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Ugo Volli
Cartoline
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Obama fa certamente miracoli: ma per la sua immagine, non certo per l'America o l'Occidente 15/10/2009

"Mentre in certi paesi i bambini sono provvisti di confort, pace, dei più moderni supporti educativi e medici, in altri i bambini si trovano di fronte povertà, maltrattamenti, mancanza di aiuto, guerra, conflitto, armi di distruzione di massa e bombe al fosforo. Noi siamo obbligati  ad ascoltare i suoni della persecuzione." Giustissimo, direte voi. Ecco che si parla dei villaggi curdi massacrati dai turchi, magari del ricordo del genocidio armeno ad opera degli stessi turchi; o magari dei ceceni devastati dai russi, dei tibetani... Eh no, direte voi, l'accenno al fosforo ci dice che qui siamo di fronte alla sola propaganda su Gaza. Buon intuito. Ma la risposta giusta è: Sì e no. Perché fate attenzione come va avanti questo testo pieno di così sconvolgente umanità: "L'Iraq è stato occupato. Bagdad e Bassora sono state bombardate mentre tutta l'umanità guardava in diretta dalle loro televisioni." Dunque qui gli imputati sono gli Usa e la Gran Bretagna, che hanno bombardato l'Iraq: interessante. Ma ecco che salta fuori Gaza: "Lo stesso accadde quando le bombe al fosforo furono fatte piovere sui bambini innocenti di Gaza: tutto il mondo, l'intera umanità l'ha guardato fare dalle sue comode e sicure poltrone.. Tuttavia, mentre questo succedeva, sfortunatamente nelle discussioni internazionali si iniziò a usare il termine "terrore islamico e si cercò di darne la colpa all'Islam e ai musulmani."

Vi ho esposto i contenuti ma non vi ho detto chi è l'autore. Bin Laden? Ahamadinedjad? Lo sceicco Omar? Nossignori, questo testo è tratto da un'intervista del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan al giornale religioso "Sabah". Credo che non occorra commentarlo nei dettagli. Magari val la pena di sottolineare l'accostamento di Gaza all'Iraq: se si approverà il rapporto Goldstone e si incrimineranno i militari israeliani, bisogna sapere che i prossimi saranno gli americani, gli inglesi e i loro alleati.

L'altro punto importante è questo. Vi è chi, in Israele come altrove, si sforza di non dare per persa la vecchia alleanza strategica con la Turchia. Di fatto, l'altro giorno la Turchia ha annullato le manovre che si tenevano da decenni con Israele e gli americani e ieri ha annunciato di averle sostituite con manovre congiunte con la Siria, ridendosela del rincrescimento americano per il giro di valzer. Si sta creando cioè un blocco pericolosissimo a nord di Israele: Libano, Siria, Turchia, Iran. Se volete, è il nucleo di un possibile nuovo califfato. Ma chi ha perso la Turchia, chi ha lasciato che se ne andasse con i nemici dell'Occidente? Indovinate? Be', cominciamo col dire chi ha perso l'Iran, che una volta era un alleato dell'Occidente contro i nazionalismi arabi. Era un presidente degli stati Uniti, democratico, cui è stato attribuito quel premio Eurabia che spesso è soprannominato Nobel per la Pace. E adesso, chi sarà ricordato per aver perduto la Turchia? E' un  presidente americano, democratico, cui è stato attribuito quel premio Eurabia che spesso è soprannominato Premio Nobel per la Pace. Adesso è facile indovinare. Proprio lui, sant'Obama. Fino a un anno fa la Turchia, pur dominata dall'islamismo "moderato" di Erdogan era in equilibrio, in bilico. Oggi ci vuole molto ottimismo per pensare che sia recuperabile. Nel frattempo è arrivato quel signore dalla lingua di velluto che ha assicurato tutti che non c'è niente di male ad avercela con l'Occidente e con l'America, che si sono resi colpevoli di tanti crimini e che certo lui cose come l'Iraq non le vuole Alla Turchia dei crimini non importa nulla, basta pensare al genocidio armeno. Ma dell'implicita promessa di impunità per l'islamismo ha fatto molto conto. Ed eccoci qui. Sant'Obama, capo delle relazioni pubbliche per se stesso, ma del tutto disinteressato a comandare alcunché, fa  certamente miracoli: ma per la sua immagine, non certo per l'America o l'Occidente.

Ugo Volli


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