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Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.09.2009 E se Gheddafi avesse ragione ?
L'analisi di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 settembre 2009
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «E se Gheddafi avesse ragione ?»

 Muhammar Gheddafi

Le accuse di Gheddafi all’ONU, rivolte dal podio stesso dell’Assemblea Generale gremita di capi di stato e di governo, ma soprattutto presieduta da un libico (fotografato mentre dormicchiava con aria disperata alle spalle del suo leader), non sono forse tanto strampalate come possono apparire a prima vista e come ci sono state presentate dai media.
Riflettiamo: le Nazioni Unite non hanno evitato o impedito neppure una guerra, non sono mai intervenute per far cessare in uno stato lo sterminio della popolazione (la Cambogia di Pol Pot a l’Iraq di Saddam sono un tragico memento) o ristabilire la legalità, le forze di interposizione che devono dividere i contendenti non ottemperano sempre al loro mandato (il Sinai del 1967 ed il Libano di oggi lo testimoniano), non impediscono né condannano le più gravi violazioni dei diritti umani, non sono mai state un vero tribunale della Giustizia con la G maiuscola (negli anni 70 hanno condannato come illegittimo il trattato di pace fra Israele ed Egitto, hanno decretato che il sionismo è una forma di razzismo, hanno stabilito nella stessa epoca non poi così lontana da noi che l’OLP ha il diritto di riprendersi i territori palestinesi con qualsiasi mezzo; e quanta fatica è costato far ammettere che il terrorismo suicida è, per l’appunto, una forma di terrorismo che viola i fondamentali diritti umanitari, o che la Shoah va commemorata....).
Non basta. Quelle che dovrebbero essere forze operative sul campo, UNESCO, UNICEF, Consiglio per i diritti umani, FAO, eccetera non fanno il proprio dovere altro che molto marginalmente ed anzi spesso cadono nelle grinfie di personaggi squallidi, avidi, egocentrici o guidati unicamente dalla bussola della loro ideologia.
Tutto ciò ha una sola causa, ben nota a tutti, non modificabile, non eliminabile: l’ONU è un luogo di confronto politico, diplomatico, ideologico, nel quale si negozia qualunque cosa ed il potere, l’influenza politica e quella economica sono i parametri sui quali si misurano i compromessi raggiunti.
E’ evidente comunque che Gheddafi, strappando platealmente la Carta costitutiva dell’ONU, non può in alcun modo aver ragione e che l’ONU è una istituzione da salvaguardare. Ma anche da migliorare. Rimarrà pur sempre una camera di compensazione delle tensioni mondiali, dunque un organismo squisitamente politico senza valenze etiche che possano farla percepire per qualcosa che non potrà mai essere; ma per tale deve essere vista e capita. Diversa sarebbe la valutazione per le sue agenzie operative, se la scelta dei loro componenti e dirigenti non fosse effettuata mediante un meccanismo di rotazione o di bilancino politico che così spesso le espone a critiche (paesi in cui notoriamente e sistematicamente si violano i diritti umani che devono giudicare il comportamento di altri, dittature sanguinarie che si occupano di soccorrere le vittime di soprusi, chi più ne ha più ne metta).
La loro indispensabilità deve essere confermata dalla loro uscita dagli automatismi e dalle scelte di comodo per fare spazio a chi veramente si impegna per realizzare le loro finalità umanitarie.
Per agganciare questo ragionamento alle cose di cui ci occupiamo abitualmente andremo ora a vedere cosa succede in Siria, una Siria che malgrado gli abusi in Libano ed i fortissimi legami con Iran e Hezbollah vorrebbe tornare nel consesso delle nazioni a testa alta.
Lo scorso 11 settembre, nell’ottavo anniversario degli attentati di New York e Washington, il quotidiano governativo siriano Al-Thawra ha pubblicato due articoli, di Munir al-Moussa e Ibrahim Za’ir. La loro tesi è che quegli attentati siano stati opera di una cospirazione americana-ebraica-israeliana, compiuti dal Mossad e dal governo americano per consentire agli Stati Uniti di espandere il proprio dominio. Lo confermerebbe il fatto – così essi affermano - che già il nonno di George Bush senior (il presidente della Guerra del Golfo) l’11 settembre del 1773 aveva dato simili consigli a Beniamino Franklin, ed il presidente Bush (padre) l’11 settembre 1990 aveva presentato (a chi non viene specificato) un suo progetto analogo. Ma che coincidenze, le date, i nomi...! Non basta.
Il 31 agosto il medesimo quotidiano aveva pubblicato un saggio di Khaled Al-Ashab che si occupava della Shoah. Secondo lui vi sarebbero prove inconfutabili che gli ebrei uccisi durante la seconda guerra mondiale furono vittime del conflitto come tutti gli altri cittadini dei paesi belligeranti, e non in quanto ebrei; essi non furono mai destinati a morte per la loro appartenenza al popolo ebraico e ”le storie sui massacri e sui crematori sono invenzioni”. Chiunque ripeta che questi massacri furono reali “commette un crimine silenzioso”.
Concludiamo con un accenno agli articoli di Irfan Husain sul quotidiano pakistano Dawn e di Ahmad Al-Sharraf sul quotidiano kuwaitiano Al-Qabas, che denunciano le persecuzioni e le uccisioni delle minoranze non musulmane (in particolare cristiane) nel Medio Oriente, dal Pakistan alla Palestina: sono assimilabili ad operazioni di pulizia etnica, essi affermano. Sono voci critiche che sempre più frequentemente occhieggiano da qualcuno dei media arabi, e non possiamo che incoraggiarle e tributare loro un grazie per il coraggio di cui danno prova.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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