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Della crociata di Piergiorgio Odifreddi contro Giorgio Israel, reo secondo il fanatico accusatore di essere "sionista" e "vicino al'area governativa", non abbiamo trovato una riga sui nostri giornaloni, fatta eccezione per il CORRIERE della SERA,che, nell'edizione di ieri, ha dato l'avvio alla polemica. Niente sulla STAMPA, su REPUBBLICA,sul SOLE 24ORE, sul MESSAGGERO, niente,ovviamente nulla sui giornali di sinistra, per i quali la libertà di pensiero è sacra solo a senso unico. Peccato, perchè le intollerabili intolleranze del fanatico comunista Odifreddi (lo dice lui di esserlo, comunista) gli sono ritornate indietro come un boomerang, lasciandogli alcuni vistosi lividi. Ben gli sta. Ecco alcuni articoli apparsi oggi, 26/09/2009, sul FOGLIO con un editoriale, su LIBERO, di Miska Ruggeri, sul GIORNALE, di Matteo Sacchi. Da parte nostra tutto l'onore a Giorgio, eccelso sionista e matematico serio. Il Foglio- " I numeri di Odifreddi " E’forse in vista del “concerto numerico” che terrà stasera ai “Dialoghi di Trani” che il matematico e ateista militante Piergiorgio Odifreddi i numeri ha cominciato a farli con qualche giorno di anticipo. Si potrebbe semplicemente leggere così, la sua decisione, notificata con enfasi alle grandi testate nazionali, di restituire il premio “Giuseppe Peano” per il miglior libro di divulgazione scientifica – vinto da Odifreddi nel 2002 – per via dell’invincibile rifiuto a “essere accomunato in nessun modo” allo storico della matematica Giorgio Israel. Il quale il “Peano” l’ha appena vinto, con la moglie Ana Millán Gasca, per il saggio “Il mondo come gioco matematico” (Bollati Boringhieri), dedicato a John von Neumann, lo studioso ungherese di origini ebraiche naturalizzato americano che lasciò un segno indelebile sulla scienza e la cultura del Ventesimo secolo. Anche lui, purtroppo, sgraditissimo a Odifreddi, perché collaborò al progetto della bomba atomica. La faccenda sarebbe da seppellire nel ridicolo stratosferico da cui nasce, e basta. Se non fosse per quella fastidiosa consonanza delle argomentazioni con cui Odifreddi rifiuta l’accomunamento con Israel – al quale rimprovera il “sionismo oltranzista” e il peccato di essere consulente del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini – con gli altri attacchi giunti al docente della Sapienza nelle scorse settimane, da siti web che accomunano “l’ebreo Israel” a Marco Biagi, ammazzato dalle Brigate rosse nel 2002 perché collaboratore dell’allora ministro del Lavoro Roberto Maroni. Piergiorgio Odifreddi dice di aver solidarizzato in quell’occasione con Israel. Ma il rifiuto plateale – e ben pubblicizzato – addirittura a comparire con lui nell’albo d’oro di un premio, smentisce sonoramente quella solidarietà. Non solo. E’ la spia di un altro vecchio e sinistro tic: il disconoscimento di qualsiasi valore e dignità intellettuale a chicchessia, se non è accompagnato o, meglio ancora, preceduto da professioni di fede politicamente corrette. Libero-Miska Ruggeri: " L'illuminato Odifreddi non tollera il sionista " Odifreddi verifica il colpo di boomerang La Ragione, l’Illuminismo, la Tolleranza, il Laicismo, l’Evoluzione, la Democrazia e tante altre belle maiuscole. E Voltaire sempre in bocca. E giù mazzate agli oscurantisti. Per poi finire, alla prima occasione o quasi, come un qualsiasi nuotatore o lottatore iraniano che si rifiuta di gareggiare contro un avversario israeliano per motivi ideologici. Con la differenza che gli atleti di Teheran e dintorni sono costretti dal loro governo e si adeguano, spesso a malincuore, solo per evitare terribili ritorsioni da parte dei pasdaran, mentre il professor Piergiorgio Odifreddi ha fatto tutto quanto da solo. Sconvolto all’idea che il premio “Peano” (intitolato al grande matematico cuneese Giuseppe Peano, 1858-1932, e riservato a «libri di argomento matematico accessibili ad un pubblico non specializzato»), vinto da lui nel 2002 per il saggio C’era una volta un paradosso (Einaudi), quest’anno sia stato conferito a Giorgio Israel e alla moglie Ana Maria Millan Gasca per la biografia dello scienziato ebreo ungherese John von Neumann Il mondo come gioco matematico (Bollati Boringhieri, versione ampliata rispetto all’edizione del 1995), ha pensato bene di inviare all’Associazione Subalpina Mathesis, istitutrice del premio, una dura lettera per restituire al mittente il “Peano”. Fa comunque impressione il silenzio di politici e intellettuali vari, sempre pronti a firmare appelli e manifesti. A ruoli invertiti, con Odifreddi discriminato perché vicino alla sinistra o all’ateismo militante, sarebbe accaduto il finimondo. Epperò, si sa, viviamo in un regime... Il Giornale-Matteo Sacchi: " Premio all'intolleranza per Odifreddi " Una riuscita caricatura di Odifreddi Per l’ennesima volta Piergiorgio Odifreddi ha deciso di varcare il Rubicone che dovrebbe separare la matematica dalle idee politiche, l’eterea e perfetta scienza dei numeri dagli odi personali e dagli strali che lancia contro chi ha convinzioni diverse da quelle ateo-materialiste (cioè la maggioranza degli italiani). E come al solito l’ha fatto da par suo, ossia caricando a testa bassa e sfruttando al meglio la propria visibilità mediatica. L’altro ieri, infatti, una mail, a firma del professore e indirizzata anche ad alcune delle più importanti testate quotidiane come La Stampa e Repubblica, ha avvisato l’associazione Subalpina Mathesis (che gestisce il premio Peano, uno dei più prestigiosi d’Italia per la divulgazione matematica) che voleva immantinente il suo nome cancellato dall’albo d’oro della medesima. Odifreddi, vincitore nel 2002 con C’era una volta il paradosso (Einaudi) non gradisce più fregiarsi di un premio che, quest’anno, andrà a uno storico della matematica: Giorgio Israel. Non che abbia da ridire sulle capacità scientifiche del collega piuttosto ritiene (parole sue): «che le posizioni espresse da Israel in ambito politico, culturale e accademico sul suo Blog, sul sito Informazione Corretta e in ripetuti interventi su Il Foglio; Il Giornale e L’Osservatore Romano; culminate con la sua collaborazione con il ministro Gelmini come consulente per la “riforma” della scuola, trascendano i limiti della normale dialettica, e si configurino come un pensiero fondamentalista col quale non intende essere associato intellettualmente, nemmeno nel senso... di condividere con lui l’albo d’oro dello stesso premio». Idee che ha ribadito intervistato in un lungo articolo sulle pagine del Corriere a firma Antonio Carioti che, ciliegina sulla torta, ha attribuito al presidente di Subalpina Mathesis l’indiscrezione che anche alcuni membri della giuria avessero avuto perplessità sull’idea di premiare Israel. Insomma una «scomunica» lanciata contro un rispettato collega a partire dalle sue convinzioni politiche e religiose e che trasforma in una colpa il fatto di essere un consulente dell’attuale governo. Abbastanza per lasciare di sasso il professor Israel che ha vinto il premio con Il mondo come gioco matematico, scritto assieme a sua moglie Ana Maria Millan Gasca e dedicato al matematico John Von Neumann. E se il professor Israel non vuole alimentare le polemiche personali, si limita a dire che il suo libro è distantissimo dalle questioni politiche e che racconta della vita di un grandissimo uomo di scienza, diversa è la posizione di Franco Pastrone. Il presidente di Subalpina Mathesis coinvolto direttamente smentisce, parlando con Il Giornale, di aver fatto qualsivoglia accenno a dubbi su Israel: «Come ho scritto al giornalista del Corriere non ho mai detto che la vicinanza di Israel al governo abbia suscitato perplessità nella giuria... Nella discussione non sono mai intervenute valutazioni di tipo ideologico... Noi ci occupiamo di libri che aiutino la divulgazione matematica». E quanto al gesto di Odifreddi lo definisce «incomprensibile... fuori dalla deontologia che dovrebbe caratterizzare i comportamenti di uno scienziato». E lui? Il «Matematico impertinente» è convintissimo del suo gesto, come dice al Giornale: «Sono le idee di Israel a trascendere la normale dialettica politica, sono di un sionismo estremo... E anche la sua scelta di collaborare con un ministro come la Gelmini per me è inaccettabile... Lui ha il diritto di pensarla come vuole ma io ho il diritto di non stare nello stesso albo d’oro con lui...». Se poi provate a dirgli che anatemi di questo tipo non fanno bene al dialogo culturale: «Ma quale anatema ho scelto la protesta più moderata di tutte, non ho mica fatto un sit-in...». Per inviare al Foglio, Libero, il Giornale, cliccare sulle e-mail sottostanti. lettere@ilfoglio.it lettere@libero-news.eu segreteria@ilgiornale.it |
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