Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/10/2009, a pag. 9, l'articolo di Alessandro Trocino dal titolo " I finiani: sì all’ora di Islam «Dobbiamo evitare i ghetti» ", la sua intervista a Beppe Pisanu dal titolo "Pisanu: apprezzo l’intenzione, vanno integrati Servono un’autorità e un albo degli imam", l'intervista di Lorenzo Salvia a Roberto Castelli dal titolo " Castelli: un’idea strumentale e inaccettabile. Lanciano provocazioni per seminare zizzania ".
Non condividiamo la proposta di Adolfo Urso di introdurre nelle scuole un'ora di religione islamica. Non condividiamo neppure l'ora di religione cattolica che, secondo noi, andrebbe sostituita con un'ora di insegnamento sulla storia delle religioni.
In ogni caso l'islam non è solo una religione. La separazione fra Stato e islam non esiste. Gli Stati islamici, infatti, sono teocrazie.
L'ora di religione islamica, per questo motivo, sarebbe un'ora di formazione politica, sociale e culturale più che religiosa e la sua introduzione nelle scuole non favorirebbe l'integrazione culturale. Favorirebbe, invece, l'ingresso della sharia. Ecco gli articoli:
Alessandro Trocino : " I finiani: sì all’ora di Islam. Dobbiamo evitare i ghetti"
Adolfo Urso
ASOLO (Treviso) — L’ora di religione? Cattolica, ma anche islamica. L’idea è del viceministro Adolfo Urso, che propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, facoltativa e alternativa a quella cattolica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste». Si parla molto di Islam ad Asolo e non potrebbe essere diversamente, visto che qui si svolge il workshop «Le nuove politiche per l’immigrazione», seconda edizione dei «Dialoghi asolani», laboratorio di confronto bipartisan animato dalle Fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei e dai rispettivi politici di riferimento, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema.
«Eccoci qui ad Asolo, nel covo di congiurati», scherza Lucia Annunziata, riferendosi ai timori di un patto trasversale che scardini l’attuale maggioranza e rivolgendosi all’intervistato Beppe Pisanu. «Domani ne arrivano altri due», risponde a tono l’ex ministro. Che naturalmente nega complotti: «Se il dialogo non viene praticato neanche nel buio di questa crisi, c’è davvero da temere per l’avvenire del Paese». E il dialogo parte, con il segretario generale di FareFuturo Urso: «Potrebbe essere utile, per attirare nei nostri istituti i ragazzi musulmani, prevedere un’ora di storia della religione islamica». E gli insegnanti? Saranno imam? «Dovrebbero essere docenti riconosciuti, italiani che parlano in italiano. Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano registrati in un apposito albo. Stiamo parlando di insegnanti reclutati con criteri pubblici». Nel documento di ItalianiEuropei, a cura di Marcella Lucidi, sul tema ci si tiene più sul vago, auspicando «una riflessione non occasionale» e chiedendo un insegnamento che «promuova la conoscenza della cultura e della religione di appartenenza dei ragazzi e delle loro famiglie». Urso rilancia anche l’idea di «classi miste temperate» e dice no al velo negli uffici pubblici.
Ma è soprattutto sulle norme per l’immigrazione che si colgono grandi punti di convergenza. A leggere il paper di FareFuturo, a cura di Valentina Cardinali, si coglie subito un dissenso netto dalle posizione leghiste: «No a scontri di civiltà e no alla strumentalizzazione delle paure». Ma si nota anche una divergenza con Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere contrario a un Paese «multietnico»: «L’Italia già da alcuni decenni è senza dubbio un paese multietnico » spiega il dossier. FareFuturo cita il progetto di legge bipartisan Granata-Sarubbi e lancia alcune proposte: cittadinanza dopo cinque anni, in cambio di esame di lingua e test di cultura, diritto di voto amministrativo, status giuridico a 10 anni per i figli di immigrati nati in Italia, meno discrezionalità dell’atto di concessione. Non che FareFuturo rinneghi le politiche di contrasto del governo, a partire dal reato di clandestinità e dai respingimenti: «Ma sono solo una faccia della medaglia - spiega Urso - . Servono anche integrazione e cittadinanza e dobbiamo allargare le maglie sui flussi».
Il dossier di ItalianiEuropei concorda in alcuni punti (cittadinanza, diritto di voto), in altri va oltre (cittadinanza subito ai figli degli stranieri nati in Italia) e lancia il concetto di «cittadinanza sociale», chiedendo di svincolare il permesso di soggiorno dalla durata del contratto di lavoro. Non è escluso che oggi, presenti D’Alema e Fini, si pongano le basi per arrivare a un documento congiunto.
Alessandro Trocino : " Pisanu: apprezzo l’intenzione, vanno integrati Servono un’autorità e un albo degli imam "
Beppe Pisanu
ASOLO (Treviso) — Cinque anni fa, da ministro dell’Interno, sosteneva che la legge Bossi-Fini dovesse «fare il tagliando» e anche ora che è presidente della commissione Antimafia Beppe Pisanu continua a fungere da punto di riferimento per il dialogo sul terreno dell’immigrazione.
Cosa pensa dell’idea di Urso sull’ora di religione islamica?
«Vedo meglio un’ora di storia della cultura delle tre grandi religioni monoteistiche. L’idea di Urso la trovo apprezzabile come intenzione, ma è difficilmente praticabile. E poi chi dovrebbero essere gli insegnanti? Imam?».
Urso parlava di istituire un albo.
«Bisognerebbe prima affrontare il problema di un Islam italiano autorevole, che ancora non c’è.
Servirebbe un albo degli imam, riconosciuti da un’autorità credibile.
Poi bisognerebbe dare regole: per esempio, a parte la lettura coranica, esigere commenti sempre in italiano».
E’ possibile integrare i musulmani nella civiltà occidentale?
«L’Islam ci ha dato Averroè e ha tradotto i filosofi greci: la cultura islamica ha convissuto con la nostra per secoli con risultati formidabili. La reazione è arrivata solo con il colonialismo, che ha cercato di schiacciarli».
Qui ad Asolo è stato chiesto un vicepremier che si occupi di immigrazione.
«E’ assurdo che di immigrazione si occupi il ministro dell’Interno. La dice lunga su come abbiamo concepito l’immigrazione: come un reato, una patologia. Se ne dovrebbe occupare il ministero degli Affari sociali o, meglio ancora, un ministero ad hoc».
Lorenzo Salvia : " Castelli: un’idea strumentale e inaccettabile Lanciano provocazioni per seminare zizzania "
Roberto Castelli
ROMA — «Mi sembra solo una provocazione». Roberto Castelli senatore della Lega e vice ministro alle Infrastrutture - pensa che l’idea dell’ora di religione islamica a scuola «non sia neanche da prendere in considerazione».
Perché?
«È una proposta strumentale.
Penso che nemmeno ad Urso, a Fini e ai suoi importi nulla di questo problema. Perché privilegiare gli islamici e non altri gruppi che pure sono in Italia?».
Perché sono molto più numerosi degli altri ed in questo modo si potrebbe favorire l’integrazione.
«No, no, è solo una provocazione.
Guarda caso arriva pochi giorni dopo l’attentato di Milano, proprio per suscitare una nostra reazione e seminare zizzania. Sono giochini tristi e prevedibili. Mi viene in mente Follini».
Follini?
«Sì, il Follini del 2004 quando, mandato avanti da Casini, cercava solo di creare problemi alla maggioranza sui temi più diversi ma sempre a prescindere dalla sostanza delle cose».
Da quella maggioranza Follini e Casini sono usciti. Pensa che finirà nello stesso modo?
«Non mi interessa, adesso la maggioranza è molto più solida di allora. Ma Fini ha avuto un’accelerazione che lo mette fuori dal comune sentire del Popolo della libertà».
E qual è il comune sentire del Pdl?
«Occuparsi dei problemi della crisi e della finanza pubblica, come il governo sta già facendo. L’ora di religione islamica non è nel programma, non esiste. Chi ne parla ha in mente altre cose».
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