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Ugo Volli
Cartoline
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No agli ebrei sulla spianata, questa sì che è tolleranza 29/09/2009

Cari amici,

avrei molto da scrivervi, per esempio intorno all'eroica azione dei guardiani della rivoluzione che reagiscono giustamente contro le congiure occidentali per sconvolgere la repubblica islamica per mezzo di manifestazioni e richieste di "elezioni corrette" esibendo gloriosamente la loro possibilità di minacciare Israele con missili che non a caso hanno la fallica forma di un minareto.
Ma oggi voglio parlarvi di un altro atto di eroismo, quello di un centinaio di palestinesi che l'altro giorno si sono messi prudentemente di guardia sulla spianata delle moschee di Gerusalemme e quando hanno visto un gruppetto di ebrei debitamente autorizzati dalla polizia che volevano visitare il luogo, giustamente si sono messi a tirar loro addosso pietre e  proiettili vari. Li avessero potuti ammazzare tutti! Spero vi rendiate conto, anche alla periferia di Eurabia, del valore progressista e antirazzista di questa resistenza militante alla presenza ebraica. Qualcuno dei vostri giornali ha parlato di ebrei estremisti e di coloni; ma il punto non è quello, sono ebrei e basta. Non a caso ottant'anni fa i nonni e i bisnonni di questi eroi massacrarono ebrei religiosi e disarmati a Ebron, a Safed e in altri luoghi. Ai nostri occhi democratici, anticolonialisti e soprattutto antirazzisti non contano le posizioni politiche, ma la razza. Siamo antirazzisti perché siamo contro la razza ebraica, no?
Qualche anno fa sulla spianata delle Moschee pose piede Sharon e quello fu il pretesto allo scoppio della "seconda intifada". Tutta Eurabia condannò quell'affronto. Come poteva pretendere un ebreo, di più candidato a primo ministro, di più grasso, di mettere il piede su quello che è una parte del territorio dell'entità sionista? Ci sono posti dove gli ebrei, grassi o non grassi, non sono graditi. Come quei caffé dalle vostre parti eurarabe, anche in Italia, che quando le cose andavano meglio, esponevano il cartello "vietato ai cani e agli ebrei". Ma evidentemente gli ebrei non hanno imparato la lezione e tentano di nuovo di contaminare il terzo luogo santo dell'Islam col loro fiato. Non capiscono che quel luogo santo lì, come gli altri, come l'intera Arabia, dev'essere assolutamente Judenfrei, per usare la parola giustamente inventata del vecchio amico Adolf lassù in Eurabia, quando ancora si chiamava III Reich. La presenza di orme giudaiche sulla spianata è inammissibile! Pensate che c'è il sospetto che qualcuno di loro volesse  addirittura dire una preghiera: una preghiera ebraica sulla spianata delle Moschee che essi pretendono fosse una volta il luogo del loro Tempio (ma mentono, lo sanno tutti che non è mai esistito, che Gerusalemme era islamica duemila anni prima della nostra era...)  Altro che pietre, ci vorrebbero quei missili dei custodi della rivoluzione, loro sì che sanno come fare!
Insomma, no agli ebrei sulla spianata, questa sì che è tolleranza. E no alle case ebraiche a Gerusalemme, i governi europei e anche Obama questo l'hanno capito; e no agli ebrei in tutto il territorio palestinese (che, se il Profeta vorrà, arriverà presto fino al mare). No alle colonie sulle colline del West Bank e no alle maxicolonie di Tel Aviv, Haifa e dintorni. Siamo anticolonialisti e non vogliamo l'entità sionista, né grande né piccola. No e poi no. Gli arabi possono stare dappertutto e andare dappertutto, perché loro sono democratici e antirazzisti. Gli ebrei che sono implicitamente razzisti e praticano l'apartheid, sul monte del loro (inesistente) Tempio non devono proprio salire né a avere case Gerusalemme, né devono stare in Palestina, né nel resto del mondo.
Lo sapete no, che il nostro libro sacro dice che quando ne resteranno pochi e cercheranno di nascondersi dietro a una pietra o un albero, be' la pietra e l'albero chiameranno i bravi musulmani perché li massacrino e finalmente pongano inizio alla salvezza dell'umanità. Questo non è vicino, lo sappiamo. Ma sul tempio no e poi no. Noi siamo antirazzisti e democratici e anticolonialisti, per questo gli ebrei a casa nostra non li vogliamo proprio. Magari ci prendiamo qualche lacrimogeno, com'è sucesso l'altro giorno (ma loro se ne sono dovuti andare); magari, se il fratello Ahamadinedjad farà come lascia sperare, qualche milione di noi morrà da martire nel gran rogo dell'entità sionista. Ma ne varrà la pena, perché ebrei fra di noi antirazzisti, no e poi no.  

Ugo Volli


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