Il velo? E’ il simbolo del terrorismo islamico Lo sostiene Mohammed Sifaoui, intellettuale franco algerino. Cronaca di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 02 ottobre 2009 Pagina: 7 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Il velo è simbolo del terrorismo islamico: parola di Mohammed Sifaoui, intellettuale franco algerino»
Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 02/10/2009, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Il velo è simbolo del terrorismo islamico: parola di Mohammed Sifaoui, intellettuale franco algerino".
Mohammed Sifaoui
“Il velo?” “E’ il simbolo del terrorismo islamico, della rivoluzione iraniana di Khomeini e dei suoi crimini contro l’umanità e in definitiva anche dell’opinione che quelli come Osama Bin Laden hanno delle donne”. Non è un piccolo brano tratto dall’ultima opera letteraria di Oriana Fallaci, ma la sintesi del pensiero di un noto intellettuale franco algerino, Mohammed Sifaoui, espressa non una sola volta, ma tante, negli ultimi mesi. E poi ribadita sui giornali e detta in tv. Chissà perché da noi in Italia, e più generalmente in Europa, o Eurabia che dir si voglia, è difficile trovare pseudo esperti dell’Islam e dintorni che si occupano di veicolare questo tipo di prese di posizioni che vengono dal mondo arabo. Che saranno senz’altro “sotto traccia”, o forse anche catacombali, ma che esprimono il pensiero compiuto di larga parte delal società borghese in paesi come Tunisia, Algeria, Egitto, Libano, Siria, Abu Dhabi, Yemen e così via. Persino in Iran, Arabia Saudita e Giordania ci si può confrontare con opinioni simili anche se, a dire il vero, spesso chi le esprime può farlo soprattutto dall’estero in cui risiede. Per esempio su “Al Shark al Awsat”, che è stampato a Londra talvolta ci si imbatte anche negli articoli di Sifaoui. Che però ha anche un proprio blog, molto letto, frequentato e commentato, cui affida le proprie riflessioni. Il sito si chiama www.mohamed-sifaoui.com e, ad esempio, in un “post” di fine luglio così si esprimeva a proposito del velo: ” Possiamo stare tranquilli. Secondo il ministero degli interni francese, ci sono solo 367 donne in Francia che non portano il copricapo islamico... preferiscono il velo per tutto il corpo, cioè il niqab o il burqa.” Sifaoui poi spiega meglio il perché di tanto sarcasmo nei confronti dei ministri francesi: “Questa è stata la mia prima reazione quando ho letto la dichiarazione del ministro degli interni che dava le statistiche sul numero delle donne che portano in niqab in Francia... Trecento sessanta sette. Che precisione! Come ha fatto a contarle? L’intelligence francese ha forse un agente sotto copertura sotto ogni burqa? La polizia ha forse contattato la Federazione Nazionale dellle Donne che portano il Velo Integrale? Oppure è stato SOS Burqa (un gioco di parole che allude all’organizzazione anti-razzista francese “SOS Racisme”, ndr) che ha rilasciato questa informazione? Oppure è stata la UOIF (Unione delle Organizzazioni Islamiche in Francia)? O forse questa cifra è stata semplicemente trovata su niqab.com?” Domande imbarazzanti per le autorità governative di Parigi e per lo stesso Sarkozy. Ma a pensarci bene andrebbero rivolte a tutti quelli che si son convinti che il velo integrale faccia parte della tradizione islamica e il burqa pure e che invece non vedono, non capiscono o non vogliono capire come questa pagliacciata sia solamente una bandiera. “Una bandiera – precisa Sifaoui – dell’estremismo islamico di Khomeini, dei kamikaze in Iraq o in Afghanistan e in definitiva anche il simbolo del pensiero di gente come Bin Laden a proposito dell’universo femminile”. Le femministe di casa nostra sono avvertite. E il “post” di Sifaui finisce con un’ulteriore dose di sarcasmo: “Ripensandoci bene questa informazione è stata quasi certamente ottenuta dall’Associazione del Fabbricanti di Niqab. Perché la capacità di ottenere una cifra così precisa è una cosa rara, non è vero?”
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