Fascismi. Passato presente, futuro Walter Laqueur
Traduzione di Daniela Ballerini
Tropea Euro 21
Crediamo tutti di sapere che cos’è il fascismo. Un documentario con le SS perfettamente inquadrate mentre Adolf Hitler le arringa: ecco il volto del fascismo. Benito Mussolini al balcone di piazza Venezia davanti al popolo osannante: fascismo. Se un gay, oggi in Italia, viene sprangato per la strada definiamo il gesto “violenza fascista”. Ma dove sono i confini del fenomeno? I confini, nel tempo e nello spazio, sono molto meno precisi di quanto questi facili esempi possano far pensare. Walter Laqueur, storico e giornalista, traccia una mappa del territorio fascista di ieri e di oggi in Fascismi. Passato, presente, futuro. Il libro comincia con un’analisi della situazione socio politica che in Europa permise l’arrivo al potere dei primi fascismi negli anni Venti-Trenta: “La crisi culturale coincise con l’eclisse del potere statale, la mancanza di fiducia nei ceti di governo e la riluttanza a reprimere le violenze fasciste in strada”. Chi erano i protagonisti del fenomeno? “Erano personaggi eccezionali?” si chiede l’autore. “in un certo senso sì, ma il loro talento veniva amplificato da un’abile propaganda”. L’avvento del fascismo ha causato disastri e ferocia: una guerra esplosa settant’anni fa con l’invasione della Polonia e la Shoah. Ma, finita la guerra, tragicamente scomparsi i tiranni, il fascismo oggi riaffiora anche se i leader di riferimento sono molto al di sotto dei “fondatori”: “Le Pen, Haider o Zhirinovsky non sono certo Hitler o Mussolini”. Siamo quindi tentati, aggiunge Laqueur, “di considerare addomesticato il neofascismo, diventato parte del sistema, nello stesso modo in cui è stata domata l’estrema sinistra”. Qui l’autore introduce una differenza sottile e importante: “Il neofascismo, come il comunismo francese e italiano al tempo del loro massimo splendore, è soprattutto uno stile di vita, non un’ideologia o un partito politico”. Viene da qui il costante pericolo di una sua ripresa, più verosimile se “i regimi democratici occidentali si dimostrassero incapaci di affrontare le sfide che li mettono alla prova”. Tanto più che il fascismo del futuro non avrebbe bisogno né di olio di ricino né di sopprimere i suoi avversari che oggi possono essere comodamente eliminati per via mediatica, senza nemmeno una goccia di sangue.
Corrado Augias
Il Venerdì di Repubblica