venerdi 29 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Giorgia Greco
Libri & Recensioni
<< torna all'indice della rubrica
Harry Bernstein, Il sogno infinito 28/09/2009

Il sogno infinito          Harry Bernstein
Traduzione di Silvia Bogliolo
Piemme                      Euro 18

La seconda prova narrativa di Harry Bernstein, lo scrittore ebreo che si è rivelato al pubblico italiano con il meraviglioso romanzo “Il muro invisibile”, finalista al premio Bancarella 2008, riconferma il talento narrativo di un autore che ha iniziato a scrivere all’età di novant’anni, dopo il vuoto lasciato nella sua vita dalla morte dell’adorata moglie Ruby. Il sogno infinito è dunque il proseguimento del precedente, nel quale avevamo lasciato il giovane Harry in una casa fatiscente di un quartiere operaio dell’Inghilterra. Fin dalle prime pagine prende vita il sogno americano che appare come una bolla di sapone che appena la tocchi sparisce; ma quel sogno, intessuto della volontà di uscire dal ghetto, diventa realtà una volta che alla famiglia Bernstein vengono recapitati, da un benefattore sconosciuto della famiglia che già vive in America, i biglietti per il piroscafo diretto oltreoceano. L’America con il suo mito si è dunque realizzata grazie alla tenacia della madre che ha continuato a crederci a dispetto della miseria e delle difficoltà quotidiane. Ancor prima della partenza e per tutta la durata del racconto nella mente del giovane Harry prende corpo la contrapposizione fra il bene e il male: il primo incarnato dalla figura dolce e affettuosa della madre con la sua profonda dedizione alla famiglia, la preoccupazione per la salute e il futuro dei figli, il secondo vede nella figura del padre ubriacone che maltratta la moglie e infligge ai figli ogni genere di umiliazioni la sua espressione più alta. Su questo scenario, ritratto con una prosa scorrevole e spontanea che spesso commuove, prendono vita i ricordi di Harry che oscillano da una dimensione privata con il racconto delle avventure dei fratelli Saul, Joe, Rose, Sidney e dei progetti a volte bizzarri della grande famiglia che vive a Chicago, fra cui spicca la figura del nonno (custode di un segreto che però tutti conoscono) ad una dimensione più storica che delinea la crisi del 1929 e la lotta disperata per la sopravvivenza quotidiana che allora devastò la vita di molti americani. Per molti l’unico lavoro possibile è quello del mendicante: fra questi è il nonno di Harry, una figura positiva, arricchita da un carattere ironico ma non superficiale, che con i suoi proventi ha provveduto, senza mai lamentarsi, alle necessità di tutta la famiglia che pur si vergogna di quel “lavoro” poco dignitoso. Harry conquistato dalla figura del nonno rimane stupefatto quando, ormai adulto, scopre nel tugurio che costituiva la sua dimora alcuni romanzi di Tolstoj, Dostoevskij e Gorkij quasi il segno del riscatto intellettuale di un uomo che, vissuto fra gli emarginati, è morto nella più completa solitudine. Se per la madre, vera eroina di questa epopea, il sogno non si realizza (morirà nel 1940 in un monolocale non riscaldato del Bronx), Harry è più fortunato perché troverà sia un lavoro soddisfacente sia l’amore di una ragazza meravigliosa, Ruby, che lo accompagnerà per ben sessantasette anni di vita (“…guardo il tramonto e a volte penso che Ruby sia ancora accanto a me e mi sembra di avere la sua mano, morbida e calda, tra le mie”). Come in un romanzo dell’Ottocento, Harry Bernstein racconta con una prosa condita di sottile umorismo i singoli eventi che hanno caratterizzato la vita di una famiglia chiassosa e complessa alle prese con la dura realtà americana dei primi anni del novecento, commuovendosi nei momenti di dolore, affrontando con passione le ingiustizie sociali, sempre attento a proteggere i più deboli e a non risparmiare toni pungenti agli arroganti e ai prevaricatori. Il sogno infinito è un libro che si legge d’un fiato e che rivela un’abilità narrativa e un’intensità epica quale raramente s’incontra in un romanzo.

Giorgia Greco


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT