Riportiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/10/2009, a pag. 47, l'articolo di Alberto Stabile dal titolo "Il Mossad apre gli archivi: ecco il suo atto di nascita".
Il certificato di nascita del Mossad è un foglio di carta ingiallito dal tempo, che reca la data del 13 dicembre 1949 e la firma di David Ben Gurion, il padre dello Stato di Israele. In alto a sinistra, sottolineata in nero, la scritta «segreto». Un po´ più in là il numero di protocollo: «Alef/01», la prima lettera dell´alfabeto ebraico e il primo numero cardinale. L´inizio di una lunga storia ed, esso stesso, un pezzo di storia.
È la prima volta che un documento varca le pareti blindate e sconosciute degli archivi del Mossad per apparire prima sul sito dell´Agenzia, anzi, dell´»Istituto», come Ben Gurion volle battezzarlo, e poi sui giornali. La ragione di questo improvviso e finora isolato gesto di trasparenza da parte del servizio segreto più segreto del mondo sta nella richiesta avanzata all´Alta corte da due importanti giornali, Yedioth Aaronoth e Haaretz. I quali, con un po´ di sana furbizia, hanno cercato di verificare se la legislazione sugli archivi di Stato si applica anche a tre santuari della sicurezza nazionale quali il Mossad (ovvero Istituto per l´intelligence e i servizi speciali), lo Shin Bet e la Commissione per l´energia atomica.
Diciamo subito che dei tre soggetti chiamati in causa soltanto il Mossad ha risposto alla sollecitazione dei due giornali. Lo Shin Bet, il Servizio di sicurezza generale, ha fatto sapere che i suoi documenti fondativi si trovano già sul sito. La Commissione per l´energia atomica sta ancora soppesando la richiesta. Il Mossad, come si conviene ad un laboratorio di alta manipolazione, è quasi caduto dalle nuvole. Gli archivi del Mossad, hanno scritto in una nota i responsabili della pubbliche relazioni dell´Istituto, «sono aperti da domenica a giovedì, dalle 8 alle 17,30». Eureka! Chissà quante primizie! Quanti misteri svelati! Piano: «A causa del carattere altamente sensibile per la sicurezza di gran parte dei documenti», aggiunge la nota, «i comuni cittadini («the general public», nella versione in inglese) non sono ammessi». Ne consegue che «qualsiasi richiesta di studiare i documenti sarà presa in considerazione secondo la classificazione dei documenti stessi», vale a dire secondo il grado di segretezza di cui ciascun atto è ricoperto. Come non detto.
La Lettera di Ben Gurion va dunque considerata come un gentile cadeau alla pubblica opinione, una primizia di sessant´anni fa offerta alla cittadinanza per captarne, o forse è meglio dire rafforzarne, la benevolenza. Eppure, in quel foglio di carta ingiallito e nelle poche essenziali parole di Ben Gurion, c´è come impresso il codice genetico del Mossad, la sua ragion d´essere, la sua missione.
Scrive Ben Gurion: «Su mia istruzione viene stabilito un istituto per concentrare e coordinare l´intelligence dello Stato e le operazioni di sicurezza (l´Intelligence militare, il Dipartimento di Stato del ministero degli Esteri, il Servizio di sicurezza generale ed altri)».
Ecco dunque il compito principale che il fondatore dello Stato affida al Mossad: «Concentrare e coordinare» il flusso delle informazioni provenienti dai vari settori: l´Aman, o controspionaggio militare, lo Shabak, o Shin Bet, la sezione Ricerca del Ministero degli esteri, che ha anche compiti d´intelligence. Senza ovviamente nulla togliere alle operazioni di propria iniziativa che renderanno celebre, molte volte a ragione, qualche volte a torto, il Mossad.
C´è anche tutto Ben Gurion, la sua lucidità, la sua scaltrezza, in quelle poche righe. Il premier incaricò il consulente per gli Affari speciali del ministero degli Esteri, Reuven Shiloah, di organizzare e guidare l´Istituto. Ma con una postilla: «Egli agirà su mie istruzioni e sottoporrà a me regolari rapporti di lavoro».
Quanto ai mezzi messi a disposizione, «gli ho ordinato», scrive ancora Ben Gurion riferendosi a Shiloah, «di sottoporre una proposta di spesa per l´anno 1950-1951 fino a 20mila lire israeliane (allora non era stato ancora introdotto lo shekel come moneta ufficiale, ndr), di cui 5000 per operazioni speciali, ma soltanto con la mia preventiva approvazione». Chiaro?
Da allora il Mossad ha messo a segno molte operazioni e combattuto molte guerre segrete. A quanto pare, è attivamente impegnato anche a neutralizzare il programma nucleare iraniano. II suo capo, Meir Dagan, ha avuto prorogato l´incarico per meriti speciali. Il Mossad, si può dire, naviga da 60 anni a gonfie vele sospinto dalla fiducia degli israeliani. Un particolare, però, non ha messo nel conto: quella certa crisi delle vocazioni che ha costretto i dirigenti dell´Istituto ad affacciarsi recentemente su Internet per trovare nuove leve.
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