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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.10.2009 Abu Mazen a Roma inaugura una lussuosa 'ambasciata'. Chi paga?
Cronaca di Maurizio Caprara

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 ottobre 2009
Pagina: 16
Autore: Maurizio Caprara
Titolo: «L’Italia a Israele: Basta insediamenti. Abu Mazen soddisfatto»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/10/2009, a pag. 16, l'articolo di Maurizio Caprara dal titolo " L’Italia a Israele: «Basta insediamenti». Abu Mazen soddisfatto  ". Ma quel che colpisce nell'ottima ricostruzione di Caprara è il lusso della nuova magione, detta anche "ambasciata". Abbiamo una curiosità: chi paga ? Finora la "delegazione" palestinese è vissuta in Italia a spese dello stato italiano, fatto unico nella storia diplomatica. Chi paga adesso la nuova sede ?

  Abu Mazen,Arafat, Craxi (figlia)

ROMA — Mentre l’asserita Seconda muove i suoi passi verso non si sa dove, la Prima Repubblica è resuscitata ieri mattina dentro un giardino di Roma. E’ rispuntata sotto forma di una riunione inusua­le di alcune delle sue più gio­vani leve. Di destra e sinistra. A far scattare l’evento è stata l’inaugurazione di una nuova sede per la delegazione del­­l’Autorità nazionale palestine­se in Italia.
Tra ulivi e tartine, di fronte ai ruderi delle Terme di Cara­calla, una cerimonia con il presidente Abu Mazen ha ra­dunato politici che trent’anni fa avevano ruoli in certi casi importanti nei rispettivi parti­ti senza essere abituati a in­contri collettivi con gli stessi invitati di ieri. Nella villa di viale Baccelli 10 offerta dal Comune di Roma ai palestine­si, si sono raccolti intorno ad Abu Mazen, già studente in Unione Sovietica, il sindaco Gianni Alemanno, che quan­do era nel Fronte della gio­ventù fu arrestato con l’accu­sa di aver lanciato molotov contro l’ambasciata sovietica, e il deputato del Pd Massimo D’Alema, che ha detto di aver tirato una bottiglia incendia­ria assai prima di diventare segretario della Federazione giovanile comunista. Con lo­ro, Oliviero Diliberto, che più tardi contribuì a una scissio­ne di Rifondazione, affianca­to da Franco Giordano che ne è stato l’ultimo segretario. Poi gli ex giovani comunisti Piero Fassino e Antonio Bas­solino. Stefania Craxi, oggi sottosegretario, è entrata in politica ben più tardi, ma por­ta un cognome di peso nella fase finale della Prima Repub­blica. E talmente importante nei rapporti tra Italia e Orga­nizzazione per la Palestina, con la quale avevano contatti sia il Pci che il Msi, da far scat­tare un applauso appena ha citato suo padre.
Il
raìs palestinese, in gior­nata, è stato da Napolitano, Berlusconi, Fini e dal Pd. Il presidente del Consiglio gli ha detto che sta insistendo con gli israeliani «affinché il loro primo passo» per nego­ziare «sia il congelamento dei loro insediamenti». Buon ri­sultato per Abu Mazen, rispet­to alle scarpe contro la sua im­magine lanciate nelle stesse ore a Gaza da contestatori mentre Hamas mette in forse la data del 25 ottobre per un accordo con al Fatah.
A Roma, adesso, il ritratto di Abu Mazen è appeso accan­to a quello di Yasser Arafat nella stanza migliore di una palazzina immersa nel verde che neppure troppi ricchi del­la città possono permettersi. Tra scale in mogano, una tor­retta antica, computer, e, or­mai, senza le tartine di ieri.

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