A gennaio processo a Geert Wilders: il trionfo dell'islamicamente corretto Sarà Bram Moszkowicz a difenderlo. Analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 02 ottobre 2009 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Così la bestia nera olandese Wilders si prepara al 'processo del secolo'»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 02/10/2009, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Così la bestia nera olandese Wilders si prepara al 'processo del secolo' ".
Bram Moszkowicz
Roma. Il prestigioso quotidiano olandese Der Telegraaf lo ha già definito il “processo del secolo”. 20 gennaio 2010. Dopodiché potrebbe essere reato criticare duramente l’islam. Il Tribunale penale di Amsterdam giudicherà Geert Wilders, accusato di istigazione alla discriminazione e all’odio. In tutto il mondo, da Amman a Londra, non si contano più le azioni legali contro di lui. Ma mai prima di oggi i magistrati olandesi avevano deciso di criminalizzare le idee antislamiste del politico liberale in cima alla lista dei “bersagli” inchiodata sul petto di Theo van Gogh, il regista assassinato nel 2004 a causa del cortometraggio “Submission”. Numerosi siti in arabo offrono una lauta ricompensa per chi riuscirà a uccidere Wilders, meglio se decapitarlo. L’Alto consiglio, la più alta istanza giudiziaria olandese, ha comunicato la sua decisione definitiva sul procedimento contro il discusso leader del Partito della libertà, il secondo nei Paesi Bassi. “La libertà di espressione rischia di essere sacrificata sull’altare dell’islam”, dice Wilders. “Ci sarà un processo politico, perché ho detto quello che milioni di olandesi pensano. Ma sono super agguerrito e combatterò a testa alta”. L’accusa è gestita dalla sinistra antirazzista e progressista che fa capo a Nederland Bekent Kleur, a cui si sono associati i dirigenti di Amnesty International. E’ la crema del progressismo olandese ad aver portato Wilders in tribunale. Il direttore di Nederland Bekent Kleur, René Danen, sul quotidiano NRC Handelsblad ha scritto: “Chiamate Wilders per quello che è: un razzista”. Il processo ricorda quello a Michel Houellebecq, il romanziere francese trascinato in giudizio dalla Lega islamica mondiale per una dichiarazione pubblicata sul mensile Lire. Anche Oriana Fallaci subì lo stesso trattamento a Bergamo. “Il processo Wilders è la logica conseguenza della criminalizzazione del criticismo basato sulla paura dei terroristi”, ci dice Paul Cliteur, il massimo teorico liberale olandese. Quando Wilders mise su Internet il suo cortometraggio “Fitna” scattò l’indignazione e la reazione del mondo musulmano di mezzo mondo. Il filmato terminava con la frase: “Stop all’islamizzazione. Difendiamo la nostra libertà”. Wilders ha poi accusato il Parlamento europeo di censura per non aver potuto proiettare il suo film nella sede dell’Assemblea. “Mi sembra di essere alla Mecca invece che a Strasburgo”, aveva detto. E’ lo stesso uomo che ha trascorso otto mesi a Camp Zeist, nella cella accanto a quella dei terroristi del Lockerbie, perché quello era il modo migliore per proteggerlo. All’Aia è stato appena trovata un’effigie di Wilders impiccato a un albero e con un coltello conficcato. Wilders andrà a processo a pochi giorni dalle prossime elezioni generali, per le quali attualmente è il grande favorito. A rappresentarlo sarà uno dei più celebri avvocati, Bram Moszkowicz, che ha annunciato di voler chiamare a deporre “specialisti internazionali della libertà di parola”. Moszkowicz è un corsaro della lotta all’antisemitismo e una certa sinistra estrema lo chiama già il leader della “lobby pro Israele”. Lo scorso 4 gennaio, ad Amsterdam, centinaia di musulmani hanno riempito la piazza adiacente al Museo Van Gogh. Il responsabile per gli affari esteri del Partito socialista olandese, Harry van Bommel, cantava con loro lo slogan “Hamas, Hamas, gli ebrei al gas!”. Accanto a Bommel c’era Gretta Duisenberg, la vedova del noto banchiere. L’avvocato di Wilders è lo stesso che porterà in tribunale Duisenberg e Bommel. A fronteggiare Wilders ci sarà l’avvocato di origini surinamesi e di estrema sinistra Gerard Spong, che ha commentato così la decisione del tribunale: “Questo è un giorno di gioia per tutti i seguaci dell’islam”. Spong è anche il conduttore di “Advocaat van de Duivel”, il reality show olandese che nella prima puntata ha assolto Osama bin Laden per l’11 settembre. “Anche le idee più estreme devono poter essere dette nello spazio pubblico e non in un’aula di tribunale”, ci spiega Tom Zwart, esperto di diritti umani dell’Università di Utrecht e fra i giuristi proWilders, seppur lontano dalle sue posizioni. “La Corte suprema olandese e la Corte europea dei diritti umani hanno ribadito che i politici possono dire quel che vogliono, anche se offende o sciocca. L’unico motivo per mettere a tacere una persona è se le sue idee lo mettono in pericolo o gettano in pericolo altre persone, come gridare ‘al fuoco’ in un teatro affollato. Che ti piacciano o no, le idee di Wilders hanno piena legittimità. Il suo processo è al di fuori della legalità”. Intanto Wilders annuncia il sequel di “Fitna”. Parlerà di libertà d’espressione e della sharia che vige anche nei paesi occidentali. “Ho avuto offerte da persone di New York e Hollywood” rivela Wilders, preferendo però mantenere la cautela sui nomi dei benefattori per non coinvolgerli nella sua sorte blindata. Politici e fondazioni americane tributano sempre ovazioni da stadio a Wilders. Su bighollywood. breitbart.com si è schierato il celebre fumettista Bosch Fawstin, tratteggiando l’inconfondibile chioma dell’olandese moltiplicata per cinque e la scritta: “Io sono Geert Wilders”.
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