro paese si continui ad invitare gente del genere, aumentando la loro credibilità, per soddisfare il proprio bisogno di odiare Israele sempre e comunque. Questa azione così sistematica tesa a discreditare moralmente questo paese, che più di ogni altro meriterebbe e avrebbe bisogno dell’appoggio e del calore dell’umanità per potersi riconciliare col mondo e la storia da cui lo si voleva definitivamente strappare, è estremamente pericolosa e ripugnante. Si tratta dell'espressione di un antigiudaismo, così radicato e interiorizzato, a tal punto che nessuno si sogna di rimetterlo in discussione. Invece di sostenere Israele si preferisce odiarlo, e quest'odio é ormai diventato una vera e propria passione e professione di fede. In questo contesto commemorare la Shoah, e vantarsi di farlo, assume dei connotati veramente ipocriti e beffardi, a dimostrazione del fatto di quanto la Shoah sia una sporca storia di cui ci si vorrebbe liberare per poterla scaricare su chi l’ha subita.
cordialmente,
Lanfranco Di Genio

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