lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.10.2009 A proposito di un eroe
La riabilitazione di Fabrizio Quattrocchi

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 ottobre 2009
Pagina: 22
Autore: Erika Dellacasa
Titolo: «'Non è stato un mercenario'. I pm riabilitano Quattrocchi»

Riportiamo dalla CORRIERE della SERA di oggi, 14/10/2009, a pag. 22, l'articolo di Erika Dellacasa dal titolo " 'Non è stato un mercenario'. I pm riabilitano Quattrocchi ". Ci auguriamo che così sia, e gli venga restituto l'onore che merita.

 Fabrizio Quattrocchi

GENOVA — È a un passo dall’archivia­zione l’inchiesta aperta a Genova nel 2004, dopo la morte di Fabrizio Quattroc­chi in Iraq, per arruolamento illegale al­l’estero. Il pubblico ministero Francesca Nanni ha chiesto l’archiviazione delle ac­cuse contro Paolo Simeone e la sua ex col­lega, Valeria Castellani, indagati in base al­l’articolo 288 del codice penale che appun­to punisce «l’arruolamento o l’armamen­to non autorizzato al servizio di Stato este­ro ». Paolo Simeone, ex lagunare e ex vo­lontario dell’organizzazione non governa­tiva Intersos, è l’uomo che avrebbe contat­tato per la missione in Iraq Fabrizio Quat­trocchi, poi ucciso dalle «Brigate Verdi». Ma il punto su cui la Procura ha cercato in questi anni di far luce non è il contatto tra Simeone e la squadra di Quattrocchi (ab­bastanza scontato), è invece la caratteristi­ca di quell’arruolamento: si può configu­rare come un’attività da mercenari?
Quattrocchi e gli altri tre italiani seque­strati il 12 aprile 2004 in Iraq, Maurizio Agliana, Salvatore Stefio e Umberto Cuper­tino, svolgevano, hanno affermato i super­stiti, attività di security: non azioni di guerra ma sicurezza personale. Non mer­cenari ma bodyguard. Il servizio, hanno detto, si svolgeva all’interno dell’albergo Babylon o come guardie del corpo nelle trasferte. Per definire i mercenari, soldati senza divisa al soldo di uno Stato estero, la legge italiana indica alcuni requisiti, co­me, ad esempio, quello di partecipare a «incursioni dirette a mutare l’ordine costi­tuzionale di un Paese». Il confine è quello fra la guerra, o la guerriglia, e la security.
La richiesta di archiviazione della Pro­cura genovese propende evidentemente per la seconda ipotesi. La decisione, ora, spetta al gip: può accogliere e archiviare come richiesto o rimandare al pm le carte. L’esito non è scontato. A Bari è in corso un processo contro Salvatore Stefio, rapi­to con Quattrocchi, e Giampiero Spinelli proprio in base all’articolo 288 del codice penale. La materia è controversa e soprat­tutto non esistono precedenti cui fare rife­rimento.
Le terribili circostanze della morte di Quattrocchi (che disse «Vi faccio vedere come muore un italiano» ai suoi carnefi­ci) sono destinate a far discutere ancora. Anche perché nelle carte della Procura di Genova è contenuto un documento che pone alcuni interrogativi. È un rapporto della Digos che documenta come due gior­ni prima del rapimento avvenuto il 12 aprile un agente del Sisde abbia telefona­to a un dirigente della Digos parlando di due genovesi rapiti in Iraq e chiedendo in­formazioni su Quattrocchi e Luigi Valle. Valle, amico di Quattrocchi, in quei giorni si trovava a Genova, circostanza che la Digos appurò subito. Nella telefonata del­l’agente dei servizi — avvenuta il 10 apri­le mentre il dirigente della Digos era di servizio allo stadio di Marassi — si faceva riferimento anche all’Isba, (Investigazio­ni, bonifica, servizi di sicurezza e allar­mi), una delle società con sede a Genova per cui aveva lavorato Quattrocchi. Diver­si elementi, non solo il nome di Quattroc­chi, ma anche della società Isba, vengono segnalati due giorni prima che il rapimen­to abbia luogo. Dopo il sequestro la Digos fa un rapporto sulla telefonata e la cosa ri­mane agli atti. La sera del 10 aprile la noti­zia che «un genovese» era stato sequestra­to in Iraq circolò confusamente nelle reda­zioni locali, senza trovare conferma. Un lancio dell’agenzia «Reute» aveva parlato di «quattro italiani» rapiti ma come il cer­chio si sia poi stretto sulla città di Genova e sul nome di Quattrocchi — che verrà ef­fettivamente sequestrato due giorni dopo e ucciso con un colpo di pistola alla testa — rimane un mistero.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT